Qual è la bevuta alcolica più antica del mondo? Il vino? La birra? Nessuna delle due: si tratta dell’idromele, un prodotto derivato dalla fermentazione del miele disciolto in acqua. È su questa specialità che si baserà il prossimo incontro dell’Accademia Verde, un programma dell’associazione Let Eat Bi teso all’attivazione di eventi di ricerca e formativi teorico-pratici per lo scambio e la produzione di saperi legati ai frutti della terra, oltre al dialogo e all’interazione tra tutte le discipline che concorrono ad un nuovo umanesimo. Il prossimo appuntamento è previsto per giovedì 24 ottobre alle 21: in Sala Musica, a Cittadellarte, il produttore Alessio Vaccari presenterà l’Idromele Biellese, la sua specialità. I partecipanti – 5 euro il costo per prendere parte all’iniziativa – dopo aver analizzato il metodo produttivo e la sua grande variabilità guidati dal relatore, potranno degustare l’eccellenza locale per scoprirne caratteristiche e possibili abbinamenti. Vaccari, ai nostri microfoni, ha presentato l’evento mettendo in luce la storia del prodotto: “L’idromele – esordisce – era presente in tutte le culture più antiche, in cui godeva della massima considerazione, fino ad essere chiamato ambrosia o bevanda degli dei. Una volta, infatti, la fermentazione veniva reputata sovrannaturale, come per i greci e i celti, che credevano fosse una bevanda divina. È curioso, inoltre, il collegamento con la luna di miele: un tempo questa bevanda era indicata per gli sposi, perché si pensava che fosse afrodisiaca e aiutasse a far nascere figli maschi favorendo anche la fertilità”.
Leggende e miti a parte, l’idromele è diventata un’eccellenza di nicchia, soprattutto nella nostra penisola. “Ho iniziato la produzione lo scorso giungo – continua – vista la mia passione per questa specialità e per la rarità della stessa nel nostro territorio (quella di Vaccari è l’unica ‘made in Biella’). Il miele, inoltre, è un alimento di base costoso, in più io utilizzo solo quello di castagno o tiglio degli apicoltori del territorio”. L’idromele in questione – sia quello dolce sia quello secco – si può acquistare direttamente dal produttore, nei mercatini o in alcuni punti vendita della provincia (come alla macelleria/gastronomia Mosca o alla drogheria Carpano). Altri dettagli sul prodotto? “La gradazione – risponde – è variabile: oscilla tra i 6 e i 18 gradi (il mio ne ha 13). Per quanto riguarda il consumo, può essere servito in tutti i modi, sia caldo sia freddo; il prezzo, invece, è di 16 euro per mezzo litro”.
Vaccari ha voluto dar nuova vita a un prodotto tradizionale che si rispecchiasse col territorio, come si evince osservando il packaging del suo Idromele Biellese. Nella bottiglia, infatti, è messa in evidenza la skyline del Monte Mucrone. “Ho voluto creare un prodotto – ha specificato – con un’identità locale, come dimostra la grafica delle etichette”. A proposito di territorio, la dimensione locale è un tratto distintivo che accomuna Vaccari con Let Eat Bi: “Sono felice – conclude Vaccari – di presentare l’idromele in un incontro dell’Accademia Verde. Condivido principi e valori dell’associazione presieduta da Armona Pistoletto e sarà un onore raccontare le peculiarità del mio prodotto a Cittadellarte”.