Quando l’arte incontra la neuroatipicità: a Roma il Terzo Paradiso tra condivisione e inclusività
Presso la Tenuta Presidenziale di Castelporziano si terrà una performance e un'installazione del simbolo trinamico di Michelangelo Pistoletto che vedrà la partecipazione di un centinaio di persone tra neurotipici, neuroatipici, bambini e adulti. L'appuntamento, che mira a sciogliere il paradigma di diffidenza verso il diverso, è proposta da Cittadellarte e Connettivismo nel quadro del progetto Quirinale Contemporaneo della Presidenza della Repubblica.

Connessione, coniugazione, interazione, dialogo, futuro, umanità, collettività, responsabilità, società, generazione, scienza, arte: sono numerose le parole chiave che si potrebbero associare all’iniziativa di arte socialmente impegnata che si ispirerà al Terzo Paradiso, in programma per il 19 settembre presso la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, a Roma. È infatti prevista una performance che vedrà protagoniste persone neurotipiche e neurodivergenti nell’ottica di promuovere una cultura inclusiva di condivisione, in modo che i partecipanti “percorrano – si legge nella presentazione – una strada comune condividendo le peculiarità e caratteristiche personali di ciascuno. Condividere lo spazio collettivo significa agire in prima persona e prendere posizione nei confronti di uno dei temi più discussi nella nostra società: la reciproca inclusione e inclusività. L’arte socialmente impegnata descrive un’arte collaborativa, spesso partecipativa e che coinvolge le persone come mezzo o materiale dell’opera. Una comunità (spesso composta da soggetti con fragilità) coinvolta in un’azione collettiva diventa il tramite artistico che si concentra sull’impegno attraverso l’interazione umana e il discorso sociale”. La giornata, organizzata da Fondazione Pistoletto Onlus e Connettivismo nel quadro del progetto Quirinale Contemporaneo della Presidenza della Repubblica, vedrà la direzione scientifica di Leonardo Zoccante e la direzione artistica di Matilde Nuzzo e Francesca Malverti con la collaborazione del coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Francesco Saverio Teruzzi.

Il Terzo Paradiso sfondo attivo dell’iniziativa
Come specificato nella descrizione dell’iniziativa, nel 2003 Pistoletto scrive il manifesto del Terzo Paradiso, intuendo già le problematiche che la società contemporanea stava soffrendo a causa delle pressioni dovute a disparità e incomprensioni, sottolineando “che un intervento collettivo e partecipato sarebbe stato la chiave per rendere i cittadini più consapevoli, attivi e impegnati nella costruzione di “paradiso” equo e responsabile. L’intuizione dell’artista – viene evidenziato – si rivela incredibilmente attuale anche oggi, in una società che ancora stenta a trovare un equilibrio tra i drammi collettivi che abbiamo vissuto, e che continuiamo a vivere, negli ultimi 3 anni. La distanza fisica imposta dalla pandemia si è sedimentata nelle nostre vite assumendo la forma di distanza immateriale; di conseguenza la curiosità verso l’incontro con l’altro ha lasciato sempre più spazio all’incomprensione, alla diffidenza e al timore per l’altro, all’indifferenza per chi è in difficoltà”.

La perfomance
La performance, che vedrà la partecipazione di un centinaio di persone, prevede una serie di momenti di dinamismo, ad evidenziare come l’inclusione e il progresso artistico, scientifico e sociale siano in continuo divenire. La performance si svolgerà con attenzione alle necessità di tutti i partecipanti, per esempio. “La scelta di non utilizzare un particolare suono – viene sottolineato nella presentazione – è per rispettare l’ipersensibilità ai suoni di alcuni partecipanti, caratteristica piuttosto ricorrente negli autistici, ad esempio. Pistoletto, che ha personalmente partecipato all’ideazione coreografica, ha scelto per l’occasione di disegnare sui palmi delle mani il simbolo del Terzo Paradiso, affinché nei momenti di dinamismo i partecipanti possano creare sempre nuovi simboli trinamico avvicinando i reciproci palmi delle mani, quasi fosse un segno di pace, fino a creare insieme un grande, unico, Terzo Paradiso”.

Finalità, tra scientifiche, artistiche e sociali
L’iniziativa, come specificato dalla direzione artistica, si pone come un’azione di consapevolizzazione scientifica sul tema neuroatipicità e vuole essere inoltre uno stimolo per ampliare e approfondire dibattito scientifico in merito, anche introducendo la teoria del Connettivoma nel panorama degli studi sull’ASD (Disturbi dello Spettro Autistico). Avrà rilevanza anche l’ambito culturale: “L’arte socialmente impegnata – così gli organizzatori – descrive un’arte collaborativa, spesso partecipativa e che coinvolge le persone come mezzo o materiale dell’opera. Una comunità (spesso composta da soggetti in situazioni di fragilità e/o marginalità) coinvolta in un’azione collettiva diventa il tramite artistico che si concentra sull’impegno attraverso l’interazione umana e il discorso sociale. Attuare i valori portati avanti dal Terzo Paradiso e ai principi ad esso connessi”. Infine, per quanto concerne le finalità sociali, l’intento è quello di superare l’idea di accoglienza per giungere a convivenza, condivisione e compartecipazione non solo nell’arte ma anche nella quotidianità. “La performance – viene aggiunto – plasma un tempo e uno spazio di condivisione, dove la compartecipazione di un’attività pone le basi per modelli di convivenza. Proprio nella condivisione si stabilisce la realizzazione dell’inclusione e dell’integrazione”.

Il commento di Nuzzo e Malverti
La realizzazione di un Terzo Paradiso formato persone neurotipiche e neuroatipiche, che condividono lo spazio collettivo, significa agire in prima persona – hanno affermato – e prendere posizione nei confronti di uno dei temi più discussi nella nostra società: l’inclusione e l’inclusività. Intendiamo tali termini nella loro implicazione di reciprocità: la persona neuroatipica accoglie la neurotipica nella propria sfera d’essere, condividendo il proprio approccio e i propri funzionamenti, e così la persona neurotipica con la neuroatipica. Risulta infine centrale, nel solco dell’operato del maestro Pistoletto, intersecare il sapere scientifico con quello artistico, da cui la stretta collaborazione con luminari medici quali il dottor Zoccante: due mondi – concludono – che a loro volta necessitano di un dialogo sempre più aperto e sincero affinché la società possa crescere forte di solide basi, strumenti e consapevolezze”.