Era il 30 ottobre 2019 quando Biella entrò a far parte del Network UNESCO Creative Cities per l’ambito Crafts and Folk Art. Dopo due anni da quella prestigiosa designazione, la città ha vissuto una nuova giornata iconica, non solo celebrativa, ma dimostrativa di tutte le best practice e delle realtà che caratterizzano e animano il territorio laniero. Il riferimento è alla 23esima edizione di Arte al Centro, un collegamento non casuale, alla luce del fatto che la rassegna di mostre quest’anno si è coniugata con Arcipelago, Festival della Creatività Sostenibile mettendo l’arte al centro di Biella e del Biellese, declinando la designazione UNESCO sui binari che il simbolo del Terzo Paradiso indica: creatività e responsabilità. L’appuntamento di sabato scorso, come riportato in un nostro precedente articolo, ha proposto nuove mostre intese come dispositivi di attività aperti alla collaborazione di diversi soggetti – oltre che alla fruizione da parte dei visitatori – e ha messo in luce pratiche artistiche di trasformazione dei contesti sociali in cui si sviluppano, realizzate da Cittadellarte e dalla sua rete internazionale consolidata negli anni. L’appuntamento ha fatto registrare un successo di pubblico nonostante l’uggiosa giornata autunnale, con un’eterogeneità di partecipanti sia a livello geografico sia generazionale.
Le visite guidate.
Le best practice di Biella in una mostra
Una delle proposte clou della rassegna è stata Biella Città Arcipelago – Sostenibilità e creatività in atto nel Biellese* (a cura di Cittadellarte, Ufficio Arte e Politica – coordinatore Paolo Naldini, collaboratori Elisa Gilardino e Andrea Trivero): una mostra laboratorio territoriale che racconta un anno di mappatura che sette associazioni giovanili, guidate da Cittadellarte, hanno svolto durante la pandemia e il lockdown. “Più di 100 casi studio, soggetti attivi su uno o più obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, raccontano una visione del Biellese – si legge nel testo curatoriale – come un ‘arcipelago di buone pratiche e di vitalità’, dal settore tessile all’accoglienza e turismo, dalla filiera agroalimentare alla gestione dei rifiuti e delle risorse beni comuni come acqua ed energia, dalla formazione alla mobilità. Il laboratorio e mostra Biella Città Arcipelago, che si sviluppa in sinergia con la Fondazione BIellezza e in raccordo con le istituzioni locali, è uno spazio aperto alla partecipazione cittadina: le organizzazioni di ogni settore sono invitate a proporsi per aderire in itinere non soltanto alla mostra, ma anche al programma in corso di definizione che ne seguirà, composto da incontri tematici sui diversi settori, in collaborazione con i vari tavoli già attivi nel Biellese, orientato a definire e realizzare azioni concrete verso la prosperità sostenibile”. La mostra, insomma, riflette il macrocosmo di iniziative, realtà, associazioni e buone pratiche che sono presenti e attive nel territorio laniero. Un progetto espositivo vivo, che non si limita a mostrare le eccellenze di ogni ambito del tessuto sociale di Biella e provincia, ma si pone come punto di partenza per offrire nuovi spunti e nuove idee per fare rete e porre sotto i riflettori nuove pratiche responsabili. Una mostra fruibile quindi, che invita lo spettatore a dare il proprio contributo: negli spazi espositivi, come parte integrante del progetto, sono presenti delle lavagne sulle quali i visitatori potevano scrivere o segnalare idee e progetti significativi. L’esposizione è dunque progettata per durare ed arricchirsi nel tempo: è un laboratorio in progress, un dispositivo in continuo aggiornamento che includerà, anche dopo l’inaugurazione, altri soggetti attivi sulla sostenibilità e permetterà al visitatore di scoprire dati e storie sempre nuovi ed aggiornati. “Questa esposizione non è il punto di arrivo, ma il punto da cui partire per avviare una vera e propria progettazione partecipata e condivisa con le realtà mappate e non solo. Il laboratorio procederà attraverso gruppi/tavoli di lavoro tematici sulle priorità emergenti dalla mappatura: l’energia e la decarbonizzazione, il tessile e la moda sostenibile, il turismo lento e l’accoglienza, la comunità educante, la filiera agroalimentare naturale e stagionale, l’acqua pulita, i rifiuti e l’economia circolare, la mobilità sostenibile e la comunicazione digitale responsabile. Questa fase del progetto intitolata Forum Biella Città Arcipelago invita tutte le organizzazioni del territorio che vogliono partecipare attivamente alla rinascita del Biellese verso una prosperità sostenibile”.
La mostra Biella Città Arcipelago – Sostenibilità e creatività in atto nel Biellese.
Le opere filmiche
Arte al Centro ha proposto una pluralità di linguaggi espressivi e, tra questi, il video ha avuto un ruolo chiave. Erano infatti visionabili le opere dei vincitori di Sustainable views – punti di vista differenziati, un concorso curato dal Collettivo If – mirato a valorizzare la produzione artistica dedicata all’immagine in movimento che si serve delle nuove tecnologie come nuove possibilità creative e di sensibilizzazione verso il tema della sostenibilità. Le opere in mostra erano le seguenti: Against the Tide di Riccardo Grando e Giacomo Graziano; Bottlefield di Marta Ciolkoswka e Overlayed Symbiosis di Giovanni Chiamenti.
Oltre ai premiati della call, ad Arte al Centro è stato proiettato L’uomo degli alberi, un film di Andrea Trivero che racconta la storia di Daniel Balima, un anziano orticoltore di Tenkodogo, che, pur crescendo senza l’uso delle gambe, riesce a seguire il padre nel vivaio di famiglia, camminando sulle mani. Una storia profonda, d’impatto, di resilienza, che fa riflettere e colpisce lo spettatore.
“Daniel lavora da subito con grande passione e talento – si legge nella sinossi del film – tanto che la sua disabilità, che per molti in Africa significa un destino segnato, è per lui un’occasione: ‘Potevo prendere due strade: chiedere l’elemosina o prendere in mano la mia vita e dedicarmi al lavoro con dignità’. Daniel ha scelto e vinto questa grande sfida e, ogni giorno, semina e coltiva con fatica e gratitudine numerosi ortaggi e piante per i famigliari e per gli amici”.
I filmati non finiscono qui: la rassegna ha dato ampio spazio anche a Over Time, progetto video dell’artista Laura Pugno che è risultato vincitore della IX edizione di Italian Council (2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Si tratta di un’opera video a tre canali che indaga il rapporto tra essere umano e ambiente naturale, da sempre al centro della ricerca di Laura Pugno, attraverso lo sguardo sulla neve, materia insieme potente e vulnerabile, che condiziona climi, sistemi di vita ed economie. “Il progetto sviluppa l’indagine sulla neve – ha spiegato l’artista – che ha intrapreso nel 2018 e condotta nei diversi linguaggi del disegno, scultura, fotografia, installazione e in un ciclo di opere su carta dedicate a Wilson Bentley, fotografo che a fine Ottocento immortalò per primo i fiocchi di neve, restituendo in immagine il fascino esercitato dall’unicità di quei “minuscoli miracoli di bellezza” che piovono dal cielo”. Il film, proposto su tre maxischermi, è stato in grado di catapultare lo spettatore tra la neve delle montagne: suoni, immagini e riprese costruite ad hoc facevano percepire sulla propria pelle il freddo colorato di bianco. La rassegna ha poi proposto il talk Tutta colpa dei neuroni specchio che ha visto Grammenos Mastrojeni (diplomatico e docente di Ambiente e Geostrategia) e Giuseppe Barbiero (docente di Biologia e di Ecopsicologia all’Università della Valle D’Aosta) dialogare con l’artista Laura Pugno e col curatore Andrea Lerda, proprio a partire dalle immagini dell’opera Over Time.
Il convegno Tutta colpa dei neuroni specchio.
Le novità di Cittadellarte
Alla formula della trinamica è dedicato l’Universario che occupa l’intero spazio della sala colonne a Cittadellarte, nel quale sono integrate le aule dell’Accademia di Belle Arti Unidee. Il titolo dell’Accademia di Belle Arti Unidee nasce da una lunga attività avviata nel 1998, con Unidee-Università delle Idee. Il termine ‘università’ era inteso come ‘universalità’. Adesso lo spazio che ospita l’Accademia prende il nome Universario, ed è totalmente dedicato alla creazione come fenomeno universale. Negli spazi dell’Universario sono presenti i processi che portano alla formula della creazione. Questo luogo è dedicato non solo alla formazione degli studenti ma anche a quella della società, a partire dai visitatori. Percorrere l’Universario è come visitare un centro di ricerca scientifica totalmente centrato sull’arte, dove si mostrano le più avanzate scoperte che portano alla formula della creazione. I processi di ricerca e scoperta sono presentati negli spazi e attraverso un tavolo multimediale studiato e realizzato dal CNR (Centro Nazionale di Ricerca).
Sono state proposte al pubblico nell’esposizione permanente di Pistoletto, nello spazio riservato ai quadri specchianti, anche i Quadri specchianti più recenti del maestro biellese, dal 2019 al 2021.
Tra le novità inaugurate figura la mostra Arte dell’Equilibrio/Pandemopraxia, a cura di Francesco Saverio Teruzzi e Luca Deias: un appello, 100 autori, 2 interviste speciali a Michelangelo Pistoletto e Carlo Ratti, e un “quasi manifesto” redatto ai tempi del Coronavirus da Paolo Naldini. Un’avventura lunga un anno che nel pieno della pandemia ha cercato, indagato e proposto, futuri alternativi possibili nel post Covid. il progetto mette in luce un racconto attraverso le immagini, gli incipit degli articoli e di video, di una rubrica del Journal di Cittadellarte che ha visto protagonisti in un alternarsi discontinuo ambasciatori del Terzo Paradiso, architetti, artisti, attori, cantanti, chef, designer, insegnanti, membri delle istituzioni, politici, professionisti del mondo dell’arte e della moda, studenti e ospiti di ogni ambito del tessuto sociale. Presso la sede permanente del Terzo Paradiso era inoltre presente la mostra Oggetti del Terzo Paradiso con le seguenti opere: Omaggio a Michelangelo Pistoletto (specchi, tubolari di ferro e scarti di lamiera, 200 x 300 x 200), di Sebastiano Pelli, Davide Carnevale e Francesco Saverio Teruzzi; un’installazione – creata in collaborazione con Vimar 1991 – di un Terzo Paradiso sospeso, realizzato facendo scendere i filati dell’azienda biellese; la prima delle tele del Terzo Paradiso del progetto Kids Guernica, a cura di Savina Tarsitano, Takuya Kaneda e Francesco Saverio Teruzzi, 2019; Terzo Riflesso di Alessandro Lista, 2015; lo specchiante – a cura di Giorgio de Finis – che presenta un Terzo Paradiso in pellicola nera con le firme dei partecipanti del Rebirth Day tenutosi al Macro Asilo il 21 dicembre 2019. Nello stesso spazio di via Cernaia sono state inoltre esposte le opere vincitrici del concorso di illustrazioni indetto dall’Embajada Rebirth / Tercer Paraíso di Cuba e da Galleria Continua de L’Avana.
Immagini: Universario (1, 2); Quadri specchianti (3, 4); mostra Arte dell’Equilibrio/Pandemopraxia (5, 6).
La moda sostenibile
CirculART, presentato in occasione di Arte al Centro, è il progetto curato e prodotto da Cittadellarte che mette in contatto aziende, artisti e fashion designer per dar vita a nuove forme di linguaggio capaci di ispirare il cambiamento. L’incontro e integrazione tra due dimensioni apparentemente lontane e diverse non può che generare risultati inaspettati, innovativi e potenzialmente migliorativi rispetto ad uno status quo non più sostenibile. Per questo Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ha dato il via alla seconda edizione di CirculART: CirculART II – Art Interwoven with the Supply Chain, un progetto per il rinnovamento sociale, frutto di un percorso di integrazione ed inclusione tra il mondo dell’arte e quello dell’industria, che prende forma in una mostra che inaugura in occasione di Arte al Centro negli spazi di archeologia industriale recuperata di Cittadellarte. Anche in quest’ottica, aziende ed artisti hanno raccontato, attraverso le opere create per il progetto, come si possa essere innovatori consapevoli, apportando elementi concreti di resilienza sociale ed ispirandosi ai bisogni attuali dell’ecosistema in cui la nuova umanità va configurandosi. Sono quattro gli artisti coinvolti in CirculART II – Silvia Giovanardi, Ryts Monet, Giulia Pellegrini e Marcello Pipitone – e tredici le aziende tessili d’eccellenza con le quali sono stati chiamati a confrontarsi. La pura e inedita lettura della realtà industriale da parte degli artisti servirà a delineare e rivelare, in quattro originali opere d’arte, nuovi paradigmi progettuali fondati sull’economia circolare e sull’etica. Opere create per ispirare non solo l’industria tessile, ma tutti i settori produttivi, a riallineare la propria attività con la promessa ultima del fare impresa: rispondere alle reali esigenze dell’umanità. Le aziende partner dell’iniziativa sono: Cotonificio Albini SPA, Eurojersey SPA, Flainox srl, Filatura Astro srl, Lanificio F.lli Cerruti, Lenzing Group, Milior sas, Officina+39, Ribbontex srl, Taroni SPA, Tessuti di Sondrio, Tintoria Emiliana e Vimar 1991. Confrontandosi ed integrandosi con la ricerca artistica queste aziende hanno dato la possibilità di esplorare in modo originale come le proprie tecnologie, i materiali e i processi sviluppati ad oggi possono contribuire ad ispirare la stesura di un nuovo capitolo della rivoluzione industriale in atto, necessariamente protesa a riconnettersi e riequilibrarsi con dimensioni naturali e sociali troppo a lungo sfruttate. Scopo del progetto è stato anche quello di spingere la ricerca artistica a confrontarsi con i diversi comparti che compongono la filiera tessile, lavorando con organizzazioni che hanno scelto di abbracciare l’idea di sostenibilità e di sviluppare la loro attività in modo innovativo e lungimirante.
Una delle artiste protagoniste del progetto, inoltre, ha proposto ad Arte al Centro la performance Freedom (nel contesto della mostra CirculART). Uno spettacolo romantico, emozionale, intimo che ha raccontato il momento in cui l’artista ha scoperto e vissuto intensi frangenti di amore e libertà.
Da segnalare, infine, laboratorio per bambini (6-11 anni) Re-wearing, che ha offerto la possibilità a un target di giovanissimi di ridare una nuova vita a un capo di abbigliamento che non veniva più indossato, sensibilizzando così i partecipanti sul tema del riciclo e della circolarità.
Immagini: CirculART II (1, 2); Freedom (3, 4); Re-wearing (5, 6).
Le giovani generazioni
Le scuole sono cuore pulsante del futuro di una comunità. Ad Arte al Centro, Cittadellarte ha dato voce agli studenti non solo tramite il processo di mappatura della mostra Biella Città Arcipelago, ma anche attraverso l’esposizione dell’IIS “Eugenio Bona”, con una mostra curata e realizzata dal corso Professionale per i Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale dell’Istituto Bona in collaborazione con l’artista e fotografo Damiano Andreotti. Il riferimento è al progetto Alice oltre il LockDown, che fa parte dei percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento che negli anni della pandemia ha coinvolto la classe G, dalla quarta fino all’esame di stato. “Il percorso ha avuto lo scopo di relazionarsi in Didattica a Distanza e in Didattica Digitale integrata, con l’artista che ha svolto interviste alle allieve interessate e scattato foto a distanza – spiegano i docenti che hanno seguito il progetto – per creare un racconto di classe che spiegasse la loro convivenza con la pandemia. Il percorso è poi proseguito nell’ultimo anno del loro corso di studi con la realizzazione dei testi per la mostra, con la collaborazione dell’insegnante di Psicologia Arabella Debernardi, e di una brochure, con la coordinazione progettuale del docente Alberto Fontanella che, come Ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso, ha sostenuto la valenza artistica e rigenerativa del progetto che intende l’arte anche come processo e cura dell’anima. Andreotti ha poi proseguito l’indagine emozionale fotografica con alcune foto fatte in presenza durante le ore di rientro presso l’istituto scolastico. Anche in questo secondo momento, mentre le allieve partecipavano allo shooting, l’artista Andreotti le ha intervistate raccogliendo, oltre agli scatti, anche le loro reazioni emotive”. Il risultato è d’impatto: in mostra sono proposte coppie di fotografie che ritraggono volti in primo piano di giovani, con e senza la mascherina chirurgica. Non risulta complesso leggere attraverso gli occhi immortalati da quelle immagini ed è facile rimanere colpiti da quel mosaico espressivo.
Alice oltre il lockdown.
Il Biellese tra lavoro e nutrimento
Il legame con Biella ha preso forma anche attraverso due contenuti chiave in tema cibo e lavoro. In merito a quest’ultima parola chiave, ad Arte al Centro era visitabile la nuova mostra Da 120 anni con i lavoratori, curata da Luigi Spina (direttore scientifico), Simonetta Vella, Brunello Livorno, Lorenzo Boffa Sandalina, Daniele Mason (testi e ricerca iconografica), Pier Giorgio Clerici (montaggio video) ed E20progetti (allestimento). L’esposizione è incentrata sulla storia della Camera del Lavoro di Biella e racconta gli eventi che dall’inizio del XX secolo hanno avuto sia sul piano locale, sia su quello nazionale e internazionale il maggior impatto sulla società e sulle condizioni di vita di milioni di cittadini italiani. Ai visitatori è stata quindi offerta l’occasione di una esperienza immersiva all’interno di un percorso storico lungo centoventi anni e aperto sul futuro. “Non si tratta – hanno spiegato gli organizzatori – di un evento autocelebrativo – un selfie -, ma uno specchio nel quale, in ottica retrospettiva e attuale, riconoscersi”. Il progetto espositivo dà infine spazio al Contratto della Montagna, con una ricostruzione delle vicende e dei protagonisti di questo importante tassello della storia del territorio Biellese.
L’ambito nutrimento è stato approfondito grazie a Let Eat Bi, che ha proposto un punto informativo dell’associazione – mettendo in vetrina prodotti ed eccellenze dei partner – e una mostra pomologica curata da Marco Maffeo. Molto apprezzata quest’ultima, con innumerevoli post sui social pubblicati dai visitatori. Una mostra semplice, ‘frutto della natura’, che ha però scatenato la curiosità dei presenti, colpiti dalla varietà di mele esposte. Il cibo è stato l’elemento chiave anche in altri momenti della rassegna: durante l’opening sono stati offerti vin brulé e castagne, mentre la cena proposta era a base di zucca, come a evidenziare i principi di Let Eat Bi: mangiare locale, naturale e stagionale.
Alcune immagini dal progetto espositivo Da 120 anni coi lavoratori e la mostra pomologica.
Il tema dell’acqua e l’open studio
Ad Arte al Centro è stata presentata la Cervo Project Room, che ha presentato una serie di ricerche condotte nell’ultimo anno dagli artisti Annalisa Zegna e aaron inker sul torrente Cervo come elemento centrale dello sviluppo del territorio biellese, attraverso una riflessione sull’ecologia, sul rapporto con l’ambiente e sulle relazioni tra umano e non umano. Come possono intervenire la pratica artistica e l’azione culturale nell’immaginario locale e nel rapporto che gli abitanti hanno con il torrente? La Cervo Project Room rappresenta un archivio in divenire e la prima fase del progetto Osservatorio sul Torrente, una piattaforma di ricerca interdisciplinare che si focalizza sul fiume come bene comune ed elemento centrale dello sviluppo sociale, politico, culturale ed economico del territorio biellese. L’Osservatorio nasce per raccogliere e promuovere ricerche e approfondimenti interdisciplinari che mettano in discussione il rapporto tra gli abitanti e il fiume, stimolare nuove esperienze partecipative che mettano in luce gli aspetti meno considerati o dimenticati del territorio, con l’obiettivo di innescare la creazione di altri immaginari e costruire una nuova narrazione collettiva del rapporto con il fiume.
Durante la giornata è stato poi proposto un open studio – curato dall’artista Matteo Marchesi con la mentorship di Federica Tardito e in collaborazione con Annalisa Zegna – che è stato la restituzione della residenza di ricerca e del laboratorio nati dalla collaborazione tra Fondazione Piemonte dal Vivo, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e Spazio Hydro, sviluppati all’interno di Fluviale. Arte, ambiente e ricerca sociale, programma multidisciplinare dedicato al torrente Cervo, al territorio e ai suoi abitanti. Come si costruisce un luogo collettivo in cui è possibile manifestare potere senza nuocere a se stessi e ad altri? Che ruolo giocano le cornici e i contesti in cui agiamo nel manifestare una forma di potere? Che cosa accade e dove si approda quando si perde o si abbandona uno stato di controllo? Attorno a queste domande si è sviluppata la ricerca di Matteo Marchesi, con 8 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 20 anni, a contatto con la progettualità Luria, intitolata alla personificazione folkloristica della piena del torrente Cervo. L’Open Studio è stato poi l’occasione di condividere e confrontare i segni, le memorie e le dinamiche di questa esperienza e di questo processo, profondamente intrecciato al corpo, alla configurazione topografica del torrente Cervo e alla materia, organica e non, trasportata dallo stesso. Il laboratorio di ricerca rientra all’interno di CollaborAction kids – azione del Network Anticorpi XL dedicata alla diffusione di nuove opere destinate alle giovani generazioni.
Immagini dall’Open Studio (1, 2, 3); Nomade (4, 5); le Corazze di Enrica Borghi (6).
L’opening
L’opening ha preso il via alle 18 nello spazio Tettoia di Cittadellarte. Di fronte all’ex Concept era installata l’opera Nomade di Enrica Borghi: una Yurta, luogo di sosta ma anche di incontro, scambio, conversazione, dibattito sulle tematiche legate all’economia circolare, all’ambiente e alle problematiche dello smaltimento delle materie plastiche. Il manufatto presenta una struttura in legno (come da disegni costruttivi delle iurte classiche) a cui è stata aggiunta una copertura realizzata con materiale di scarto di tipo plastico, materiale che connota le opere di Enrica Borghi attraverso il suo ‘segno stilistico’, dalle bottiglie tagliate e assemblate con moduli geometrici ai sacchetti in polietilene cuciti per comporre patchwork cromaticamente accattivanti. Tra i colori della Yurta e i profumi delle castagne e del vin brulé ha poi preso il via l’opening con l’intervento inaugurale di Paolo Naldini. Il direttore di Cittadellarte ha curato questo momento vis à vis col pubblico, dando poi voce a ospiti, curatori dei progetti e istituzioni. Intervento dopo intervento si è articolata l’opening, che ha ‘restituito’ in poco più di un’ora i progetti chiave che hanno visto impegnata Cittadellarte e tutta la sua rete internazionale. Sono intervenuti, per l’occasione, anche Michelangelo Pistoletto e Giuliana Carusi Setari, presidente di Cittadellarte, ma non sono mancati gli interventi di politici – come il sindaco di Biella Claudio Corradino e l’assessore all’UNESCO Barbara Greggio -, dei responsabili e coordinatori del progetti in mostra – Juan Sandoval e Olga Pirazzi per CirculART e Andrea Trivero ed Elisa Gilardino per Biella Città Arcipelago – o di figure chiave delle associazioni del territorio, come il presidente della Fondazione BIellezza Paolo Zegna.
Paolo Naldini (1); Claudio Corradino e Paolo Naldini (2); Barbara Greggio (3); Paolo Zegna (4); Giuliana Carusi Setari (5); Olga Pirazzi e Juan Sandoval (6); Elisa Gilardino e Andrea Trivero (7); Michelangelo Pistoletto (8); Saverio Teruzzi (9); Giuliana Carusi Setari, Michelangelo Pistoletto e Luigi Coppola (10).
In chiusura è stato assegnato il Minimum Prize** a Luigi Coppola, “un artista promotore di pratiche partecipative – viene specificato nelle motivazioni del premio – e azioni a sfondo politico. Dopo le prime esperienze nel teatro sperimentale, lavora per attivare processi di lungo periodo in gruppi e comunità. Dal 2013 Luigi partecipa all’istituzione dell’associazione culturale e cooperativa Casa delle Agriculture a Castiglione d’Otranto (Lecce), che mira a rigenerare terre abbandonate, ripopolare le campagne, generare economia sostenibile e rafforzare la coesione delle comunità. Il collettivo organizza il festival dell’agricoltura “Notte Verde: Agricoltura, utopie e comunità”, con l’obiettivo di discutere di temi come la biodiversità, l’economia circolare e modelli di sostenibilità territoriale. All’interno di questa piattaforma, Luigi ha avviato la Scuola di Agriculture, che combina l’apprendimento agro-ecologico con le strategie artistiche di teatro, filosofi a e musica, e si basa sulle dinamiche partecipative e di condivisione della comunità di agricoltori e attivisti. Un’altra linea di ricerca e di pratica è in connessione con l’idea del bene comune monetario come possibile strategia per espandere l’autonomia economica e le politiche di solidarietà attraverso un Patrimonio Comune, un conto condiviso tra 11 persone. La sua pratica artistica è legata al processo di riappropriazione dei beni comuni che parte dall’analisi di specifici contesti sociali, politici e culturali. Nella sua pratica investigativa, Luigi mira a costruire un processo di svelamento dei meccanismi della produzione artistica all’interno di processi collettivi. Sta sperimentando un approccio che cerca di intervenire a tutti i livelli della costruzione dei beni comuni: a partire dal primo svelamento di uno stato latente, attraverso l’attivazione dell’immaginario sociale condiviso, alla traduzione simbolica dei processi in dispositivi visuali e in narrazioni, fino all’attivazione dei riti fondamentali. Luigi sviluppa la grammatica della co-creazione avvicinando gli individui tra di loro e alle loro comunità di pratica, le loro organizzazioni, come componenti fondamentali del tessuto sociale. Permette un’attuazione visibile e d’impatto delle dinamiche sociali minime alla base di tutta la realtà umana”. Il sipario sulla giornata è calato con il concerto dell’orchestra degli studenti del Conservatorio G. Cantelli di Novara (nelle foto sotto), che si è esibita con due composizioni scritte dai giovani allievi sui temi dell’Agenda 2030, e in particolare in relazione ai giovani e agli obiettivi 4 e 8 e alla dignità dell’educazione e del lavoro.