Non si placa il problema plastica che imperversa sul nostro pianeta. Basti considerare la situazione degli oceani, sempre più inquinati e colmi di rifiuti (fino a formare delle isole artificiali di spazzatura, come scritto in un nostro precedente articolo). Alcune nazioni si stanno muovendo per ovviare al problema, come il Kenya, che ha messo al bando i sacchetti di plastica. Il divieto riguarda soprattutto le buste utilizzate dai commercianti ma l’obbligo varrà anche per gli imballaggi di plastica. Il governo dello stato dell’Africa orientale, infatti, con sei mesi d’anticipo rispetto alla messa in vigore, ha annunciato la decisione di dire basta a quel tipo di buste della spesa.
Per comprendere l’importanza della mossa del ministro dell’ambiente Judy Wakhungu è sufficiente analizzare le pene che saranno inflitte a chi fabbrica o importa i sacchetti incriminati. Si parla di multe salatissime, fino a 32mila euro, e, nei casi più gravi, il carcere, fino a quattro anni di detenzione. Una svolta che è già iniziata e che ben presto diventerà netta, con l’obbiettivo di cessare la produzione e successiva distribuzione degli oltre 100 milioni di buste prodotte all’anno in Kenya.
In questa battaglia alla plastica, anche l’Italia è pronta a dire la sua. Il divieto definitivo della commercializzazione di shopper non biodegradabili risale al 2012 e dal 21 agosto 2014 esistono sanzioni amministrative pecuniarie per chi non rispetta tale divieto. Dal primo gennaio 2018, inoltre, entrerà in vigore una nuova legge sui sacchetti e o fogli di imballaggio del materiale in questione. Questi dovranno obbligatoriamente essere sostituiti con shopper biodegradabili a pagamento e compostabili secondo lo standard internazionale Uni En 13432, con la materia prima rinnovabile del 40% minimo. Nel caso non vengano rispettate le nuove direttive? Multe salate, con sanzioni dai 2500 ai 100mila euro. Quello che verrà applicato con l’inizio del nuovo anno è solo un primo passo: la materia prima rinnovabile dovrà essere del 50% con l’inizio del 2020 e del 60% dal primo gennaio dell’anno successivo.
Che queste nuove regole siano l’inizio della fine per la plastica?Si tratta di un cambiamento non indifferente, ma le soluzioni, anche senza attendere le nuove leggi, sono semplici e attuabili anche dai clienti dei supermercati e da chiunque. Un’opzione è quella di cercare di abolire l’usa e getta e ricorrere a contenitori riutilizzabili. A questo proposito è anche nata la campagna “Porta la sporta“, che sensibilizza all’utilizzo delle borse a discapito dei sacchetti. I sostenitori fanno delle “quattro erre” il loro motto: “Rifiuta (l’usa e getta), riduci, riusa, ricicla”.