“The Ideas and the matter”: di quale materia siamo fatti?
Oggi, venerdì 4 maggio, presso "Superstudio Più" di Milano si terrà il primo appuntamento di una serie di conferenze dal titolo “The ideas and the matter” (tratto dall’omonimo libro a cura di Marinella Ferrara e Giulio Ceppi): il ciclo di incontri si svilupperà a partire dal tema dell’iper-tecnologizzazione della realtà e del significato che le relazioni umane assumono al suo interno. A moderare il dibattito saranno presenti ospiti di rilievo, tra i quali figurano anche Michelangelo Pistoletto e alcuni docenti del Politecnico di Milano e della Scuola del Design.

Le nuove tecnologie e le recenti scoperte scientifiche hanno modificato radicalmente il modo di relazionarci con il mondo che ci circonda: l’introduzione della genomica, delle bio e delle nanotecnologie, ha portato l’essere umano a ridefinire gradualmente le dinamiche della sua esistenza. Nuovi materiali e dispositivi hanno invaso letteralmente il suo corpo e lo spazio sociale, dando vita a profondi cambiamenti culturali: la conseguenza principale è la continua metamorfosi del significato della vita stessa.

La trasformazione a cui stiamo lentamente andando incontro vede un processo di “naturalizzazione della tecnologia”: una condizione in cui è sempre più difficile stabilire quali siano i limiti del naturale e dell’artificiale. Se da un lato l’introduzione di dispositivi tecnologici ha permesso all’uomo di sviluppare una nuova forma di sensibilità, dall’altro l’abitudine ad utilizzarli rischia di condurlo all’incapacità di gestire da solo la sua esistenza.

La riflessione su cui si basa il libro “The ideas and the matter” (a cura di Marinella Ferrara e Giulio Ceppi) parte, nello specifico, dal concetto di “materia”: il primo “materiale” di interesse è la nostra propria materia, la sostanza sensibile di cui siamo fatti; al giorno d’oggi, infatti, l’idea di corpo inteso come essere naturale è stata rimpiazzata da quella dell’essere ibrido, una creatura contaminata dall’elemento artificiale.

I cambiamenti che interessano l’uomo si riflettono, dunque, nella sua relazione con il mondo esterno: attraverso la metafora del “dentro e del fuori”, il dibattito si apre proprio sull’idea e la conoscenza che pensiamo di avere di noi stessi e dello spazio che ci circonda.

Gli interventi verteranno, infatti, sul significato dell’abitare il nostro corpo e l’ambiente che noi stessi gli costruiamo intorno, ridefinendone i confini.

Da questo presupposto, si cercherà di sviluppare un nuovo modello di “Design Thinking” che si adatti al modo di relazionarsi dell’uomo alla realtà: una metodologia che elabori idee e innovativi progetti a partire dal concetto di “interazione”.

I tre livelli di intervento coinvolgeranno gli studenti del “Laboratorio di sintesi finale del corso di laurea in Interni”, il centro di ricerca Farb/MADEC e le Fondazioni Basetti e Pistoletto, con la speciale partecipazione di Michelangelo Pistoletto stesso tra i principali moderatori.

Nello specifico, l’obiettivo principale del laboratorio è stato quello di rielaborare il concetto di “interno” a partire dalle riflessioni sull’uomo, sull’ambiente e sulle trasformazioni sociali e tecnologiche che lo hanno portato a ridefinire al suo interno nuove gerarchie.

Le tre parole chiave attorno le quali si concentrerà il dibattito saranno estensione, osmosi e inclusione. “Estensione” intesa come la possibilità di visualizzare, con l’impiego delle nanotecnologie, l’invisibile e l’infinitamente piccolo, per modificarlo con sistemi come la biometrica e il “quantity self”. Ad esso si unisce il concetto di “osmosi”, inteso come equilibrio fra l’interno e l’esterno: è nel significato di questo equilibrio che sta, forse, la chiave dell’intera riflessione. Il punto focale consiste, infatti, nell’identificazione della “membrana” attraverso cui l’uomo instaura un dialogo con il mondo. Il sottile velo che separa l’interno e l’esterno, il corpo e l’ambiente, il pubblico e il privato (ciò che sta alla base, ad esempio, della tecnologia della smart skin).

E infine, il significato di “inclusione”, inteso come l’avanzare dell’esterno verso l’interno: ad esempio le tecnologie indossabili o in generale, tutti quei sistemi che prima consideravamo al di fuori e che ora entrano a far parte della nostra stessa natura.

Di che cosa siamo fatti noi esseri umani? Di che cosa è fatto il mondo? La consapevolezza della realtà in cui ci troviamo dà vita ad un nuovo terreno di ricerca: i suoi confini ormai indefiniti, lasciano spazio a nuove visioni.

La presentazione del libro avrà luogo oggi dalle ore 11.30 alle ore 13.00 a Milano, presso lo spazio “Superstudio Più” al primo piano in via Tortona 27. I saluti istituzionali saranno affidati a Rodrigo Rodriquez, presidente di Material ConeXion Italia, e, a seguire, è in programma il benvenuto di Luisa Collina, preside della scuola del design del Politecnico di Milano. L’introduzione al dibattito sarà gestita dai curatori del libro “The ideas and matters” Giulio Ceppi e Marinella Ferrara, del MADEC e del Politecnico di Torino; a seguire interverranno come moderatori, oltre a Michelangelo Pistoletto, anche Fortunato D’Amico, collaboratore di Cittadellarte nonché critico e curatore, Giampiero Bosoni, docente al Politecnico di Milano, Francesco Samorè, dalla Fondazione Basetti, e, infine, Clino Trini Castelli, socio fondatore del Castelli Design Studio.