8851 chilometri a nuoto per salvaguardare gli oceani
Il nuotatore 51enne Benoit Lacomte ha iniziato il suo viaggio per attraversare il Pacifico come segno di protesta nei confronti dell’inquinamento marino.

Il nuotatore di origine francese Benoit Lacomte, dopo aver attraversato l’Atlantico nel 1998, si è lanciato in una nuova impresa: la traversata dell’Oceano Pacifico.
A differenza di vent’anni fa, dove intraprese il viaggio per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro (malattia che colpì il padre sette anni prima), quest’anno l’obiettivo consiste nel sensibilizzare le coscienze sul tema ambientale.
L’inquinamento dovuto alla plastica, infatti, aumenta costantemente e – come sta diventando tristemente noto – la maggior parte di essa finisce nei nostri oceani. Per tale motivo, Benoit decide di attraversare a nuoto alcune delle acque più inquinate del nostro pianeta e di farsi riprendere durante il tragitto, così da mostrare alle persone quanto sia drammatica la situazione.
Il viaggio ha avuto inizio il 5 giugno 2018 (non a caso, Giornata mondiale dell’ambiente). Si presume che la traversata durerà tra i sei e gli otto mesi con una ritmica di otto ore di nuoto al giorno.
Il percorso, cominciato a Chōshi, città giapponese della prefettura di Chiba non distante dalle spiagge di Fukushima (dove nel 2011 si verificò l’esplosione nucleare), dovrebbe terminare a San Francisco in California; un tragitto di un totale di 8851 km.

L’atleta indossa una tuta creata appositamente per sopportare le temperature fredde dell’oceano; dispone di un bracciale che rilascia onde elettromagnetiche per allontanare squali e altri animali pericolosi e, inoltre, il suo battito cardiaco è continuamente controllato e registrato da un conta-battiti.
Per precauzione, un gruppo di studiosi e scienziati lo segue su una barca, nella quale può mangiare e riposare quando lo necessita, per essere certi che non corra pericoli o subisca danni fisici-psicologici e, contemporaneamente, vengono recuperati campioni di acqua per identificarne il livello di inquinamento.
La sfida più grande, per il nostro nuotatore, sarà quella di attraversare l’Isola dei rifiuti, ossia l’isola di plastica che si estende per 700mila chilometri quadrati, che si trova tra le Hawaii e la California. Una vera discarica che rischia di ingrandirsi progressivamente.
L’uomo ha provocato questo caos ambientale e l’uomo ha la possibilità di rimediare: ognuno può fare la sua parte utilizzando i mezzi e le capacità di cui dispone. Speriamo quindi che sempre più persone decidano di migliorare il loro stile di vita prendendo a cuore il fattore ambiente.