Ci siamo. Il momento è arrivato: oggi – domenica 13 ottobre – prende il via la 22esima edizione della rassegna di mostre, incontri e seminari che raccontano pratiche artistiche di trasformazione dei contesti sociali in cui si sviluppano, realizzate da Cittadellarte e dalla sua rete internazionale consolidata negli anni. Il riferimento è ad Arte al Centro, che comincerà con l’apertura delle mostre e i trattamenti delle Terme Culturali a partire dalle 16 e il dibattito I temi chiave per lavorare sullo sviluppo di un territorio partendo dalla cultura e dall’arte* dalle 16.30. L’opening è prevista per le 18.30, quando apriranno al pubblico anche i nuovi spazi di archeologia industriale appena ristrutturati presso la sede permanente del Terzo Paradiso. Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, e Michelangelo Pistoletto daranno ufficialmente il via all’inaugurazione con due interventi introduttivi. Proprio il maestro biellese si è raccontato ai nostri microfoni, in un’intervista che si concentra prevalentemente su Arte al Centro.
Nel 1967 avevi aperto il tuo studio agli artisti di ogni vocazione e tendenza: poeti, teatranti, cineasti, musicisti. Anche ad Arte al Centro la proposta è molteplice: installazioni, opere sonore, i trattamenti delle Terme Culturali, il progetto di moda sostenibile B.E.S.T., il premio annuale Minimum Prize, film, conferenze, performance e molto altro. La proposta tua e di Cittadellarte continua a far convivere linguaggi diversi: quanto conta riunire in un unico luogo e contesto differenti attori e temi del mondo dell’arte?
Dopo l’apertura del mio studio nel 1967 ho esteso via via l’incontro e l’interconnessione oltre che fra i linguaggi artistici anche fra i diversi settori che compongono la società. Cittadellarte è il luogo in cui le attività artistiche si intrecciano con quelle pratiche della vita sociale, producendo sinergie estese a ogni dimensione del tessuto civile.
Negli anni ‘60 uscivamo dai luoghi deputati all’arte, come lo studio, la galleria, il museo e il teatro per incontrare in strada la realtà vissuta. Adesso Cittadellarte è un’istituzione in cui si realizzano le aspirazioni e gli obiettivi che cercavamo uscendo dalle tradizionali istituzioni. Cittadellarte è un laboratorio di civiltà, infatti la ricerca consiste nel progredire dalla Cittadellarte verso la ‘Civiltà dell’Arte’.
Una delle novità di rilievo di Arte al Centro è le Terme Culturali. Perché il tema dell’acqua assume un ruolo chiave in questa proposta?
L’acqua è fonte di vita. Dove non c’è acqua c’è il deserto. La parola stessa ‘paradiso’ è legata a questo elemento. Nell’antica lingua persiana il termine ‘paradiso’ significava ‘giardino protetto’. Si trattava di muri in sasso circolari, costruiti in zone desertiche per proteggerne l’interno dai venti ardenti del deserto, in tal modo si permetteva all’umidità della notte di far germinare la vegetazione.
Questo congegno architettonico ha poi assunto, per alcune religioni, significato miracoloso e l’acqua è divenuta ‘l’acqua santa’. Il Terzo Paradiso assume il significato di giardino protetto e lo trasferisce a dimensione planetaria, salvare la Terra dal degrado procurato dall’uomo deve essere ora il miracolo che l’uomo stesso deve fare.
L’acqua come essenza di vita è il simbolo di generazione e di rigenerazione che Cittadellarte assume con le Terme Culturali. Partire dalla madre acqua per salvare la Terra. Questo vuol dire agire su tutti i rami della cultura per riportare le acque alla loro pratica utilità come nel giardino dell’Eden.
Di recente hai realizzato l’opera Autoritratto 2019 (riportata sotto), in cui hai scritto “Io sono il robot, il robot sono io”. L’immagine scelta per la comunicazione di Arte al Centro è un robot, realizzato nell’ambito del film The Human Tools di Nico Angiuli. Dietro questa tua attenzione rivolta ai robot si cela una critica alla società ormai dipendente dalla tecnologia? Se prendiamo come riferimento il tuo segno-simbolo, il paradiso dell’artificio sta diventando più grande di quello della natura?
Con l’uso degli algoritmi la robotica diviene lo specchio tecnologico dell’esistente. Con il mio lavoro ho identificato lo specchio delle immagini come fenomeno di verità: lo specchio, infatti, riporta la realtà così com’è, perciò non può mentire. La scienza algoritmica e robotica sta realizzando uno specchio tecnologico che riproduce l’esistente nel suo vero e proprio essere. “Io sono il robot, il robot sono io” significa che io stesso sono fatto come il robot che costruisco, esso mi rappresenta fenomenologicamente.
Torniamo a considerare il mito di Narciso. Narciso, guardando nello specchio d’acqua (si noti come si torna ancora sempre all’acqua) vede l’immagine di se stesso, ma non si riconosce e si innamora perdutamente di quell’immagine, tanto da affogare in essa. Potrebbe parere incredibile, ma quell’antico mito già si riferiva all’uomo attuale, che oltre allo specchio dell’arte si sta specchiando in quello tecnologico. Finalmente potrebbe accadere quanto previsto dal mito, che, innamorandosi della sua immagine tecnologica anziché riconoscersi e mantenere le distanze, finisca per annegare nella tecnologia che lo rappresenta. Il mio compito, ora come artista dopo aver lavorato con lo specchio che riflette le immagini, è quello di occuparmi dello specchio che riflette la vita fisica e pratica. Nei due cerchi esterni del Terzo Paradiso possiamo porre i due specchi e tra questi, nel cerchio centrale, la nostra assunzione di conoscenza, coscienza e responsabilità.
Arte al Centro, come di consueto, si svolgerà a Biella, ma avrà ospiti e relatori di caratura internazionale come Pier Luigi Sacco consulente speciale del Commissario per Educazione e Cultura della Commissione Europea) che prenderà parte all’incontro “I temi chiave per lavorare sullo sviluppo di un territorio partendo dalla cultura e dall’arte”, e Gianni Rosas (direttore generale ILO Italia), che parteciperà al dibattito dopo la proiezione del film Il Patto della Montagna. Arte al Centro, inoltre, si avvale proprio del patrocinio dell’ILO. Quanto conta la cura delle relazioni con queste istituzioni nel perseguimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite?
Riguardo ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU possiamo vantare di essere stati i primi ad attivarne le funzioni, portandoli, nel 2015, al primo Rebirth Forum del Terzo Paradiso a L’Avana (Cuba). Tuttavia devo ribadire che ci muovevamo già in questa direzione fin dalla nascita di Cittadellarte, infatti la nostra missione è “stimolare e produrre una trasformazione responsabile nella società” e la rassegna Arte al Centro mette l’arte al centro di tale trasformazione, che in inglese ha preso il nome di ‘sostenibilità’ e in francese di ‘durabilità’.
Gli incontri, i dibattiti, le conferenze si susseguono durante l’anno nell’attività di Cittadellarte. Anche per Arte al Centro di quest’anno possiamo contare sulla partecipazione di figure di grande valore che apportano il loro sapere e la loro esperienza al programma di innovazione sostenibile che stiamo svolgendo.
Questa è la XXII edizione di Arte al Centro. Cosa rappresenta per te questo appuntamento? Come credi si sia evoluto nel tempo?
Questa XXII edizione di Arte al Centro rappresenta un passaggio significativo nell’evoluzione di Cittadellarte. Primo, si inaugura un nuovo sistema, articolato e partecipato alla visita del complesso. Secondo, si dà inizio al percorso delle Terme Culturali, che nel futuro verrà ampliato e portato a tempi di soggiorno prolungato. Terzo, l’occasione d’incontro e di discussione con diversi ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso sullo sviluppo del progetto dell’Arte della Demopraxia. Quarto, sono messe in evidenza le specificità della nuova Accademia UNIDEE attraverso le proposte dei relatori invitati.
Infine, per sintetizzare, posso affermare che il futuro di Cittadellarte poggia su tre organismi di base che sono: la nuova Accademia UNIDEE, dedicata alla formazione di protagonisti della nuova società; lo stabilimento di cura artistico, culturale e sociale denominato Terme Culturali; lo sviluppo e il consolidamento dell’opera di rigenerazione della società basato sul metodo della demopraxia, che si rende alternativo a quello finora usato per realizzare la democrazia. Su queste tre direttive intendiamo proseguire il nostro percorso.