Nella “Città Arcipelago” al via il cantiere per un osservatorio biellese sull’acqua
Ieri si è tenuto il primo incontro della serie di "Talk Arcipelago", un'iniziativa tenutasi a Cittadellarte sul tema dell'acqua che ha visto la partecipazione di dodici relatori di differenti organizzazioni. Il convegno, proposto in collaborazione con il progetto S+T+ARTS4Water, si è svolto nell’ambito delle iniziative di TACT, progetto vincitore della terza edizione del bando Creative Living Lab promosso dal Ministero dei Beni Culturali – Direzione Generale Creatività Contemporanea. Ecco cosa è emerso dall'appuntamento.

Biella, 12 aprile. Negli spazi della Fondazione Pistoletto, realtà a vocazione artistico-culturale, sono state poste le basi per un osservatorio biellese sull’acqua. Forse, ai più, farebbe storcere il naso questo binomio inconsueto, una relazione senza confini tra arte e acqua che può destare stupore, ma che si rivela determinante nel processo creativo e scientifico fondamentale per giungere al traguardo di una prosperità sostenibile di una comunità. Il percorso che ha portato all’incontro di ieri è stato avviato il 30 ottobre scorso, quando, in occasione dell’ultima edizione di Arte al Centro, è stata inaugurata Biella Città Arcipelago, una mostra laboratorio territoriale che racconta, attraverso la testimonianza diretta di alcuni attori chiave, lo stato dell’arte della sostenibilità nel Biellese oggi mediante un’indagine declinata sui 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. Biella Città Arcipelago è lo storytelling di un territorio che svela le sue meraviglie attraverso la vocazione e le concrete attività sostenibili, un territorio “arcipelago di buone pratiche e di vitalità” che comunica un fermento indirizzato verso la prosperità sostenibile (tutti i dettagli cliccando qui). Si tratta di un laboratorio in progress che non si pone come punto di arrivo, ma crocevia da cui partire per avviare una vera e propria progettazione partecipata e condivisa con le realtà mappate e non solo. Il progetto, infatti, prevede l’organizzazione di una serie di incontri tematici sulle priorità emergenti dalla mappatura: l’energia rinnovabile, il tessile e la moda sostenibile, il turismo lento e l’accoglienza, la comunità educante, la filiera agroalimentare naturale e stagionale, l’acqua pulita, i rifiuti e l’economia circolare, la mobilità sostenibile e la comunicazione digitale responsabile. In quest’ottica, ieri si è tenuto il primo incontro nell’ambito della serie “talk arcipelago“, un incontro pubblico realizzato con il sostegno di Fondazione BIellezza, proposto in collaborazione con il progetto S+T+ARTS4Water (2021-2022), promosso dalla Commissione Europea all’interno del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020,svoltosi nell’ambito delle iniziative di di TACT (acronimo di Territorio Arcipelago Comunità Torrente), il progetto vincitore dell’avviso pubblico Creative Living Lab – 3 edizione, promosso dal Ministero dei Beni Culturali – Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Lo spazio della mostra Biella Città Arcipelago è stato, non a caso, teatro e sfondo attivo del convegno che ha visto la presenza di un parterre di relatori provenienti da differenti organizzazioni ma ‘uniti’ nelle loro competenze e professionalità dal comun denominatore dell’acqua. Il tema, infatti, è stato sviscerato sotto diversi punti di vista e posto in relazione con necessità e criticità locali e globali associate al topic in questione. L’incontro, che ha visto la partecipazione di un nutrito pubblico sia in presenza sia da remoto, è stato introdotto da Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte: “Questa mostra – ha esordito in riferimento a Biella Città Arcipelagoarticolata in uno spazio dispositivo oltre che espositivo, è dedicata a un tema con un titolo provocatorio, ossia arcipelago. L’arcipelago non è la sola somma delle sue parti, ma si riferisce a una sinergia, una creazione di uno spirito olistico che porta con sé un valore. Ci interessa che si possa porre come modello un arcipelago dove i centri abitati, in riferimento all’artificio, siano uniti da una matrice naturale per poter dar vita a un processo che armonizzi entrambe le parti. Con l’esposizione e i talk – ha specificato – non si vuole solo mostrare il presente, ma progettare e costruire il futuro, che non è altro che la somma olistica di ciò che nel presente si sta facendo. L’acqua, in quest’ottica, è uno dei temi fondamentali che dobbiamo affrontare se pensiamo al futuro”. Come sottolineato da Naldini, per volgere uno sguardo al domani occorre quindi comprendere quali sono le sfide che un territorio deve affrontare e, in quest’ottica, sarebbe di grande rilievo la costituzione di un gruppo di ricerca che si ponga come osservatorio sull’acqua. “Ne esistono già diversi – ha puntualizzato – e ognuno con la propria specificità. Noi vorremmo avviarne uno con esperti e oggi ascolteremo più punti di vista sul tema Non arriveremo a conclusioni, ma sarà il primo stadio di un nascente futuro tavolo di lavoro”. Alle sue parole hanno fatto eco quelle del giornalista Silvano Esposito, che ha moderato l’incontro: “Quando Paolo Naldini mi ha contattato per questo appuntamento illustrandone le specificità, sono rimasto colpito dall’idea di aprire un cantiere su temi di grande rilevanza come acqua, educazione ed energia. Oggi questo cantiere si apre ufficialmente. Ritengo che in un contesto biellese sia più facile lavorare a un tavolo multidisciplinare e in questo lavoro, la sostenibilità verrà affrontata su due binari: economico e ambientale”.

Il talk è poi entrato nel vivo con l’intervento di Franco Piunti, ex Direttore Sanitario ASL Biella, Past President Associazione Tessile e Salute, che dopo essersi concentrato sulle criticità relative al tema acqua (aumento temperature, siccità, fenomeni meteorologici critici intensi), ha messo in luce l’importanza che potrebbe ricoprire per il biellese un osservatorio: “Perché istituire un osservatorio qui a Cittadellarte? La risposta – ha esplicato – arriva dall’Europa, che mette insieme la creatività con le competenze scientifiche nel Laboratorio per l’innovazione creativa, che punta a facilitare soluzioni innovative. L’UE, per la prima volta, con la Next Generation e con la Green Deal, ha utilizzato un riferimento nuovo dal punto di vista morale, ovvero l’etica della responsabilità. Quest’ultima prende coscienza del fatto che abitiamo in una biosfera e mette in luce i limiti della specie umana nei confronti della biosfera. In questo processo è l’arte che riesce a mettere insieme più competenze per arrivare a una soluzione condivisa”.

A seguire sono intervenuti Luca Sala, Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL Biella, che si è focalizzato sul problema della siccità e sull’impatto che i cambiamenti climatici hanno sulle risorse idriche, e Roberto Mezzalama, autore del libro Il Clima che cambia l’Italia. “L’Italia – ha spiegato Mezzalama – è un hotspot di cambiamento climatico, tra il mediterraneo e le Alpi. La nostra penisola, rispetto ad altri paesi, ha quindi più complessità dovute a questa conformazione morfologica, non c’è uniformità”. L’ospite ha poi mostrando una serie di grafici evidenziando le anomalie termiche e di precipitazioni in Italia mettendole a paragone col resto del mondo. “Aumentano la variabilità del clima e le condizioni estreme, con continui record di temperatura: il più recente in Antartide, dove si sono toccati i -10 gradi. Non solo, nel Biellese sono oltre 100 i giorni senza precipitazioni significative, quindi è sbagliato pensare che ci sia abbondanza di acqua. Alla luce della situazione saremo ancora in grado di coltivare il riso tra 50 anni? O dovremo scegliere tra questo e il mais? Anche perché uno degli effetti della carenza di acqua è che i terreni diventerebbero più aridi. Noi – ha ammonito – dobbiamo assumerci la responsabilità di aver portato il pianeta in una situazione di emergenza, quindi dobbiamo porci rimedio”. Il talk è poi proseguito con l’intervento di Luca Bruschi dell’Unione Industriale Biellese che si è concentrato sulle best practices coltivate dalla realtà in questione: “Reda è un lanificio storico, che ha sempre creduto nello sviluppo sostenibile, compatibilmente con le esigenze della generazioni future. Secondo me, oggi, con la fast fashion, bisogna cambiare modo di fare business e impresa”. L’ospite si è inoltre soffermato sull’impatto inquinante della filiera tessile e ha messo in luce le innovazioni apportate da Reda per essere più sostenibili – come la misurazione capillare dei consumi e l’utilizzo di macchinari e depuratori ad hoc – anche a fronte di ingenti investimenti.

Esposito ha poi dato parola a Michele Cerruti But, docente di Urbanistica – Politecnico di Torino/Accademia Unidee, che si ha approfondito il tema dei corpi idrici, dividendo il suo intervento sulla parte di pianificazione e gestione. Cerruti But ha posto sotto i riflettori una criticità: “Chi amministrativamente ha una responsabilità dei corpi idrici? Non ci sono confini. Questo è un problema, perché sui corpi idrici ci sono strutture artificiali e quando si parla i corpi idrici è complesso stabilire chi amministra l’uso dello spazio (e l’acqua è uno spazio dal punto di vista urbanistico). Chi fa il piano di un corpo idrico quando ci sono titolarità di tipo diverso? Questo è il primo tema”. Per quanto concerne il secondo, come ha aggiunto, non occorre solo definire la viabilità e altre questioni in grade scala, ma anche sul piano microscopico. “Chi determina questo? L’acqua ci serve, sia per alimentarci sia per le imprese. Cos’è un bacino idrico? Un corpo idrico è da intendere come un oggetto o un soggetto?”. In seguito è intervenuta Patrizia Garzena, Presidente dell’Osservatorio Biellese Beni Culturali e Paesaggio, che si è focalizzata sulle specificità e gli obiettivi della sua realtà di appartenenza: “L’osservatorio ispira la propria attività all’Osservatorio europeo sul paesaggio. Il paesaggio è tutto, non si riferisce solo a quello di una cartolina, ma a luoghi e comunità ed è un elemento di democrazia. Io noto, da quella che è la nostra posizione, come il termine paesaggio abbia cambiato significato in questi anni: spesso si parlava di paesaggio in riferimento al turismo, ora è associato a economia, imprenditorialità e altri temi. Il paesaggio oggi è concepito come bene comune con una valenza sociale e attualmente non rientra solo nella sfera estetica. Oggi l’osservatorio vuole far sì che gli abitanti di paesaggi possano avere spazi dove portare i loro valori e la loro esperienza. Mentre ascoltavo i relatori cercavo di capire quale esperienza dell’osservatorio potesse essere utile: noi siamo dei cucitori e dei tessitori di relazioni. L’arcipelago – ha affermato – è una rete: creare un coordinamento e lavorare su ciò che ci rende simili è dal punto di vista dell’osservatorio una strada vincente”. Dopo Garzena è intervenuto Michele Lerro di Cordar Biella, che “è una partecipata pubblica – ha puntualizzato – dai comuni che serve”. Lerro si è soffermato sugli investimenti fatti per non far aumentare gli indici di spreco che hanno consentito a Cordar nelle fasi di assenza di piogge di poter ancora tenere sotto controllo lo stato della fornitura idrica. “Come Cordar – ha chiarito – crediamo in maniera convinta della gestione pubblica della risorsa idrica e puntiamo alla partecipazione della pubblica amministrazione, dei comuni e della fase decisionale della risorsa idrica”.

Il moderatore ha poi dato spazio ad Annalisa Zegna e Nicholas Ferrara, artisti dell’associazione Better Places: “Abbiamo pensato cosa accadrebbe – hanno affermato in riferimento a una serie di progettualità – in un futuro in cui il torrente non ci sia più. Questo è un modo per non dare per scontato nulla, in cui il fiume può non essere fiume. Abbiamo cercato di capire anche come il nostro territorio si è focalizzato sul corpo idrico. Dal 2016, anno in cui abbiamo dato il nome Hydro allo spazio in questione, abbiamo legato il torrente con l’energia. In qualche modo abbiamo iniziato a parlare di osservatorio, e abbiamo iniziato una progettazione culturale che si basa su 3 interventi principali: il fiume come bene comune, come soggettività, e l’idea di ribaltare lo sguardo e la posizione da qui osserviamo il fiume. Stiamo organizzando in quest’ottica il festival Fluviale: vogliamo scardinare il concetto di riferirci al fiume come risorsa, smettere di usare questo termine, ma pensarlo come bene collettivo per prendersene cura insieme nell’ottica di far dialogare il fiume con l’aspetto urbano”. In conclusione sono intervenuti Theresa Schubert e Joshua G. Stein, artisti, progetto S+T+ARTS4Water, che hanno offerto una testimonianza dei loro progetto e delle residenze artistiche che li hanno visti impegnati a Cittadellarte e che verranno presentati pubblicate in successivo incontro pubblico.