Ci siamo mai fermati a pensare ai costi che ogni famiglia deve sostenere per prendersi cura del proprio bambino nei suoi primi anni di vita? I neonati cambiano taglia velocemente in un solo anno e utilizzano le tutine soltanto per un periodo molto limitato. Le spese mensili che ogni genitore deve affrontare nei primi 12 mesi di vita del proprio piccolo è stata stimata dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori tra un minimo di circa 7 mila euro ad un massimo di circa 15 mila euro l’anno, senza contare che la maggior parte dei capi acquistati sono realizzati con tessuti sintetici.
Ma che fine fanno, poi, tutti quei vestiti? A volte si gettano, altre si ripongono in soffitta, aspettando di poterli riusare in seguito per una futura nascita o per un proprio familiare.
Tanti sono gli sprechi di cui non si tiene conto; allarmante è la stima del consumo mondiale, che ormai da tempo si verifica molto prima dell’Overshoot day, ovvero il giorno dell’anno in cui l’umanità ha esaurito tutte le risorse che è in grado di produrre in quello stesso periodo.
A tal proposito è nata una nuova start-up italiana, YouKoala, che sta cercando di introdurre il concetto di sostenibilità nel mondo della moda, in particolare nel settore della produzione di vestiario per i neonati. Vincenzo Rusciano (CEO), Livio Pedretti (CTO) e Vincenzo Fierro (pediatra e allergologo), si sono uniti per dar vita ad un progetto innovativo volto a limitare lo spreco, introducendo la nozione di riuso, e la produzione di vestiti realizzati senza fertilizzanti.
Nello specifico è un servizio di abbonamento mensile; basta accedere al sito, comunicare le misure del proprio bambino e scegliere un kit di vestiti (da 12 a 48 capi), che ogni mese sarà possibile cambiare, rimandando indietro le tutine ormai piccole e ricevendone della misura più grande.
Tutti i capi, inoltre, sono creati con cotone organico, certificato GOTS, e il contenuto di ogni kit cambia a seconda dell’età del neonato e della stagione in cui si richiede l’ordine. In questo modo si risparmierà denaro, ma anche tempo, e si proteggerà l’ambiente da inutili sprechi: soltanto per la realizzazione di una maglietta sono necessari circa 2700 litri d’acqua e, se si pensa che una tutina per un neonato verrà utilizzata soltanto per un mese, si comprenderà il dispendio di risorse ambientali che, inconsapevolmente, un genitore compie.
Grazie a questi kit si minimizzerà l’impatto ambientale per due motivi: tutti i capi restituiti, una volta che non potranno più essere utilizzati dal proprio bambino, saranno sottoposti ad un processo di sterilizzazione professionale e di verifica, per poter essere indossati in seguito da qualche altro neonato, mentre nel lavaggio si utilizzeranno detersivi biodegradabili, con certificazione ECARF che attesti il più alto livello di protezione contro le allergie.
I tre ideatori, quindi, propongono un armadio condiviso tra bambini, i quali saranno vestiti sempre con abiti di qualità, delicati sulla pelle e ipoallergenici. Per quei genitori, invece, che preferiranno non utilizzare capi usati basterà selezionare l’opzione che consente di richiedere, al momento della sottoscrizione, l’invio di soli abiti nuovi.
Sembra essere un’idea solidale che non proteggerà soltanto la salute dei bambini dall’utilizzo di vestiti di basso valore, ma anche quella del nostro pianeta.
Qualche mese fa, infine, YouKoala ha vinto due concorsi di start-up: il ‘We Start Challenge’ e il ‘Digital for non-profit’. Entrambi i premi sono un’attestazione molto importante per l’iniziativa, che concede una qualifica maggiore al progetto proposto.
Immagine di copertina: foto di repertorio