Lavoro, sostenibilità, rinascita: può, un solo progetto, essere in grado di diffondere – non solo metaforicamente – queste tre parole chiave in un contesto territoriale fragile e delicato dal punto di vista economico e sociale? La risposta è affermativa. L’iniziativa che vi presentiamo deve la sua forza e il suo imminente sviluppo alla capacità di fare rete tra realtà appartenenti ad ambiti diversi tra loro, ma uniti per un obiettivo comune. Una squadra che fa della sua forza differenti competenze e ambiti d’azioni: l’arte, rappresentata dall’ambasciata Rebirth/Terzo Paradiso di L’Avana; la conoscenza del territorio, messa a disposizione dall’associazione Akokan; la Cooperativa non agricola CNA3, impresa che crea oggetti con plastica riciclata e permette il riutilizzo di questo materiale. Prima di presentarvi il frutto della cooperazione di queste realtà, conosciamole meglio: la prima, dal Rebirth Forum del 2015, opera – insieme a Cittadellarte – avvalendosi del metodo demopratico per portare la sostenibilità in tutto il territorio cubano; la seconda è un progetto comunitario ed educativo che, oltre a portare un’ampia conoscenza del territorio dello Stato insulare dei Caraibi, organizza corsi di permacultura e realizza orti solidali lavorando con adulti e bambini in contesti oggetto di fragilità sociali; la terza, come accennato, è una cooperativa che si occupa del riciclo di plastica.
Definite le specificità dei protagonisti coinvolti, scopriamo cosa è nato dalla loro collaborazione: ci riferiamo al progetto ‘La Mina’, traducibile in italiano con ‘la miniera’. Tutto è partito con il lancio del bando Habana CreActiva – gestito dal CIERIC – Centro de Intercambio y Referencia-Iniciativas Comunitarias e dal CISP- Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli -, che è teso a una rigenerazione sociale de L’Avana attraverso l’individuazione e il finanziamento di piccoli progetti innovativi non ancora sviluppati. I requisiti fondamentali di selezioni erano principalmente due: le iniziative dovevano essere orientate alla sostenibilità e all’Agenda 2030, al lavoro nei quartieri poveri, all’uguaglianza di genere e, in particolare, al coinvolgimento di più attori, spingendo così differenti realtà a fare rete. Considerati i topic vicini a quelli che hanno contraddistinto l’operato dei Rebirth Forum, l’ambasciata Rebirth/Terzo Paradiso di Cuba nella figura di Laura Salas Redondo ha deciso di partecipare, coinvolgendo le due realtà citate in precedenza, oltre al Politecnico de L’Avana. Hanno preso parte 18 progetti di ambiti quali cultura, arte, design, musica e quello col punteggio più alto è risultato proprio ‘La Mina’, che ha così ottenuto il premio di 10mila euro (in totale si sono aggiudicate il bando dieci iniziative). Quanto vinto non sarà dato direttamente in denaro ai capofila del progetto, ma sarà usato come fondo per comprare risorse utili all’avanzamento dell’iniziativa.
Su cosa verte La Mina? Sulla pratica del riciclo di plastica, attraverso una specifica strumentazione che dia lavoro dal quartiere de Los Pocitos fino a L’Avana attraverso un’attività improntata al riuso e alla sostenibilità. Il processo che porterà a concretizzare gli obiettivi de La Mina è articolato. Prima, insieme ad Habana CreActiva, è stato redatto un business plan con un consulente di marketing e sono state organizzate consulenze con un avvocato, in modo che ci si occupasse della parte burocratica per far sì che il progetto diventasse autosostenibile. “Il bando richiedeva di fare rete – spiega ai nostri microfoni Laura Salas – e per noi era perfetto, perché lo facciamo da anni con la metodologia demopratica, che nel tempo ha portato al lavoro collettivo e alla nascita di numerose attività. Ora, con il credito che abbiamo avuto col bando (e grazie al supporto logistico e legale che stiamo avendo), stiamo importando risorse che a Cuba sono complesse da reperire, come computer e la strumentazione utile per lanciare il progetto”. Come collaboreranno le altre realtà? “Akokan – risponde l’ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso – sta cercando un posto dove installare il macchinario con cui si potrà riciclare e tritare la plastica, mentre la cooperativa CNA3, oltre ad essere partner, comprerà la plastica riciclata. Quando questo processo diverrà realtà potremo dare lavoro alle persone disoccupate. A dicembre 2021 dovremo poi scrivere un resoconto di quanto fatto ad Habana CreActiva, nella speranza che il progetto sia divenuto ormai autonomo e replicabile in altri contesti, grazie anche agli ingegneri del Politecnico de L’Avana (dove Michelangelo Pistoletto, a febbraio scorso, prese parte a una riunione con il decano Maria Sonia Fleites e i professori di ingegneria industriale)”. Non solo: come anticipato da Laura, considerato che il riciclo della plastica è stato uno dei temi chiave dell’ultimo Rebirth Forum, la prossima mostra del maestro alla Galleria Continua di Cuba sarà rivolta proprio su questo argomento .
Il percorso, come accennato, sta arrivando al traguardo grazie al lavoro pluriennale nato e portato avanti dal Rebirth Forum di L’Avana. Il collegamento più stretto, nello specifico, è arrivato nell’ultimo in ordine cronologico, intitolato Città sostenibile: tra i temi affrontati nei dieci tavoli di lavoro*, uno era indirizzato alle tecnologie e i partecipanti hanno scelto il riciclo della plastica come topic principale da affrontare; un altro, invece, era mirato all’imprenditoria responsabile. “La Mina – ha spiegato Laura – è una naturale conseguenza, nello specifico, dei cantieri di questi due tavoli di lavoro, e in parte anche degli altri. Così si è nuovamente manifestata l’arte capace di innestare una trasformazione sociale responsabile”. Al Rebirth Forum dello scorso anno prese attivamente parte anche Michelangelo Pistoletto, a cui si deve il nome del progetto: “In una sessione di lavoro, il maestro – rivela l’ambasciatrice – affermò che ‘La plastica è una miniera (mina) a cielo aperto’. Da cui nacque l’idea di intitolare l’iniziativa ‘La Mina’, ovvero ‘la miniera’, facendo riferimento alle sue parole”.
L’iniziativa, inoltre, oltre a essere a tinte sostenibili, avrà un’impronta sociale e solidale: “La prima macchina trituratrice di plastica – continua – sarà installata nel quartiere de Los Pocitos, abbastanza complicato sotto molti punti di vista. Grazie a La Mina daremo la possibilità ad alcuni soggetti della zona di lavorare riciclando la plastica. Avremo, inoltre, la possibilità di conoscere meglio le persone di questa area per scoprire in prima persona i loro problemi. È stato – conclude Laura – un bellissimo lavoro della nostra piccola squadra cubana, e siamo veramente felici dei primi risultati ottenuti”.