Come agirai?
L’arrivo del Covid-19 non ci ha lasciato solo un senso di vuoto, dubbio e sospensione, ma ci introduce ora verso una indecifrabile fase di rielaborazione delle nostre abitudini quotidiane.
Stiamo tornando tra le persone e le cose.
Il modo in cui gestiremo il nostro pensiero e la nostra azione sarà decisivo per definire un nuovo equilibrio: quale tipo di società vogliamo costruire durante e dopo il Coronavirus, e da quale tipo di realtà proiettiamo la nostra visione?
E dunque, rispondendo alla domanda sul ‘come agirò’, preferisco tratteggiare un quadro pratico.
Ho ripreso a lavorare con il Collettivo OP alla produzione dell’opera #OP2020 Uno Di Un Milione, sospesa durante la fase emergenziale pandemica, il cui debutto è stato rinviato al 22 marzo 2021, Giornata Mondiale dell’Acqua.
Parlare di opera relazionale al momento attuale, in cui ogni tipo di relazione risulta più complicata se non nella forma supportata dalla tecnologia, può apparire aleatorio: è evidente che l’esperienza del Covid-19 sta modificando ogni comportamento e ogni fase del nostro interagire, ed è proprio in questa trasformazione che oggi poniamo il fulcro di Uno Di Un Milione, ossia nel come saremo capaci di ricostruire una dimensione di comunità reale.
Dopo molti mesi di progettazione la produzione era partita il primo gennaio 2020 in Val di Sole, Trentino, realizzando delle classi di laboratorio e composizione con le scuole di musica, i centri di aggregazione sociale, i cori di voci bianche e i corpi bandistici. Siamo poi arrivati al 2 di febbraio dentro il teatro di ghiaccio Ice Dome, costruito al Passo Tonale, dove con incredibili strumenti di ghiaccio abbiamo concluso la scrittura del tema sorgente di Uno Di Un Milione esibendolo nella sua prima forma con il Coro di voci bianche della Scuola Celestino Eccher ed i giovani del centro Appm.
Da qui è iniziata l’opera di orchestrazione sinfonica a cura del maestro Silvio Morais D’Amico, che il prossimo ottobre verrà eseguita e registrata dall’Orchestra Sinfonica e Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala presso il Teatro Abanella di Milano, luogo dove siamo chiamati ad attuare nuove modalità di registrazione dato che, probabilmente, potrà risultare inadeguato radunare 75 musicisti e 40 voci bianche, oltre i tecnici, nel medesimo luogo.
Una volta realizzata la registrazione, l’ascolto del brano sinfonico sarà svelato in modo graduale, facendo in modo che ogni persona possa scoprire una nota alla volta e partecipare ad un enorme mosaico condiviso; ogni nota svelata inoltre sarà connessa alla scoperta delle innumerevoli fonti della Val di Sole e saremo guidati dalla innovativa tecnologia di Popack.art, anche attraverso l’uso della speciale borraccia Uno Di Un Milione che ne sarà la guida.
La borraccia, infatti, sarà la simbolica bussola che geolocalizzerà i suoni, le fonti, gli eventi e le iniziative da scoprire attraverso un QR Code installato nel suo dorso, indicando un cammino che porterà sino alla vetta di Pejo3000. In questa cima stiamo realizzando l’installazione scultorea ad opera di MOG Morgana Orsetta Ghini, la quale enfatizzerà l’immaginario onirico di questi scenari unici, connettendo i viaggiatori del globo e le comunità residenti ai temi proposti dalla scienza che verranno dibattuti lungo tutta la Valle, coordinandoci con le iniziative di studio, approfondimento e ricerca della tsm Trentino School of Management e del MUSE Museo delle Scienze di Trento. E solo qui l’intero brano sinfonico potrà essere ascoltato nella sua versione integrale e maestosa.
L’acqua è il tema fondativo su cui l’Azienda per il Turismo della Val Di Sole, il Comune di Peio, Pejo3000, il Parco nazionale delle Stelvio e la Provincia autonoma di Trento sostengono il progetto #OP2020 Uno Di Un Milione nelle sue molteplici declinazioni, dedicandole centralità in una prospettiva temporale ventennale, verso una decisa riconsiderazione del nostro approccio al territorio e alle risorse della Valle.
Ci sembra interessante ricordare che il 14 novembre 2019 la struttura di Pejo3000 è divenuta la prima area sciistica plastic free al mondo, dando voce allo scioccante studio dell’Università Statale di Milano e di Milano Bicocca, secondo cui all’interno del Ghiacciaio dei Forni (in alta Valtellina) vi sono tra i 131 e i 162 milioni di particelle di componenti plastici, un tasso equiparabile a quello dei mari europei. Diamo così slancio ad una visione di riconversione che l’intera Val di Sole sta sostenendo e a cui la nostra prospettiva aderisce pienamente.
La distanza tra ‘uno’ e ‘un milione’ definisce la differenza d’impatto tra un’iniziativa singola e una collettiva. Il singolo individuo è fondamentale in quanto parte di una collettività. Un milione di individui consapevoli è il fine che si pone di aggregare Uno Di Un Milione, con lo scopo di dedicare priorità a un nuovo soggetto, l’ambiente in cui viviamo, troppo spesso interpretato come entità immateriale e ininfluente, così come arte e cultura, a cui invece è necessario restituire centralità, nella loro capacità di generare cautela, partecipazione, proposizione, visione al futuro e, mai come oggi, rottura di schemi evidentemente inadeguati.
L’elemento ‘acqua’ è dunque quello fondamentale su cui stiamo costruendo l’intera narrazione e ci sembra importante enfatizzare una precisa analogia: così come l’acqua è l’elemento che più di tutti scende in profondità, allo stesso modo crediamo che quella sia la profondità a cui l’essere umano debba tendere per poter trovare gli strumenti con cui rispondere agli eventi che stiamo attraversando, accettando il fatto che avremo bisogno di una prospettiva di visione perlomeno ventennale, da cui il significato di OP2020.
Ci tengo anche ad annotare che nel pieno della emergenza pandemica e in totale lockdown, la cosa che ci è parsa più sensata fare è stata quella di dedicare la piattaforma unodiunmilione.com ad una iniziativa di sostegno verso gli anziani e le RSA trentine, di cui i bambini del Coro di voci bianche della scuola Celestino Eccher si sono resi protagonisti, focalizzando in modo chiaro il senso di coesione comunitaria.
Tutto questo quadro descritto è un tassello di ciò che crediamo sia importante progettare e mettere a terra in modo tangibile, in un processo che ci porti verso il ‘salto di specie’ da soggetto illuso a soggetto consapevole, se veramente di riconversione dei nostri sistemi produttivi, culturali e sociali si voglia parlare e considerarlo tema prioritario. Immagino quante relazioni possano scatenarsi da azioni, anche inizialmente isolate, simili a questa e che possano trovare modo di convergere lungo una mappatura di esperienze concrete, senza dimenticare un aspetto particolare che di questo processo ci pare decisivo: citando l’architetto Carlo Ratti, i weak link, ossia i cosiddetti legami deboli che provengono dalla casualità dei nostri incontri sono importantissimi, senza l’attivazione dei quali rischiamo di chiuderci in una bolla che polarizza le nostre idee, finendo con l’avere a che fare solo con chi conosciamo. Da quando è iniziato il lockdown le persone interagiscono principalmente online, i legami deboli si stanno assottigliando e quindi le reti sociali sono più fragili e funzionano peggio.
Le persone che incontriamo casualmente, proprio perché non sono collegate con il nostro network, possono esporci a una condizione che non avevamo previsto. E questo aumenta la nostra creatività e allarga i nostri orizzonti.
Dunque è importante riattivare la condivisione collettiva, che sia in grado di produrre questi incontri proficui, magari gestiti attraverso laboratori organizzati secondo norme d’ingaggio adeguate, ma pur sempre composti in modo tale che gli incontri casuali generino la loro potenzialità creativa e straordinaria.
Anche da questa conversazione passa l’articolata fase di diffusione di #OP2020 Uno Di Un Milione, ossia il modo in cui abbiamo deciso di agire nell’immediato.