Il Terzo Paradiso nasce dall’idea del maestro Michelangelo Pistoletto: tre cerchi comunicanti che riprendono il simbolo matematico dell’infinito lo modificano e lo integrano, ampliandolo. Il primo cerchio rappresenta la natura, l’ultimo l’artificio e il cerchio in mezzo la congiunzione dei due, quindi il grembo della nascita del mondo come lo desidereremo ora.
L’artista Enrico Cazzaniga, con l’idea e la volontà di rendere inclusiva un’opera che l’ha sempre ispirato, ha dato vita nel parco di Villa Plinia al Terzo Paradiso lavorando con i ragazzi della comunità e dando nuova vita ad un’opera dal significato di pregio.
Enrico lo ha reinterpretato basandosi sulla fonte sorgiva d’acqua presente nel parco che scorre all’interno dell’opera costruita in alluminio specchiato per omaggiare il maestro Pistoletto e per permettere al parco di ri-specchiarsi appunto, sia nell’alluminio sia nell’acqua. Del Terzo Paradiso di Plinia un omaggio arriva anche dal maestro che, in occasione della sua inaugurazione, donò alla Fondazione una sua personale interpretazione in forma di un disegno dove individua e suddivide così i cerchi: il primo rappresenta l’ossigeno, l’ultimo l’idrogeno e il cerchio centrale l’acqua, riprendendo proprio l’idea principale di Pistoletto.
Oggi però siamo qui per una ricorrenza di rinascita che, negli anni, ha visto su di essa prendere iniziative dal valore sociale molto importante.
Solitamente viene svolta il 21 dicembre (data stimata dai Maya come fine del mondo nel 2012).
Portando qualche esempio proprio di quell’occasione, su ispirazione di Michelangelo Pistoletto venne formata una catena umana lunga più di 50.000 km per dimostrare la solidarietà mano nella mano. Quest’anno viene celebrata il 21 marzo, giorno dell’equinozio di primavera e, come ben si sa, in primavera si rinasce, rinasce la natura e con la natura rinasce l’essere umano e il suo pensiero.
Oggi per l’appunto siamo qui per far un po’ rinascere il nostro pensiero o, meglio, farlo nascere e riflettere su un tema che ha nella storia sempre toccato la popolazione, la società, le famiglie e la vita in generale: la pace.
Possiamo pensare alle grandissime feste fatte in occasione della fine delle guerre, delle lacrime di gioia delle madri che vedevano tornare i figli sani e salvi tra le loro braccia, basta vedere quei commoventi video su internet che mi vengono già le lacrime agli occhi.
Dopo la guerra c’è la pace e la pace è tranquillità, serenità di vivere, di tornare a quella ‘normalità’ normale.
Pace sono pranzi in famiglia, Natale, colore, coriandoli e torte.
La pace è una bandiera dai colori sgargianti appesa alle terrazze per celebrare la gioia della fine del terrore.
Oggi, nel giorno del Rebirth Day vorrei poter dare a queste guerre un altro sguardo.
E se non accadessero più?
Se si potesse dare a questo mondo – che tanto ci ha dato – un po’ di pace? Siamo qui per un motivo, siamo noi il nostro futuro e con le nostre mani potremmo far sì che tutte queste disfatte non avvengano più.
Questa, secondo il mio umile pensiero, è la Pace Preventiva. Un poter riflettere su quanto male possiamo fare ma soprattutto mettendo in gioco le nostre potenzialità quanto bene possiamo fare a noi stessi e agli altri.
Dunque, ogni giorno si può riflettere su quanto dolore e quanto valore possiamo dare ai nostri pensieri che si trasformano in azioni e mi auguro che si possa fare tutto il possibile affinché, anche nel proprio piccolo, finiscano le guerre e inizino i trattati di pace, con sé, con gli altri e nel mondo.
Sofia Canova, ospite delle Residenzialità Leggere in Villa Plinia-Fondazione Rosa dei Venti onlus
23 marzo 2023