Moda sostenibile, la (condi)visione di UNECE e Cittadellarte per cambiare il mondo
Il 19 giugno alla Triennale di Milano, a distanza di 3 anni dal lancio di "The Sustainability Pledge", si è tenuto l'evento "Vision & Visibility: Scaling Transparency", organizzato dalla Commissione economica per l'Europa dell’ONU e dalla Fondazione Pistoletto. La giornata ha preso forma attraverso un mosaico di voci e talk di relatori di autorevolezza globale - come il Segretario esecutivo dell’UNECE Tatiana Molcean, il Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, l'imprenditore Gunter Pauli e la giornalista Dana Thomas, ma anche Michelangelo Pistoletto e il direttore di Cittadellarte Paolo Naldini - che sono intervenuti su differenti piani sul tema della tracciabilità e della trasparenza nelle industrie dell’abbigliamento e delle calzature. “Visione e visibilità sono connesse - ha affermato Naldini in riferimento al titolo dell'iniziativa - in una sorta di reciproco inseguimento. Quando la visione diventa visibile essa è comunicabile, può diventare traguardo, obbiettivo, può mobilitare risorse e attivare persone. Può diventare politica, unendo le persone verso un fine comune e condiviso”.

Quale relazione lega l’UNECE e Cittadellarte? Da una parte figura la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa che riunisce 56 Stati membri di Europa, Nord America ed Asia, promuovendo l’integrazione economica e la cooperazione paneuropea, sviluppando avanzate linee-guida in ambiti come la sicurezza nel trasporto stradale, il commercio, l’ambiente e l’energia sostenibile, gestendo inoltre i seguiti delle numerose Convenzioni concluse in tali materie; una piattaforma multilaterale, che promuove lo sviluppo sostenibile e la prosperità economica tra i suoi Paesi membri. Dall’altra un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, riconosciuta nel 1998 dalla Regione Piemonte e con essa convenzionata, con sede a Biella in un’ex manifattura laniera, complesso di archeologia industriale tutelato dal Ministero dei Beni Culturali. Cittadellarte è un nuovo modello di istituzione artistica e culturale che implica l’arte nei diversi settori della società come un enzima di trasformazione costituito sul binomio autonomia/responsabilità; come tale sviluppa, oltre a consolidate funzioni espositive e di formazione, un’arte direttamente impegnata, mirando a ispirare e contribuire a un cambiamento responsabile del nostro pianeta su più livelli. Ecco, due realtà all’apparenza non così distanti, ma nemmeno così vicine. Con uno sguardo più attento, si può invece constatare come uno dei loro obiettivi sia comune: impegnarsi, seppur con declinazioni differenti, per dare applicazione ai 17 goals di sviluppo sostenibile legati all’Agenda 2030. E, nello specifico, c’è un tema che non solo interessa Cittadellarte e UNECE, ma li ha portarti a connettersi e a collaborare: la moda sostenibile.


Da Ginevra a Milano
Solo tre mesi fa, presso la sede dell’ONU a Ginevra, è stato inaugurato Glacial Threads: From Forest to Future Textiles, progetto realizzato dal Gruppo Lenzing che affronta il tema della preservazione dei ghiacciai mediante l’impiego di fibre LENZING™ cellulosiche e biodegradabili, ottenute dal legno. L’iniziativa, inserita nell’ambito delle celebrazioni della Giornata Internazionale delle Foreste, ha coinvolto Cittadellarte, che ha contribuito artisticamente alla creazione di un logo dedicato: un Terzo Paradiso ideato da Michelangelo Pistoletto. Il maestro, presente per l’occasione, aveva preso parte alla presentazione, così come Tatiana Molcean (Executive Secretary di UNECE). Entrambi sono stati nuovamente tra i protagonisti di un appuntamento dedicato alla moda etica, questa volta sulla tracciabilità e sulla trasparenza nelle industrie dell’abbigliamento e delle calzature, tenutosi il 19 giugno alla Triennale Milano. Il riferimento è a Vision & Visibility: Scaling Transparency, organizzato proprio dalla Commissione economica per l’Europa dell’ONU e dalla Fondazione Pistoletto (con Olga Pirazzi, responsabile di Fashion B.E.S.T.).


Paolo Naldini, Maria Teresa Pisani, Olga Pirazzi.

Maria Teresa Pisani.

Il dietro le quinte della giornata
Tre anni fa, l’Unione Europea e gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno ‘sfidato’ l’UNECE a dimostrare che la tracciabilità e la trasparenza fossero possibili nel settore dell’abbigliamento e delle calzature. Oggi, dopo oltre 20 progetti pilota e più di 100 impegni da parte di marchi leader, produttori, organizzazioni non governative, associazioni industriali e iniziative di sostenibilità in quasi 30 Paesi, l’UNECE ha messo in luce gli impatti positivi della tracciabilità dei prodotti a base di cotone, pelle, materiali sintetici, cellulosa e lana in tutto il mondo, dalla produzione all’utilizzo e oltre. Su questa scia, i risultati degli ultimi tre anni di lavoro dell’iniziativa The Sustainability Pledge¹ sono stati discussi durante l’evento Vision & Visibility: Scaling Transparency alla Triennale di Milano, occasione che ha riunito oltre 200 partner per una giornata di sessioni aperte e workshop. The Sustainability Pledge, nello specifico, è un rapporto che UNECE ha fornito alla Community of Practice offrendo una panoramica delle migliori pratiche dell’industria per migliorare la tracciabilità e la trasparenza nel settore dell’abbigliamento e delle calzature. Il rapporto ha presentato l’analisi dei dati chiave relativi ai 100 impegni presentati all’UNECE, ai progressi e all’impatto ottenuti negli ultimi tre anni, compresi i fattori trainanti e le sfide affrontate dagli operatori del settore.



Molcean e Capasa.

Il video-messaggio di Pichetto.

I panel del mattino
L’evento, dopo il saluto di Maria Teresa Pisani (Acting Chief Trade Facilitation Section di UNECE), ha preso il via con l’introduzione istituzionale Taking stock, three years after the adoption of UNECE Recommendation No. 46 che ha visto intervenire in presenza Tatiana Molcean (Executive Secretary di UNECE), Carlo Capasa (presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana) e da remoto Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia) e Carsten Sorensen (Acting Head of Unit, Trade, Investment Climate, Entrepreneurship & Value Chains, European Commission). In questo panel che ha alzato il sipario sull’evento c’è stato un filo rosso extra tessuto da tutti i relatori: un pensiero alla Fondazione Pistoletto. Molcean ha pubblicamente ringraziato Cittadellarte (tenendo la cartella della Fondzione simbolicamente stretta fra le mani per tutto il suo intervento) per la partnership avviata e sviluppata degli ultimi anni, Capasa ha spiegato che il lancio del Manifesto della Sostenibilità per la Moda Italiana di oltre 10 anni fa, con la performance di oltre 1000 persone in Piazza Duomo riunite nel simbolo del Terzo Paradiso, ha segnato la nascita di una nuova era rispetto alla sostenibilità nella moda, Pisani, che ha coordinato i lavori di tutta la giornata, ha ripetutamente sottolineato e fatto emergere il virtuoso e significativo legame collaborativo tra la Fondazione e UNECE. Insomma, un riconoscimento profondo, collettivo e condiviso. “L’impegno per la sostenibilità – ha sottolineato il Segretario esecutivo dell’UNECE – ha dimostrato la nostra capacità di tracciare i prodotti dall’origine al consumatore finale. Questo rappresenta un passo fondamentale verso la creazione di un settore dell’abbigliamento e delle calzature più sostenibile e responsabile”. A seguire si è tenuto il talk – moderato da Pisani – intitolato UNECE traceability and transparency community of practice – Shaping UNECE’s Sustainability Pledge Community of Practice, con i seguenti relatori: Paul Roeland, Transparency Lead, Clean Clothes Campaign; Francesca Romana Rinaldi, UNECE Project Expert & direttrice del Monitor for Circular Fashion per SDA Bocconi; Mirmukhsin Sultanov, Acting Chairman dell’Uzbekistan Textile and Garment Industry Association; Mark Draeck, Chief Technical Advisor di UNIDO. La mattinata è proseguita con la conversazione Transparency and Vision Make the Future Visible tra Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, e Marco Sammicheli, curatore per il settore design, moda e artigianato di Triennale Milano e direttore del Museo del Design Italiano. Il terzo panel, moderato da Luisa Zargani (Milan Bureau Chief di WWD) è invece stato Three years anniversary of The Sustainable Pledge: traceability and transaprency key performance indicators – Developing KPIs to measure the level of traceability and transparency, che ha visto protagonisti Christian Hudson (Lead Global Textile Transparency Governance di GIZ), Hrishikesh Rajan (Founder & CGO di Trustrace), Ana Ibarra Diaz (Head of Traceability di INDITEX) e Ashley Gill (Chief Strategy Officer di Textile Exchange). L’ultimo incontro del mattino, intitolato Harnessing the potential of innovation for tracebility and transparency: blockchain pilots and digital product passport updates – Sharing the results and learnings from poloting innovative solutions, è stato moderato da Carlo Cici (Partner & Head of Sustainability di The European House – Ambrosetti) e ha visto i seguenti ospiti: Seyhan Aktemur (Chief Commercial Officer di SÖKTAŞ), Thomas Jennings (Traceability Coordinator di Better Cotton), Rossella Ravagli (Sustainability Director di Armani Group) e Marco Volpini (R&D Senior Software Engineer di ExtraRed).



I capi di Tiziano Guardini esposti alla Triennale Milano per l’occasione.

Paolo Naldini.

Sammicheli e Naldini.

L’intervento di Paolo Naldini – Vision and visibility: imagination and the future
Visione e visibilità – così il direttore di Cittadellarte – sono connesse in una sorta di reciproco inseguimento. Quando la visione diventa visibile essa è comunicabile, può diventare traguardo, obbiettivo, può mobilitare risorse e attivare persone. Può diventare politica, unendo le persone verso un fine comune e condiviso. E attraverso questa condivisione la visione può diventare realtà passando dalla trasformazione di come la realtà fosse precedentemente. L’iniziativa della piattaforma per la tracciabilità e trasparenza della filiera tessile globale che l’UNECE ha avviato e che Cittadellarte ha accompagnato in questi anni che cosa fa se non portare alla dimensione di effettività, cioè di esistenza, qualcosa che ancora non esisteva? Parliamo ovviamente di una filiera tessile e abbigliamento globale – ha sottolineato – che sia tracciabile e trasparente, quindi visibile; questa è la visione, cioè il desiderio. Rendere visibile questa filiera e fare sì che essa in quanto trasparente e in quanto tracciata, assuma la responsabilità di ciò ch’essa compie e mette in atto è la traduzione in termini di progetto politico di un desiderio nato dalla visione dell’invisibile. Attraverso la visibilità che la filiera gradualmente assume grazie al lavoro della piattaforma e delle sustainability pledges, la vision politica avanza, si consolida, ma anche si trasmette ed estende. Quindi far vedere ciò che non si vedeva può comportare il fare avvenire ciò che magari non sarebbe successo. E questo è un percorso tipicamente artistico; le pratiche artistiche che in Cittadellarte si studiano portano l’arte esattamente nella dimensione collettiva e sociale come per esempio in questo caso nell’ambito della piattaforma dell’UNECE. Ora se da una parte questo passare dall’invisibile al visibile appartiene ad una sfera di ricerca e azione prettamente artistica, essa appartiene anche alla dimensione della politica, che cerca di arrivare a realizzare la propria visione costruendo per esempio strumenti normativi: si realizzano quindi, delle linee guida o addirittura delle leggi che vanno a far sì che la società poi segua determinati comportamenti e persegua determinati obiettivi. Ecco, quindi, arte è la capacità di vedere la forma della società e da lì desiderare di trasformare in qualche modo questa forma. Vedere la forma che la società intorno a me ha assunto, e anche la forma che potrebbe avere; la vedo anche se ancora non c’è, ma io già la vedo e quindi su di essa decido di agire trasformandola: così rendo questa forma potenziale, una forma attuale, una forma effettiva. Trasformo ciò che esiste – ha concluso – dandogli una nuova forma e creando ciò che non esisteva. La vision assume visibilità. È ciò che è successo all’idea di una filiera tessile e abbigliamento globale trasparente e tracciabile. Dunque visibile, accountable e potenzialmente responsabile. Questa è la vision”.






Zargani, Thomas, Pauli e Pistoletto.

I panel del pomeriggio
Le attività, dopo pranzo, sono riprese con il workshop From pilots to scale – How to achieve impact at scale from positive pilot experiences on traceability, che ha visto intervenire Ercole Botto Poala (Chief Executive Officer di Successori Reda S.p.A.), Matthias Altmann (Lead Expert di UNECE) e Franzisca Markschlaeger (Technical Advisor di GIZ). Il talk, moderato da Matteo Ward (CEO & Co-founder di WRÅD), ha coinvolto attivamente anche il pubblico: attraverso dei sondaggi compilabili digitalmente e in diretta, i presenti hanno offerto la propria visione su una serie di aspetti della tracciabilità e della sostenibilità; i risultati e le percentuali venivano poi commentati dai relatori, in un dialogo bi-direzionale con la platea. A seguire è andato in scena il talk moderato da Pisani Key findings of The Sustainable Pledge Report 2024 – Launch of The Sustainability Pledge 3 years monitoring report, con Mauro Scalia (Director Sustainable Businesses di EURATEX), Nicholas Robin (Policy Analyst, Data and Measurement del Centre for Responsible Business Conduct), Onur Bingol (Associate Director, Senior Banker, SME Finance & Development – Financial Products dell’ European Bank for Reconstruction and Development). Si è poi passati all’incontro Reversing direction in the used clothing crisis – Deep diving into the joint UNECE-UNECLAC study with Global, European and Chilean perspectives, moderato da Matteo Magnani (Senior Policy Analyst, Policy & Institutions dell’ Ellen MacArthur Foundation) con Lily Cole (Climate Activist and Advisor di UNECE), Tomás Saieg Páez (Chief, Circular Economy Office del Ministro dell’Ambiente del Cile) e Nanno Mulder (Chief, International Trade Unit, dell’UNECLAC). Il penultimo talk, moderato da Giulia Camila Braga (Program Manager di Connect4Climate – World Bank Group), era intitolato New generations sustainable entrepreneurship, A panel by the national chamber for italian fashion – The state of the emerging fashion industry regarding sustainability, transparency, and vision, con gli speech di Nastaran Rezaee (Co-founder e Brand Manager di Pairi Daeza), Eileen Akbaraly (Founder e CEO di Made for a Woman) e Gio Giacobbe (CEO di ACBC). L’ultimo appuntamento della giornata, moderato da Zargani, è stato il cultural panel The state of the fashion industry, traceability and transparency from a cultural perspective, che ha visto la partecipazione dei seguenti relatori: il filosofo Emanuele Coccia, l’imprenditore Gunter Pauli, l’autrice Dana Thomas e Michelangelo Pistoletto. “La sostenibilità – ha affermato il maestro – deve partire dai materiali che si utilizzano nelle industrie tessili e dai processi produttivi. Dobbiamo far fronte al sistema speculativo che ha ad esempio portato migliaia di stracci a ricoprire le coste africane occorre. Anche l’artista – ha concluso – deve fare la propria parte e riuscire, attraverso la formula della creazione, a produrre non solo estetica, ma etica che sia connessa fortemente alla realtà”.


¹ Dal 2021, The Sustainability Pledge è riuscito a diventare la piattaforma di convocazione per avanzare a livello globale verso un settore dell’abbigliamento e delle calzature più tracciabile, trasparente e sostenibile. Con i suoi membri provenienti dal mondo accademico, dalla società civile, dalle organizzazioni internazionali, dai fornitori, dai produttori e dai rivenditori, può contare su una grande varietà di aziende impegnate, dalle microimprese alle piccole, medie e grandi imprese, che si impegnano in azioni di tracciabilità e trasparenza in tutti i continenti.
Crediti fotografici: Anna Visintin.
Prima immagine di copertina: Paolo Naldini, Gunter Pauli, Dana Thomas, Michelangelo Pistoletto, Olga Pirazzi.