Consapevolezza, responsabilità, autonomia: sono questi alcuni dei punti chiave attorno al quale si focalizza il ‘Cittadellarte & ArtEZ Residency Programme’, un programma di residenza per gli studenti del quarto anno del corso in Arti Visive dell’Accademia d’Arte di Arhnem. Il progetto, per i dodici studenti partecipanti – di età compresa tra i 20 e i 28 anni – rappresenta sia un’importante opportunità di crescita personale (tutti sono alla prima residenza artistica e dieci di loro sono all’ultimo anno del bachelor in arti visive), sia uno straordinario strumento formativo.
Un progetto di oltre un mese, in cui gli studenti organizzano autonomamente il proprio tempo e lavoro, sperimentando l’autogestione e la responsabilità nel fare ricerca artistica. Ogni residente, nello specifico, ha a disposizione uno spazio individuale in cui sviluppare il proprio lavoro personale, ma non mancheranno discussioni collettive e confronti tra i compagni, i tutor e lo staff dell’ufficio UNIDEE, interagendo anche con chi, come l’artista Nico Angiuli, sta lavorando a Cittadellarte (proprio in questi giorni si concludono le riprese del suo film ‘The Human Tools’). Il ‘quartier generale’ è la Sala Cervo, ‘vestita’ a studios e spazio di lavoro, ma gli studenti avranno anche accesso ad altri luoghi cardine della Fondazione, come, ad esempio, la biblioteca, gli spazi UNIDEE e la falegnameria.
Qual è il dietro le quinte che ha portato all’organizzazione della residenza? Da una parte il progetto di Cittadellarte di fondare un’Accademia che si occupi di trasformazione sociale; dall’altra la relazione tra la Fondazione Pistoletto e ArtEZ, in particolare con il BEAR, il più innovativo bachelor Olandese in arti visive.
Con ArtEZ Cittadellarte collabora ormai da un anno: l’obiettivo non è solo quello di sviluppare progetti formativi in comune come la residenza in corso o l’esperienza dello scorso settembre/ottobre – in cui in sei settimane intensive tra Biella e Arnhem una ventina di studenti hanno lavorato sul tema della Socially Engaged Art – ma anche quello costruire un vero e proprio Bachelor internazionale condiviso.
Per quanto concerne i contenuti e il programma della residenza, Michele Cerruti But (coordinatore del progetto e dei programmi di Alta Formazione di Cittadellarte) ha illustrato i dettagli ai nostri microfoni: “Anche se in queste settimane gli studenti sperimenteranno l’autonomia – ha esordito – non saranno soli: la Sala Cervo, infatti, è adibita a spazio collettivo dove tutti opereranno insieme, favorendo un assorbimento reciproco”. Come si sposa l’autonomia nella ricerca e l’autogestione con una collaborazione collettiva? “Non sono previsti specifici progetti di gruppo – spiega Cerruti But – ma il dover condividere lo stesso spazio permetterà loro di mettersi a confronto gli uni con gli altri quotidianamente. Un esempio significativo è proprio quello degli Studios: abbiamo dato loro la possibilità di organizzare autonomamente la grande sala a disposizione con tavoli e sedie, naturalmente scendendo a patti con gli altri. La cosa interessante è che invece di separarsi cercando ognuno un proprio ‘angolino’, senza che nessuno lo suggerisse, gli studenti hanno composto un unico grande tavolo centrale. Sarà bello osservare in che modo lo spazio si modificherà ancora, ma questo significa anche che condividere lo stesso spazio è esso stesso il modo attraverso cui è possibile sperimentare la relazione tra autonomia e gruppo.
Il programma – continua il coordinatore del progetto – prevede incontri settimanali gestiti dall’ufficio UNIDEE, nelle figure di Juan Sandoval, Annalisa Zegna, Clara Tosetti e il sottoscritto. Questi appuntamenti servono a gestire aspetti tecnici, ma anche a ‘suscitare’ domande di responsabilità. Gli studenti, inoltre, sono invitati a viaggiare durante la residenza (a scelta tra città come Milano, Torino, il Biellese stesso o altrove) e, in ogni giornata, hanno la possibilità di confrontarsi con chi li seguirà (anche con dialoghi informali sulle loro ricerche). Parallelamente, ogni settimana, sarà presente un tutor di ArtEZ che gestirà incontri individuali e collettivi con gli studenti, accompagnandoli in questo percorso. Alla fine dell’esperienza è previsto un Open Studio a cui saranno invitati artisti, curatori e studiosi con cui gli studenti potranno discutere presentando il proprio lavoro”.
La residenza a Cittadellarte, inoltre, permetterà ai partecipanti dell’ultimo anno del bachelor di concentrarsi per l’esame che dovranno sostenere nell’ambito del loro corso di studi (un pre-esame è previsto a febbraio e quello finale all’inizio dell’estate). “Queste settimane di lavoro a Cittadellarte – conclude Cerruti But – saranno per loro fondamentali. Il loro ultimo anno è incentrato sulla ricerca individuale ed è interessante che stiano facendo questa ricerca proprio ora. Cinque settimane negli spazi della Fondazione Pistoletto possono rivelarsi una sorta di ritiro intellettuale e spirituale per approfondire le loro ricerche, una vera immersione in una scuola che stimola e aiuta a concentrarsi”.