Il Terzo Paradiso incontra gli studenti dell’International School di Ginevra
Gli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso hanno organizzato un laboratorio alla scuola di Ginevra dal titolo "The black, the white, the Third Paradise". L'appuntamento, andato in scena il 15 novembre, era incentrato sul segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto ed è stato rivolto a una classe di alunni che aveva studiato il percorso artistico del maestro biellese.

Il Terzo Paradiso, grazie ai suoi ambasciatori, è approdato alla scuola Ecolint – International School di Ginevra. Mercoledì 15 novembre, infatti, è stato organizzato un laboratorio dal titolo “The black, the white, the Third Paradise”, che ha visto collaborare la docente di arte Karin Bain con Saverio Teruzzi (coordinatore degli ambasciatori Terzo Paradiso/Rebirth), Camilla Graffiths e Alessandro Lacirasella. Si tratta di un istituto d’eccellenza – con classi dalla prima elementare alla quinta superiore – frequentato da alunni di diverse nazionalità e situato nella città sede dei maggiori organismi politici internazionali. Il laboratorio è la tappa finale e concreta di un percorso didattico che ha visto gli alunni tredicenni studiare, da due mesi a questa parte, Michelangelo Pistoletto e i suoi lavori, con un occhio di riguardo verso il Terzo Paradiso e i suoi significati. Gli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso non hanno constatato solamente un’ottima preparazione degli scolari sulla storia del maestro biellese, ma anche grande coinvolgimento. Lo dimostra l’accoglienza riservata a Teruzzi, Griffiths e Lacirasella: i giovani ragazzi hanno mostrato i lavori tematici svolti con l’insegnante su materiale cartaceo e virtuale e le immagini SPAC3 condivise sui social. Hanno, inoltre, eseguito una performance di danza a tema Terzo Paradiso, dimostrando grande partecipazione nei confronti delle attività con un atteggiamento propositivo e curioso.

Una collaborazione con l’istituto nata il 24 ottobre 2015, in occasione dell’inaugurazione al Palais des Nations (Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra) dell’opera Rebirth di Pistoletto, e sviluppata a partire dal 12 giugno scorso quando, durante il World Day Against Child Labour, gli studenti dell’International School furono i protagonisti di una performance che si tenne all’interno dell’opera Rebirth dell’artista biellese. Gli alunni, guidati dalla coreografa Lucie Eidenbenz, per l’esibizione si ispirarono alla performance delle mani ideata dall’ambasciatrice Terzo Paradiso/Rebirth Grazia Omodei. In quell’occasione, i giovani ragazzi lessero alcuni messaggi scritti da loro coetanei vittime di sfruttamento provenienti da Uganda, Siria, Repubblica Democratica del Congo e Mali (i testi vennero raccolti e selezionati da ILO tramite la propria rete). A partire dalla Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, è stata quindi avviata una collaborazione tra Cittadellarte ed Ecolint.

Tornando al laboratorio, è stato organizzato in tre tappe di un unico percorso. Come detto, il primo è andato in scena il 15 novembre, mentre gli altri due in programma si terranno il 15 gennaio 2018 e il 16 aprile dello stesso anno. L’appuntamento della scorsa settimana è stato diviso in tre sezioni differenti, ma collegate fra loro dal simbolo del Terzo Paradiso. La prima verteva sulla presentazione del simbolo e i suoi significati, con Teruzzi che ha invitato gli alunni a riflettere sulla trinamica e sull’importanza dello specchio in relazione al percorso artistico di Pistoletto. Con la seconda parte si è entrato nel vivo del laboratorio, con un’attività ispirata ai lavori fotografici dell’artista biellese “La conferenza“, “Raggi di persone” e “Gli spettatori“.

 

Per capire i contenuti del laboratorio – adattati all’età degli alunni – è necessario un dietrofront di spiegazione alle opere in questione. “La conferenza“, lavoro fotografico del 1975 svolto a Torino alla Galleria Stein, vide un conferenziere e i suoi venti ascoltatori fotografarsi a vicenda, ottenendo così da una parte un’unica foto del gruppo di persone, dall’altra venti diverse immagini del relatore. Anche “Raggi di persone“, eseguito nello stesso anno e luogo del precedente, era incentrato sulla fotografia: “Mentre due partecipanti – si legge nel volume ‘Michelangelo Pistoletto. Il varco dello specchio’ – fotografano i due angoli opposti della galleria, tutti gli altri riprendono la scena dalla diverse posizioni in cui si trovano. Le venti immagini così ottenute vengono successivamente esposte, all’altezza degli occhi, lungo le quattro pareti di una sala documentando lo sguardo simultaneo di tutti i partecipanti”. “Gli spettatori“, infine, lavoro andato in scena alla Galleria Persano di Torino, vide 40 persone osservare, tutte insieme, verso l’obiettivo del fotografo; gli astanti così, diventarono spettatori di se stessi potendosi guardare nella foto scattata. Il senso che accomuna queste opere è il rapporto “uno-molti, molti-uno”, a significare che ci si rapporta sempre con qualcuno, creando una rete continua di interconnessioni.

La terza e ultima parte organizzata è stata un’attività-gioco basata sul segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto, nello specifico in una rappresentazione fatta sul momento con una corda blu: gli alunni hanno scritto, ciascuno, su un cartoncino nero, un termine riguardante la natura (primo cerchio); su un cartoncino bianco una parola inerente all’artificio (secondo cerchio); in un pezzo di carta colorato ogni studente ha poi scelto due parole diverse prese dai due cerchi opposti (cerchio centrale, quello del Terzo Paradiso). Una volta individuate le due parole, i ragazzi hanno composto delle frasi contenenti i due termini scelti. La sfida stava nel costruire un periodo che avesse senso, riflettendo nel trovare un nesso tra le due parole che non avevano, almeno all’apparenza, nessun collegamento. Un esempio? Con “iPhone” e “acqua” la frase fatta è stata “I nuovi iPhone sono impermeabili”.

“La Scuola Internazionale di Ginevra – ha affermato Saverio Teruzzi – è un caleidoscopio, dove puoi vedere e percepire l’essere al mondo con tutte le sue differenze, ragioni e diversità di punti di vista. Una realtà se non unica, sicuramente rara, dove portare il concetto trinamico dell’uno più uno uguale tre, che assume un carattere specifico e forse speciale: la nostra ricchezza culturale non è fatta di sottrazioni, blocchi o divieti incrociati, è la nostra somma, è la forza generatrice della creatività e del rispetto reciproco”.