Tre giorni, dodici sfilate e oltre 10mila visitatori: ecco, in poche parole, cos’è “Mad Mood“, seconda edizione dell’appuntamento all’insegna della moda e della sostenibilità, andato in scena nello scorso weekend a Milano. L’iniziativa, da sempre vetrina dei fashion designer più giovani, è una kermesse che mira alla scoperta e alla valorizzazione dell’innovazione, senza rinunciare alla tradizione. “Moda e Cibo – spiegano gli organizzatori nell’opuscolo di presentazione – diventano efficienti strumenti di comunicazione e promozione di un territorio e dell’identità di un paese, veicolando messaggi legati all’innovazione e alla sostenibilità, obiettivi lungimiranti per un futuro migliore. Questa la sfida dell’evento, che intende sensibilizzare i giovani a uno stile di vita ecosostenibile”.
Nel contesto dell’iniziativa i riflettori erano puntati sul “Mad Mood fashion talent 2017”, che ha chiuso il programma delle tre giornate. Si tratta di un concorso per designer emergenti delle scuole di moda, dove gli studenti hanno lavorato all’utilizzo di “tessuti innovativi” al fine di creare un outfit originale ispirato al tema proposto. Quello di questa edizione è stato “Acqua, Energia Vitale”. L’obiettivo? Sensibilizzare i partecipanti all’importanza dell’acqua come bene da tutelare. Questa sfumatura ambientale è molto legata al settore moda perché nei processi tessili i colori e i sali possono risultare inquinanti. Da questo presupposto l’esigenza e la ricerca di produzioni ecosostenibili, anche a partire dalla tematica del concorso. La creatività a disposizione dell’ambiente. L’appuntamento, comunque, anche nella precedente edizione ha strizzato l’occhio alla sostenibilità; l’anno scorso il tema scelto era “Il food mediterraneo”.
Olga Pirazzi, responsabile ufficio moda di Cittadellarte, faceva parte della giuria di professionisti del settore che ha selezionato i vincitori. Aurora Leopardi si è aggiudicata il premio “Mad Mood” e Camilla Carrara è risultata la vincitrice del “Premio sostenibilità”. Leopardi ha realizzato un outfit, che, ispirandosi all’acqua, racconta la donna e i suoi desideri, come simbolo di una trasformazione interiore (nell’immagine).
Per quanto concerne la sostenibilità, Carrara, è stata votata per il suo abito che è il risultato di un mix di campioni di tessuti provenienti da fornitori certificati. In parte sono tessuti che offrono una totale trasparenza della tracciabilità, compresi i passaggi del processo di produzione, dalla selezione dei materiali grezzi al prodotto finito. Un’altra sezione è caratterizzata da tessuti speciali creati utilizzando un nuovo filato interamente Made in Italy, realizzato con rifiuti di seta e denominato “GreenFiberTM”. Il terzo elemento di questa collezione è caratterizzato da una speciale seta hi-tech con un filato innovativo.
Gli indumenti realizzati Aurora Leopardi
Immagine di copertina: abito di Camilla Carrara.
La giuria tecnica di professionisti del settore è stata presieduta dal Cav. Mario Boselli (Presidente Onorario della camera della moda italiana), e – oltre a Olga Pirazzi – costituita da: Beppe Pisani (Presidente CNA Federmoda Lombardia), Anna Fendi, Roberto Portinari (Piattaforma Sistema Formativo Moda), Antonio Mancinelli (Caporedattore Marie Claire), Pietro Lenna (Dirigente Settore Moda Regione Lombardia), Claudia Origgi (Responsabile Ricerca Stampe Roberto Cavalli), Anna Barattoni (AB Luxury Lab), Monica Re (Studio Re Public Relations), Adriana Di Lello (Elle Italia Magazine), Angelo Ruggeri (Milano Finanza), Myra Postolasche (Vogue Talent).