È tutto pronto per Arte al Centro, la rassegna, giunta quest’anno alla ventitreesima edizione, di mostre, incontri e seminari che raccontano pratiche artistiche di trasformazione dei contesti sociali in cui si sviluppano, realizzate da Cittadellarte e dalla sua rete internazionale consolidata negli anni. La rassegna comprende nuove mostre intese come dispositivi di attività aperti alla collaborazione di diversi soggetti oltre che alla fruizione da parte dei visitatori. Arte al Centro si coniuga quest’anno con il Festival Città Arcipelago – creatività e sostenibilità in Festival e mette l’arte al centro di Biella e del Biellese, declinando la designazione Unesco sui binari che il simbolo del Terzo Paradiso indica: creatività e responsabilità. Per mettere in luce parte dei contenuti dell’evento, anticipiamo alcuni dettagli sulle mostre e sui progetti espositivi che saranno inaugurati il 30 ottobre 2021.
Arte dell’equilibrio/Pandemopraxia
“Questo virus non è venuto per sterminare l’umanità. Non c’è bisogno di un virus vecchio o nuovo per questo… ci pensiamo già noi!”
Paolo Naldini, Pandemopraxia, quasi un manifesto dal tempo del Coronavirus, 23 aprile 2020.
Il testo, nella sua globalità, inquadra come l’assunzione di consapevolezza e responsabilità sulla gestione quotidiana della vita nella nostra comunità di pratica (cioè la demopraxia) risponda alla pandemia: dunque questo manifesto è intitolato Pan-demopraxia.
Piena pandemia. Paura, fragilità, ansia, domande che non trovano risposte. In questa fase di emergenza e incertezza sociale per un’avversità inedita, persone di ogni generazione, rinchiuse tra le mura domestiche, hanno repentinamente dovuto reinventare le loro abitudini, approcciandosi e interfacciandosi più in profondità con la rete digitale, scoprendo limiti e vantaggi della socialità online. In questi frangenti, quando cresceva esponenzialmente il valore della prossimità e della micro-socialità, Cittadellarte ha voluto offrire uno sguardo al futuro, provando a delineare prospettive della vita post-pandemia. Per dar forma a questo processo, la Fondazione Pistoletto si è avvalsa di una serie di ospiti che hanno partecipato, gratuitamente, all’iniziativa Arte dell’equilibrio/Pandemopraxia.
Il Journal diviene, quindi, una sorta di catalizzatore, rete di contatti e pensieri, mosaico di voci e contributi che pur arrivando in maniera discontinua offrivano uno spaccato reale e realistico delle fasi attraversate durante il lockdown prima, le diverse fasce colorate, le aperture e subito chiusure che, per un anno, ci hanno caratterizzato e continuano a caratterizzarci. Così, attraverso l’iniziativa, la pandemia ha potuto ‘trasformarsi’ in un forte impulso verso il progetto di rinascita nel segno del Terzo Paradiso e ogni partecipante, a seconda della propria personale esperienza e professionalità, ha trattato o si è focalizzato su un tema specifico.
Come? Partendo dalle domande che chiudono il brano dei Subsonica intitolato “Terzo Paradiso” e alle quali Paolo Naldini ne ha aggiunte altre, per offrire un ampio panorama di pensieri, idee e opinioni.
“Come sorriderai? Che aria respirerai? Come ti vestirai? Quale lingua parlerai? Come saluterai? Come lavorerai? In che cosa crederai? Quali sogni sognerai? Come ti nutrirai? Cosa ricorderai? Cosa penserai? Cosa produrrai? Come ti divertirai? Su cosa ti impegnerai? Come comunicherai? Dove abiterai? Come curerai? Come giudicherai? Cosa acquisterai? Cosa venderai? Come viaggerai? Cosa offrirai? Chi incontrerai? Come agirai? Che decisione prenderai?”.
Linguaggio, lessico, lingue e modalità differenti hanno plasmato l’identità del progetto, che ha trovato la conclusione all’arrivo del simbolico 100esimo contributo.
Erano tempi di distanza. Il COVID-19 aveva acuito criticità sociali, originando sassi opachi e scuri con cui si ergevano barriere relazionali sempre più forti e disordinate. In questo caos non solo sanitario ed economico, ma anche emozionale, la nostra iniziativa editoriale ha off erto alcuni strumenti per far avvicinare le persone attraverso le pagine virtuali del nostro giornale. Individualità così diverse tra loro ma unite nel tracciare il profilo di un domani nuovo, non necessariamente migliore, ma sicuramente diverso. Attraverso i contributi, abbiamo potuto introdurci delicatamente nel micro-cosmo di vita dei partecipanti, che si sono aperti offrendoci spaccati intimi e personali della loro esperienza con la pandemia. Tra riflessioni, testimonianze e racconti, tra immagini, video e parole, abbiamo potuto tracciare un quadro del passato, del presente e del futuro del mondo che abitiamo attraverso l’espressione non solo di artisti, ma anche di politici, giuristi, cuochi, architetti, musicisti, giornalisti, fashion designer, ricercatori, sportivi, critici, scrittori, docenti e studenti, ecc.
“La rigenerazione di una comunità – così Michelangelo Pistoletto – richiede interventi in tutti i settori. La partecipazione di professionisti nei vari campi rende quindi possibile entrare in uno scambio intersettoriale e in un dialogo che permettono di mettere a frutto la volontà di ogni persona… quindi di creare società”. Ecco, quella pluralità di interventi riflette una volontà comune di cambiamento in senso responsabile della società declinato in diversi settori, tutto in una dimensione locale e globale. L’arte dell’equilibrio ha così fatto nascere in noi una suggestione sfumata di consapevolezza: quella disordinata e controversa barriera causata dal COVID non è più insormontabile.