“Prati verdi per giocare, mari chiari per nuotare, respirare l’aria pura, sarà il Terzo Paradiso”: questi alcuni dei versi di We can do better, un brano ispirato alla hit di Matt Simons, ma con un testo inedito. L’autore della canzone che stiamo per presentare non è il celebre cantautore statunitense, ma una maestra che, insieme a cinque bambini, ha realizzato uno speciale videoclip lanciando messaggi di sostenibilità. La musica è stata un punto di partenza per sviluppare consapevolezza e rispetto con il progetto di Arianna Crocco, docente della scuola dell’infazia Paola Guarneri di Palazzolo sull’Oglio. Ai nostri microfoni ha illustrato il dietro le quinte dell’iniziativa ludico-musicale: “L’ideazione del progetto – esordisce l’insegnante – ha radici professionali e personali. Da una parte la scuola, dove mi impegno con le colleghe a educare bambini consapevoli con la collaborazione delle famiglie, dall’altra ho alle spalle un percorso di vita che mi ha portato ad aiutare le persone in difficoltà. Faccio parte, ad esempio, di un centro di aiuto per le donne vittime di violenza e, in generale, credo che per gestire le situazioni di emergenza è necessario cominciare a lavorare con i bambini. Così è possibile che i giovani diventino adulti con consapevolezza di sé, rispettosi del prossimo ed empatici verso l’ambiente e la società”.
Nell’ottica di una sensibilizzazione sui temi in questione, la docente ha scritto una nuova canzone per i suoi alunni in vista della recita per le passate festività natalizie. Il brano è proprio We can do better e, fin da subito, ha riscosso grande successo tra i bambini e le famiglie: una componimento allegro e spensierato, ma con un testo significativo e profondo. Un linguaggio e un lessico semplice, ma incisivo: possiamo fare meglio, per noi, per amici e familiari, per il prossimo, per il pianeta. “Questo progetto è piaciuto a tutti – continua la maestra – così mi sono chiesta: ‘Perché non registrare questo pezzo musicale?’. Così è stato: grazie alla collaborazione di mio figlio Luca Rapuzzi – che ha realizzato il videoclip – mi sono recata in uno studio di registrazione per incidere il brano con cinque bambini. Presso la ‘Casa della musica’ di Palazzolo, al centro di formazione musicale, ci siamo preparati, poi abbiamo registrato allo studio IndieBox di Brescia”. I giovani protagonisti – dei quali Arianna è stata insegnante – sono tutti studenti della scuola primaria e, nello specifico, tre sono in prima elementare, una bambina in terza e l’altra in quinta: sono Aleksandra Xhani, Astou Diop, Penda Diop, Pietro Andreoli e Stefano Vitali.
Come riportato nell’estratto a inizio articolo, nel testo del brano viene anche citato il segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto. A cosa è dovuta la scelta di inserire il simbolo trinamico nella canzone? “Il progetto – risponde la docente – ha numerosi parallelismi con il Terzo Paradiso: anche noi parliamo di equilibrio e di un mondo sostenibile, rivalutando i valori umani e le relazioni. Per arrivarci è necessario un’armonia tra natura e artificio”. A proposito di sostenibilità che parte dai giovani, viene facile pensare a Greta Thunberg: “È una ragazza che ha grande coraggio, virtù che viene dalla forza delle convinzioni. Anche per questo – afferma Arianna Crocco – credo sia importante aiutare i ragazzi a essere consapevoli: loro sono il nostro futuro”.
Ascoltando la canzone, si può evincere quali siano i temi cardine posti sotto i riflettori: sostenibilità, ambiente e solidarietà. “Uno dei messaggi più importanti che abbiamo voluto trasmettere – racconta – è che bisogna aiutare chi è meno fortunato di noi, allargando il nostro sguardo. Un singolo individuo sta bene? Non è sufficiente se la qualità della vita di chi ci circonda non è elevata come la nostra! Possiamo fare meglio quindi, prendendo spunto dai bambini: guardando la situazione ambientale globale sono gli adulti, infatti, che hanno portato a questa situazione allarmante. Bisogna continuare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini e dei ragazzi. Noi adulti spesso crediamo che siano generazioni negative, ma non è così: dobbiamo credere nel loro potenziale, è enorme”.
La canzone, inoltre, ha portato alla nascita del movimento Faccio meglio che posso: “Il video che abbiamo realizzato – conclude – è il nucleo che ha generato l’idea di un nuovo progetto, attualemente in fase embrionale. È un’iniziativa che sarà incentrata sull’aggregazione e sull’educazione e vedrà la partecipazione dei bambini e dei genitori. Presto ci incontreremo e daremo forma alle nuove idee…”Arianna, così, mette in pratica sempre più quanto recita la sua canzone: “Non possiamo aspettare | Ci dobbiamo ascoltare | E rispettare | Possiamo fare meglio | We can do better”.