I ‘Fridays for Future’ hanno conquistato il nostro pianeta: venerdì scorso i giovani di ogni parte del mondo hanno alzato la voce per un futuro sostenibile. Quali prospettive attendono le nuove generazioni? Come può avvenire un cambio di rotta sul fronte ambientale? Sulle orme del movimento ‘Global Climate Strike’ ed emulando la condottiera green Greta Thunberg, anche nella nostra pensiola si sono tenute centinaia di manifestazioni. I protagonisti dell’iniziative di protesta sono stati ragazzi e ragazze, che hanno rinunciato a un giorno di scuola per porre sotto i riflettori – mediatici e non – la salute del nostro pianeta. A Savona, come in altre città italiane, è andato in scena un evento ad hoc che ha visto anche la partecipazione di Daniel Tarozzi.
Il direttore del Journal, invitato dai giovani a prendere parte all’iniziativa (come relatore), è intervenuto durante un discorso pubblico e ha fatto il punto sulla questione ambientale: “È da sei anni – ha esordito – che giro la nostra penisola per scoprire le realtà e le pratiche virtuose che i media non ci raccontano. L’Italia non è quella che pensiamo! La maggioranza delle persone sono come voi, che siete qua oggi per manifestare e per provare a ‘cambiare le cose’. Ma sbagliamo se crediamo di non avere alcun potere, anche se non ci sentiamo rappresentati non dobbiamo pensare che siano altri a risolvere i nostri problemi. Qualcuno di voi, durante gli interventi che hanno preceduto il mio, invitava i politici ad agire, ma finora non è mai accaduto: io ho 40 anni, già 25 e 15 anni fa manifestavo per le stesse ragioni, ma non siamo stati ascoltati. Dobbiamo essere noi a intervenire! Non è un modo di dire, non è retorica: dipende solo da noi, anche perché nessun politico ci cambierà mai la vita”.
Il direttore del Journal e di Italia Che Cambia (nella foto a fianco durante il suo intervento) ha continuato spiegando le possibili soluzioni per ottenere una trasformazione ambientale e sociale: “Se desideriamo un cambiamento – ha argomentato Daniel – l’unica possibilità è attivarci, non solo come individui, ma come famiglie, comunità, scuole e imprenditori. Non si può manifestare e poi fare, ad esempio, un uso non sostenibile dell’auto e della plastica, seguendo uno stile di vita che inquina. Bisogna agire, non solo nelle manifestazioni. Basti considerare l’impegno profuso per la questione ambientale da Greta Thunberg: è straordinaria, ma non può essere lei a cambiarci la vita. Tutti siamo Greta, ognuno di noi deve trovare dentro di sé un cambiamento, non solo a livello singolo, ma anche collettivo. Dobbiamo sensibilizzare su questi temi le nostre famiglie e la nostra cerchia sociale. In questi anni – ha concluso – su italiachecambia.org, abbiamo documentato migliaia di progetti che raccontano un’Italia virtuosa: sono tantissimi i giovani che si stanno impegnando in iniziative straordinarie senza aspettare che qualcuni li aiuti. Il futuro va costruito: dipende solo da noi!”
Pubblicato da Italia Che Cambia su Venerdì 15 marzo 2019