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La Formula della creazione è 1 e 1 uguale 3. La terza cosa che ora c’è e prima non c’era e che non sarebbe esistita se l’uno e l’altro non si fossero incontrati. Ecco, di incontri tra il 5 e il 6 di marzo a Napoli ce ne sono stati tanti.
Però partirei da una foto che in questo momento sta spopolando sul web, di Ciro Fusco, fotografo dell’ANSA. È una foto che fa discutere, che in molti stanno usando come rappresentazione del degrado di Napoli e della non necessità dell’opera in piazza Municipio.
Una persona indigente, forse in stato confusionale in primo piano, dei ragazzi non curanti o forse meno schizzinosi di altri che fanno merenda subito dopo, tante persone che girano intorno all’opera e il cumulo di stracci che invade lo sfondo con la Venere quasi completamente coperta, ne spunta solo parte della testa, con gli occhi che non possono vedere. Con gli occhi che non possono vedere, ecco credo che questa sia la forza stessa della fotografia, ma anche il pieno messaggio della Venere degli stracci per Napoli. Perché l’opera rappresenta Napoli nella sua interezza. Perché Napoli è sia la Venere, simbolo di bellezza, cultura e storia sia gli stracci come società contemporanea consumistica e consumata. È il cumulo di stracci, che dal 1967 a oggi è cresciuto in maniera smisurata, che ci deve far riflettere sui valori umani, che ci impedisce di andare oltre e guardare, vedere, gli ultimi. E probabilmente è questo il motivo che ha spinto Padre Loffredo a chiedere e ottenere che l’opera venga poi installata permanentemente nella chiesa di San Pietro ad Aram, vicino piazza Garibaldi.È quel cumulo di stracci che una volta erano vestiti e che sono stati abitati, vissuti e singolarmente hanno delle storie fatte di una vita di lavoro o dell’essere indossato forse una volta vittima di una moda dove il fast sembra essere l’unica cosa fashion, che ci dice, anzi urla: ma dov’è la persona? Dov’è la felicità?
E la felicità era nel volto delle donne in regime carcerario speciale che possono reinserirsi nella società al Lazzarelle Bistrot. O nelle persone disabili cognitive dell’Associazione La Scintilla che vengono avviate a piccoli, ma per loro enormi, servizi di guida turistica al Pio Monti della Misericordia. O nei ragazzi che grazie a L’Altra Napoli imparano a suonare degli strumenti musicali nella Casa della Musica a Forcella. Tre associazioni con dei progetti che anche grazie alla Venere degli stracci e alla volontà di Pistoletto potranno essere portati avanti ed emergere e che Michelangelo ha voluto incontrare direttamente, conoscere e ascoltare a fari spenti, in maniera non ufficiale.
La Venere degli stracci per Napoli fa e farà discutere e credo che questo sia già un successo. Spero, però, vivamente che queste discussioni non rimangano emoticon, ma pratiche socialmente utili per molti, se non per tutti.La raccolta a favore delle associazioni intanto continua:
IBAN: IT44O0306909606100000197564
INTESTATO A: L’Altra Napoli Ente Filantropico
CAUSALE: Altra Napoli per la VenereRingrazio Rosa Martino per lo spunto.
Francesco Saverio Teruzzi
Napul’è… la Venere degli stracci
Vi proponiamo un editoriale di Francesco Saverio Teruzzi, coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso, sulla nuova Venere degli stracci inaugurata il 6 marzo nella città partenopea. “L’opera - ha affermato - rappresenta Napoli nella sua interezza. Perché Napoli è sia la Venere, simbolo di bellezza, cultura e storia, sia gli stracci, come società contemporanea consumistica e consumata”.