Come vestirai?
Possibilmente in modo sostenibile, etico e con onestà. Adesso abbiamo le informazioni per fare le scelte giuste come individui, come società e come industria della moda.
Come individui dobbiamo cominciare a pensare di abbandonare la fast fashion, di ritrovare la qualità, di comprare di meno e forse meglio. Questo vuol dire anche fare delle scelte sui materiali di cui conosciamo effettivamente l’impatto ambientale, quindi meno poliestere – il cotone dobbiamo considerarlo come un bene di lusso! – e più materiali di nuova generazione.
Cerchiamo di considerare sempre l’impatto che il nostro acquisto può avere sulla società, sia nel nostro paese sia altrove. Quindi teniamo a mente i diritti del lavoro e delle persone e soprattutto la sicurezza dei lavoratori. Questo è una scelta che possiamo fare per informarci come individui, ma anche come industria della moda.
Alle Nazioni Unite adesso diciamo che è tempo di “Build back better”, di ricostruire in modo migliore. Questa è un’opportunità che la pandemia ha offerto per riflettere sui modelli di produzione e consumo, che sono essenziali anche nel mondo della moda, che sta già facendo dei passi per adattarsi a una nuova situazione.
Approfittiamo di questa opportunità non soltanto nel settore in questione, ma in tantissimi altri, sia come individui (nelle nostre scelte di come ci spostiamo, dei trasporti che utilizziamo e del nostro stile di vita) ma anche come società, per un cambiamento delle città verso una sostenibilità e un rapporto con la natura diverso e molto più rispettoso.
Vi parlo dalle Nazioni Unite, seduta sulla scultura Rebirth di Michelangelo Pistoletto. È questo il messaggio che era stato portato qui con quest’opera: è tempo di avvicinare il mondo naturale e quello creato dall’uomo per un equilibrio migliore, e non possiamo perdere questa opportunità.