Risale al 2013 il mio primo incontro con Michelangelo Pistoletto, quando con Alessandro Garbasi andai a visitare Cittadellarte a Biella. Il maestro era alla caffetteria della Fondazione e aspettammo che finisse di mangiare per chiedergli timidamente se potesse fare una fotografia con noi. All’epoca, erano trascorsi tre anni dall’inaugurazione del primo nucleo della Collezione Civica d’Arte Contemporanea di Neviano degli Arduini, che avevamo fondato per conto del Comune nel piccolo centro di Sella di Lodrignano, nell’Appennino Parmense, e avevamo da poco istituito l’Associazione Muse Arte Contemporanea per la cura della Collezione e degli eventi annessi. Durante quell’incontro non osammo chiedere nulla al maestro, ma avremmo tanto voluto. Poter creare un evento in collaborazione con lui era un miraggio e nel corso degli anni è sempre rimasto un obiettivo racchiuso in un cassetto, fino a quando nell’ottobre del 2020, in occasione della mostra di architettura tenutasi presso la Collezione Civica, conoscemmo l’architetto Giacomo Bassmaji che ci raccontò il suo rapporto con Cittadellarte e la sua funzione di ambasciatore del Terzo Paradiso.
A questo punto, la nostra proposta di collaborazione non si fece attendere. Questo incontro fortuito poteva essere l’occasione per creare qualcosa col maestro e fargli conoscere la nostra realtà, sicuramente piccola, ma ricercata e curata. Il nostro intento è sempre stato quello di far conoscere l’arte contemporanea alle persone e far comprendere che non si tratta di una realtà incomprensibile, ma di uno strumento formidabile per migliorare la qualità della vita e abituare a leggere oltre alle apparenze, interagendo attivamente con le persone. Nel nostro piccolo, nel corso di questi undici anni trascorsi dal momento dell’inaugurazione, abbiamo dato luogo a mostre, eventi, performance e conferenze, il tutto all’insegna dell’arte contemporanea. Al primo posto c’è sempre stato il rapporto diretto con gli artisti che sono stati l’anima fondamentale di ogni nostro evento. Non c’è cosa più importante del conoscere persone che vivono di arte e per l’arte e che attraverso il loro operato arricchiscono le vite delle comunità con cui vengono a contatto.
L’opera di Pistoletto ha un fascino particolare, riesce a interagire con le persone rendendole partecipi e protagoniste. L’aspetto fondamentale però è la parte attiva della gente nella realizzazione delle installazioni. Lo dimostra la messa in opera del suo Terzo Paradiso, simbolo ormai conosciuto in tutto il mondo e realizzato in ogni luogo da comunità differenti unite da un obiettivo comune. Questo concetto si sposa perfettamente con gli ideali che come Associazione abbiamo sempre cercato di perseguire.
Per quanto riguarda Neviano degli Arduini, la proposta di coinvolgimento della comunità, ha trovato la sua concretizzazione nel coinvolgimento della scuola nella sua interezza a prosecuzione dei progetti già in essere che hanno avuto come protagonisti i bambini di Neviano. Il Terzo Paradiso sarà quindi realizzato dai tre ordini di scuola: un cerchio verrà messo in opera dalla scuola dell’Infanzia, uno dalla Primaria e quello centrale dalla Secondaria. L’interpretazione scelta è quella legata alla rappresentazione dei due mondi contrapposti: naturale e artificiale, e del mondo utopico, quello centrale, in cui convivono in armonia mondo della natura e mondo dell’uomo, quasi una concretizzazione dei valori intrinseci al riconoscimento di Riserva di Biosfera Man & Biosphere UNESCO ottenuto dal territorio di Neviano.
La scuola dell’Infanzia si occuperà del primo cerchio esterno, simbolo del mondo naturale e lo realizzerà interamente col materiale rinvenuto in natura come rami, fascine, radici, tronchi, lana (proveniente dai greggi locali). Questa operazione ben si integra col progetto di outdoor che i bambini hanno in programmazione e che li porta ad esplorare e scoprire il territorio in cui vivono.
Alla scuola Primaria è stato affidato il cerchio del mondo artificiale, che sarà costituito da copertoni di automobili usati ed altri elementi tratti da cantieri. All’interno di questi elementi di costruzione, si delineeranno delle figure umane, simbolo della famiglia, elemento base per la costruzione della società. Tale cerchio pertanto avrà una doppia simbologia in quanto sarà formato da elementi che rappresenteranno la costruzione fisica degli edifici, ma anche da elementi fondamentali che costruiscono la società dei valori. Le ‘ruote’ inoltre andranno a ricordare una delle più importanti scoperte dell’uomo, scoperta che gli ha permesso di spostarsi, entrare in contatto con altri e di comunicare.
La scuola Secondaria si occuperà del cerchio centrale, il più grande e complesso. In quanto Terzo Paradiso, dovrebbe rappresentare lo stato di armonia tra natura e uomo, pertanto si è deciso di utilizzare materiale tratto da un elemento naturale, il legno, ma rielaborato dall’uomo. Questo cerchio sarà quindi ricreato con delle cassette della frutta e con dei bancali sempre lignei. Con i bancali si formeranno delle panchine che permetteranno di sedersi e di dialogare all’interno dello stesso cerchio e che al contempo dialogheranno con le sedute già presenti nella gradinata posta di fronte allo spazio in cui prenderà vita l’ installazione. Questo per incentivare l’interazione attiva tra gli spazi.
La cromia del Terzo Paradiso, sarà basata su tre colori chiave:
• Il verde per il cerchio della natura a richiamare la tinta principale del mondo naturale.
• L’arancione per il cerchio del mondo artificiale, avendo come riferimento la tinta delle reti che delimitano i cantieri.
• Il blu per il cerchio centrale. Perché il blu? Perché la Terra è il nostro pianeta blu, è il pianeta da salvare e perché, anche sul piano coloristico, si trova in posizione centrale rispetto agli altri due cerchi. Il blu è un composto del verde (infatti tale cerchio deriva dal mondo naturale) e al contempo è una tinta complementare all’arancione, il colore del terzo cerchio. Il tal modo il cerchio centrale non avrebbe un contatto diretto col mondo artificiale, ma sarebbe complementare ad esso e sfiorandolo, prenderebbe dal lui solo il lato positivo dell’artificio umano.
La messa in opera del Terzo Paradiso è stata subito accolta con molto entusiasmo dall’amministrazione comunale che ha concesso l’utilizzo dello spazio esterno alla palestra della scuola, spazio che in tal modo sarà riqualificato. “Trovo che il progetto proposto sia fondamentale per i nostri ragazzi che in tal modo hanno la possibilità di confrontarsi col lavoro di un grande artista e di esprimere la loro creatività, inoltre le tematiche trattate dal Terzo Paradiso hanno un peso consistente nelle vite dei giovani perché è proprio da loro che si deve partire per cercare di migliorare il nostro futuro”. Con queste parole il neo sindaco Raffaella Devincenzi ha sostenuto il lavoro proposto agli studenti.
“Quando l’Associazione Muse Arte Contemporanea mi ha proposto l’allestimento del simbolo ideato da Michelangelo Pistoletto – ha affermato il dirigente scolastico Enrico Calzolari – ho considerato importante appoggiare il progetto per i forti valori sottesi ad esso, valori legati alla cooperazione, al rispetto per l’ambiente, alla cura di se stessi e degli altri, alla sostenibilità. Credo che per i ragazzi sia molto importante poter vivere in prima persona esperienze legate a queste tematiche perché solo facendole proprie riusciranno a interiorizzarle e a metterle in atto nel loro quotidiano. Inoltre per la scuola di Neviano è un onore poter diventare un tassello di un disegno molto più ampio che si estende a livello mondiale e soprattutto poter dare un piccolo contributo per un cambiamento di cui i ragazzi saranno protagonisti”.
“La proposta di realizzazione di un Terzo Paradiso avanzata agli alunni della scuola di Neviano – aggiunge la vice dirigente Antonella Raffaini – non può che renderci tutti orgogliosi in quanto consente a tutti i bambini e ai ragazzi di rendersi protagonisti consapevoli e responsabili di un cambiamento possibile e reale per un futuro migliore che nell’equilibrio tra ciò che è naturale e ciò che è artificiale, consenta la sopravvivenza del nostro pianeta e dello stesso genere umano. I nostri giovani e giovanissimi possono dunque diventare liberi interpreti di un messaggio forte di sensibilizzazione, ma anche di una proposta di risoluzione concreta, sia pure interpretata simbolicamente e artisticamente, dei problemi che minacciano il nostro splendido giardino”.
Ed ecco le parole di Martina, una studentessa che ha dimostrato subito un’attiva partecipazione verso il lavoro proposto: “È stato bello potersi immedesimare in Michelangelo Pistoletto, cercando di capire il suo punto di vista. Un giardino protetto è un posto dove ci sentiamo sicuri e liberi di essere noi stessi ed è difficile trovarlo. Il Terzo Paradiso dovrebbe essere il giardino protetto di tutti e simboleggiare la nostra rinascita, una terza dimensione che unisce in modo equilibrato l’artificio e la natura e su cui le attività malsane dell’uomo non dovrebbero esistere. Questo ci fa capire quanto sia importante cambiare alcuni aspetti della nostra vita. Basterebbe che tutti noi ci impegnassimo e facessimo un piccolo sforzo per riuscire a cambiare il mondo. Sarebbe una vera soddisfazione riuscire a trasformare questo mondo quasi totalmente artificiale, in un perfetto Terzo Paradiso, in un Giardino protetto”.
Quando il Terzo Paradiso di Neviano sarà messo in opera, avrà luogo un flash mob che vedrà i ragazzi entrare e girare intorno al simbolo indossando delle magliette bianche su cui compariranno due scritte riproposte in tre lingue: italiano, inglese e francese. Le scritte reciteranno: “Io sono il mio giardino” e “Avrò cura di me”. Sono due frasi che ricordano che la Terra è il nostro giardino, il nostro luogo e noi siamo parte di questo luogo, pertanto, se abbiamo cura di noi stessi, cercando di migliorarci, riusciremo di riflesso a prenderci cura della nostro pianeta.
Questo Terzo Paradiso diverrà un luogo che i ragazzi vivranno e interpreteranno interagendo con lo stesso anche in altre attività (come nel laboratorio teatrale), allo scopo di tener vivo il suo significato. In questo modo gli studenti non avranno solo realizzato fisicamente l’opera, ma ne saranno parte attiva.