La tavola rotonda de “Le stanze della moda sostenibile” – Maria Teresa Pisani e l’SDG 12
Inizia la rassegna di articoli dedicata agli interventi dell'appuntamento andato in scena a Cittadellarte durante la mostra evento del 14 ottobre. "Gli impatti sociali e gli effetti sull'ambiente della produzione e del consumo nell'industria della moda - ha dichiarato Maria Teresa Pisani, Capo del Programma Commercio Sostenibile alla "United Nations Economic Commission for Europe UNECE" - sono devastanti. In linea con il 12esimo Obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile, vogliamo ovviare al problema, anche grazie all'innovazione".

Come annunciato in un nostro precedente articolo, metteremo in luce tutti gli interventi della tavola rotonda della mostra evento “Le stanze della moda sostenibile”. A dare il via alla rassegna di testimonianze è Maria Teresa Pisani, Capo del Programma Commercio Sostenibile alla “United Nations Economic Commission for Europe UNECE”.
“Stiamo lavorando – ha dichiarato – a Ginevra al “Textile for SDG 12 – Tessile per l’SDG 12″, obbiettivo per il consumo e la produzione responsabile, che è uno degli scopi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, lanciata dall’Assemblea Generale a New York nel 2015. Perché il tessile? Perché è la seconda più grande industria al mondo, con un volume d’affari di 3mila miliardi all’anno, 80 milioni di capi prodotti e circa 70 milioni di occupati, che sono per il 75% donne. Il problema però, è che gli impatti sociali e ambientali della produzione del consumo di quest’industria sono, purtroppo, devastanti. Un esempio è la produzione del cotone in Uzbekistan – uno dei più grandi produttori di questa fibra tessile – che ha letteralmente prosciugato il lago d’Aral con gravi conseguenze politiche, per la società e per l’ecosistema. I profitti dell’industria della moda, inoltre, spesso derivano dallo sfruttamento del lavoro in condizioni disumane e dal pagamento di salari ben al di sotto di quelli minimi. Per non parlare degli effetti sulla salute. Associazione Tessile e Salute stima che l’8% circa delle malattie dermatologiche siano causate dai vestiti e dalle scarpe che indossiamo.

Sappiamo quindi – argomenta Pisani – il what, il problema rappresentato da un sistema industriale che deve diventare più sostenibile; ma la questione su cui riflettere è l‘how, cioè come intervenire. Rendere la produzione nell’intera filiera del tessile sostenibile è quindi un passo fondamentale ed è su questo che il ‘Textile for SDG 12’ si concentra, focalizzandosi sugli aspetti della tracciabilità e della trasparenza della filiera. Rendere le scelte di produzione e di consumo più informate e responsabili, infatti, è la base su cui ci concentra il progetto. Stiamo portando avanti ‘Textile for SDG 12’ con tutti gli ‘stakeholders’: i governi, le organizzazioni non governative, il mondo delle imprese e anche Cittadellarte. Da sottolineare, inoltre, il ruolo dell’innovazione portata avanti da startups come Debatelier e Orange Fiber – le analizzeremo nei prossimi articoli, ndr -, che sono molto orgogliosa di presentare in questa tavola rotonda. Sono aziende giovani e innovative che hanno fatto della sostenibilità la loro missione e che rappresentano il futuro”.

(Nell’immagine Maria Teresa Pisani al microfono – Photo credit: Damiano Andreotti)