Continua, ancora per qualche giorno, la mostra “OPEN/1_#lellocercola”, un’esposizione pubblica della collezione privata di Raffaele Cercola, professore di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. L’iniziativa, nata da un’idea di Luigi Solito, ha preso il via venerdì 7 settembre e sarà visitabile, presso le sale dello Spazio NEA di Via Costantinopoli 53 a Napoli, fino al 17 di questo mese. L’iniziativa annovera capolavori di numerosi artisti: Carla Accardi, Carlo Alfano, Gerhard Richter, Betty Bee, Enrico Castellani, Christo, Mimmo Jodice, Emilio Vedova, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Ernesto Tatafiore, Roberto Fiorentino, Sergio Fermariello, Peter Halley e Marisa Albanese. Tra gli autori in mostra figura anche Michelangelo Pistoletto: l’artista biellese, nel 1983, realizzò lo specchiante titolato “Raffaele Cercola”, dove è immortalato il collezionista stesso. L’esposizione, che è ad ingresso libero e gratuito, è visitabile dal lunedì alla domenica dalle 9 alle 14.
“Le mostre delle collezioni private – si legge in una nota stampa nel sito di Spazio NEA – costituiscono un momento particolare nella programmazione espositiva di una galleria. Le raccolte private rappresentano la fonte dalla quale utenti e curatori possono attingere per seguire il proprio percorso conoscitivo, oscillando tra il gusto personale del collezionista e la rispondenza all’idea di arte contemporanea che ognuno di noi realizza negli anni. Il punto nodale della questione è naturalmente rappresentato dalla parzialità della visione del collezionista e dalla varietà delle opere d’arte che egli assembla per la sua collezione. Il collezionista mette insieme un insieme di opere finemente specializzato ed in costante e continuo completamento, dimostrando un interesse sempre più vasto e a lungo termine. L’esposizione pubblica di una collezione privata offre agli spettatori la possibilità di fare esperienza dell’arte sull’esempio di uno spettatore molto esperto, il collezionista. Chi si avventura nel suo percorso, unico e fortunato, può affidarsi con più desiderio alle opere esposte, di cui il loro esperto continua a prendersi cura. Tuttavia vi sono collezionisti che non sono animati soltanto da una spinta enciclopedica, ma che – rimanendo distante sia da una tendenza compulsiva che da valutazioni puramente estetiche – costruiscono collezioni che riflettono il proprio carattere”.