Rebirth Day a Bologna: intervista al costumista Giuseppe Tramontano, premio Oscar per la danza
Il 21 dicembre, presso la Galleria Cavour di Bologna, si è tenuta una performance di danza per celebrare il Rebirth Day e omaggiare Michelangelo Pistoletto. Per l'occasione, il costumista Giuseppe Tramontano ha avuto un ruolo attivo, disegnando e realizzando dei costumi ad hoc indossati dai ballerini durante l'esibizione. Lo abbiamo intervistato per far emergere il suo approccio artistico mettendo in luce il processo creativo e l'ispirazione avuta dal Terzo Paradiso per il suo ultimo lavoro.

Il 21 dicembre, in tutto il mondo, è stato celebrato il Rebirth Day, evento – promosso da Cittadellarte – durante il quale ognuno è invitato ad assume l’impegno a collaborare ad una responsabile trasformazione della società nel mondo. Nato nel 2012, ha visto la collaborazione globale di migliaia di persone, associazioni e istituzioni culturali che, nel proprio ambito o contesto di riferimento, si sono realmente o metaforicamente raccolte attorno al simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto celebrando il messaggio di speranza e impegno nella costruzione di un nuovo mondo attraverso un percorso che vede l’arte, la creatività e la cultura al centro di una trasformazione della società in senso responsabile. L’iniziativa rientra nel progetto Rebirth/Terzo Paradiso, che non solo è a basso impatto, sostenibile e attento alle questioni ambientali, ma promuove un modello di sviluppo indirizzato alle pratiche sostenibili ed è basato sulla libera collaborazione di individui e comunità locali e internazionali. “Il Rebirth Day – si legge sul sito ufficiale – è un appuntamento annuale, una festa che si rinnova. Tutti possiamo partecipare, con iniziative individuali o di gruppo, proponendo idee, azioni e attività coerenti con il processo di trasformazione responsabile della società”.

Tra le numerose celebrazioni svoltesi il 21 dicembre in ogni parte della nostra penisola e del mondo, alla Galleria Cavour di Bologna si è tenuta una performance – proposta da Paola Pizzighini Benelli e partita da un’idea di Vittoria Cappelli – che si è posta come omaggio a Michelangelo Pistoletto. L’esibizione, ispirata al simbolo trinamico del maestro biellese, ha preso vita attorno all’opera site specific intitolata Bologna Rebirth: l’installazione, come riportato in un nostro precedente articolo, si trova nel Trivio di Galleria, all’interno del palazzo razionalista, la parte storica di Galleria Cavour con accesso dal portico del Pavaglione, di fronte al negozio Brunello Cucinelli; l’opera, fin dalla sua inaugurazione, viene allestita nel trivio in occasione di solstizi ed equinozi e proposta utilizzando esclusivamente piante di stagione.
Il Terzo Paradiso in questione è stato sfondo attivo dello show di danza: tre ballerini hanno iniziato la performance camminando per circa 50 metri indossando un mantello nero che li copriva interamente, capo compreso; dopo questa prima fase, che ha destato la curiosità dei presenti, gli artisti sono giunti di fronte all’opera del simbolo trinamico, dove hanno dato il via allo spettacolo togliendosi il mantello. A quel punto, la loro identità è stata rivelata: due ballerine e un ballerino, che rappresentavano rispettivamente l’aria, l’acqua e la terra; la narrazione artistica, a questo proposito, è stata impreziosita e accompagnata dagli abiti degli artisti, che sono stati ideati e realizzati, per l’occasione, dal costumista Giuseppe Tramontano.


Giuseppe Tramontano.

Nato a Sorrento, ha dedicato tutta la sua vita allo stile, alla moda e agli abiti, lavorando come costumista per numerosi progetti cinematografici. Per una vocazione precoce ha cominciato molto presto a disegnare e creare, per poi lanciare, con il fratello Enzo, prematuramente scomparso, il suo “Atelier di costumi teatrali”. Giuseppe Tramontano, come costumista e stilista di abiti ha spaziato dalla danza alla fiction, dal teatro al cinema in un crescendo di creatività e di invenzione. Nipote di Giuseppe Sole, uno dei maestri intarsiatori che hanno fatto grande l’artigianato sorrentino della tarsia, Tramontano si è stato protagonista di appuntamenti di rilievo internazionale: dal Premio Caruso al Concerto di Capodanno, trasmesso in Mondovisione dal Teatro La Fenice di Venezia, dagli spettacoli di Christian De Sica ai film di Massimo Boldi, oltre a migliaia di creazioni aeree e policrome, destinate al mondo della danza in generale e del balletto classico in particolare. Vanno citati, nello specifico, i costumi creati per i più grandi nomi della danza: Carla Fracci, Eleonora Abbagnato, Marianela Nunez, Rudol’f Nureev e Roberto Bolle, solo per citarne alcuni. Nel 2017, inoltre, si è aggiudicato l’Oscar per la danza, in occasione di una cerimonia tenutasi a Cinecittà a Roma: un premio come migliore costumista della danza internazionale e della sartoria d’eccellenza.
Per addentarci nella vita del costumista e nella performance proposta per il solstizio d’inverno alla Galleria Cavour, vi proponiamo un’intervista a Giuseppe Tramontano.

Giuseppe, focalizziamoci sulla performance tenutasi a Bologna, che si è posta come omaggio a Michelangelo Pistoletto. Quali ispirazioni hai avuto dal simbolo trinamico nel processo di realizzazione dei costumi per i ballerini?
Innanzitutto confesso che mi ha emozionato molto, anche perché ho sempre seguito il maestro apprezzando la sua pratica artistica. Nei decori che ho curato per la performance, come ad esempio la collana che indossa il ballerino, ho sempre inserito il Terzo Paradiso. Nell’ideazione dei vestiti mi sono ispirato al simbolo trinamico anche in fase di realizzazione: ho cercato di lavorare a impatto zero e, infatti, ho usato stoffe riciclate, tinture vegetali e persino i decori e le applicazioni sono creati con avanzi di bottiglie. Concettualmente, ha avuto rilievo anche la scelta cromatica: il simbolismo di far arrivare i danzatori sul luogo dell’esibizione coperti da neri mantelli – con enormi cappucci che li nascondono completamente – per poi toglierseli significa staccarsi dall’inquinamento e dalla contaminazione dell’uomo; a seguire si scoprono altri vestiti che hanno i colori e la bellezza degli elementi, in questo caso aria, acqua e terra. Si ritorna, così, alla purezza della creazione della vita.

Esiste un legame tra il lavoro di un costumista e la moda sostenibile?
Questo è un tema complesso, che sto approfondendo ormai da anni. Io stesso produco e mi sono reso conto che sì, esistono numerose aziende che vendono filati riciclati, ma hanno dei costi troppo elevati. A Prato, ad esempio, riciclano molto la lana anche a prezzi accessibili, mentre sugli altri tipi di materiale (ad esempio io uso l’elasticizzato) la tariffa è spesso fuori mercato. Personalmente, quando possibile, recupero stoffe e stracci dei miei costumi per far sì che abbiano nuova vita.

Nel 2017 hai ricevuto l’Oscar per la Danza. Che valore ha avuto per te dal punto di vista emotivo e professionale?
È stato il coronamento di una carriera intera. Questo premio, per certi versi, mi ha dato consapevolezza e ha segnato un nuovo inizio della mia professione. Ritengo, inoltre, che abbia ancor più significato considerando che sono stato uno dei pochi ad aver spaziato dal cinema alla televisione fino al musical. 

 

Toccando quest’ultimo punto, come costumista e stilista sei stato impegnato in differenti ambiti, tra danza, fiction, teatro e cinema. Qual è l’approccio creativo che adotti per interfacciarti a linguaggi artistici così diversi?
L’approccio cambia molto a seconda del lavoro. Nel cinema, ad esempio, è necessario avere cura del dettaglio, mentre nel teatro, siccome lo spettatore è più lontano, tutto deve essere più visibile. In un musical, invece, si dà molto rilievo al colore. Quindi, quando disegno un abito devo in primis pensare a cosa è destinato. 

Che cos’è bellezza per Giuseppe Tramontano?
La bellezza è in tutto, nella natura, in un colore, nel tramonto, nella diversità. Spesso si è legati alla bellezza dell’Antica Grecia, ma tutto può essere incluso in questa dimensione, anche una linea storta. A scuola, spesso, vengono ad esempio indicate come canoni di bellezza statue con fisici scultorei, ma anche un corpo grasso può avere la sua armonia. Queste dinamiche stanno influendo negativamente sulle nuove generazioni, che prendono influencer o modelli come riferimenti di bellezza. Bisogna, però, andare oltre il canone estetico e ognuno di noi deve cercare l’equilibrio, proprio come nel Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.