Parma. Arte e innovazione sociale, rigenerazione territoriale
Vi proponiamo il testo di Fortunato D'Amico, collaboratore di Cittadellarte, presente nel libro-catalogo "Il Terzo Paradiso a Parma", inerente alle oper-azioni e ai cantieri di lavoro iniziati - e innescati - nella provincia emiliana durante la prima edizione del festival "Parma 360". "Tra le tematiche in rilievo - scrive D'Amico - troviamo la partecipazione attiva dei cittadini nella scelta di indirizzo sociale, economico, di progettazione, rigenerazione del territorio e gestione dello spazio pubblico".

Come scritto in un nostro precedente articolo, giovedì 18 gennaio a partire dalle 11 verrà presentato il libro-catalogo “Il Terzo Paradiso a Parma” negli spazi del WoPa Temporary della provincia emiliana. Ecco un testo – presente nel volume – scritto da Fortunato D’Amico.

“L’intervento di Michelangelo Pistoletto a Parma 360 è preceduto da un lungo periodo di incontri tra gli esponenti di Cittadellarte e quelli delle associazioni culturali che hanno creato l’evento Parma 360, Festival della Creatività Contemporanea, oltre alle istituzioni locali. La straordinaria adesione dei cittadini agli eventi organizzati in occasione di questa manifestazione è motivo di grande soddisfazione oltreché di riflessione sulle problematiche che attraversano indistintamente tutto il mondo contemporaneo. Tra le tematiche in rilievo la partecipazione attiva dei cittadini nella scelta di indirizzo sociale, economico, di progettazione, rigenerazione del territorio e gestione dello spazio pubblico. Quest’ultimo sempre meno accessibile e sempre più privatizzato a causa delle scelte compiute dalle amministrazioni negli anni del secondo dopo guerra che in parte hanno portato anche alla dismissione di aree demaniali date in vendita o in gestione ai privati, o alla creazione di skyline urbani sono da vedere e non da fruire da parte dei cittadini. Scelte culturali del periodo postmoderno che hanno prodotto “Non luoghi” così come segnala da Marc Augè nelle sue analisi sulla città contemporanea. Il progetto delle aree verdi destinate ad aree pubbliche nell’architettura è uno dei più controversi. Spesso vengono applicati modelli di progetto tratti da altri esempi di città europee e questo senza valutare che le condizioni specifiche di ogni città necessitano una discussione critica delle proposte presentate per consentire allo spazio l’architettonico di divenire luogo fruibile e vivibile, anche accettando il presupposto che contemplazione dei luoghi debba reggere la finalità del progetto. Si è così deciso, insieme con le associazioni dei cittadini, di lanciare una provocazione a tutta la comunità cittadina. Per farlo è stato scelto un non luogo che gravita proprio nel centro di Parma, sapendo che questa scelta avrebbe fatto risentire molti parmensi, che della natura dell’arte apprezzano lo spiritico conservativo e non quello critico e contemporaneo. Parma è popolata da una comunità ricca di contraddizioni, anche a causa dei problemi messi in atto dalla globalizzazione, generate dal rapido cambiamento che negli ultimi 15 anni ha travolto l’organizzazione delle tradizioni. Segno visibile di questi processi in atto è Piazza della Pace, nel giro di qualche anno è diventata un buco nero, punto di proiezione di tutti i mali e di tutte problematiche culturali e sociali del territorio.

Da questi incontri è emersa l’idea di riconsegnare ai cittadini un giardino condiviso, un luogo di coinvolgimento e di partecipazione, realizzando collettivamente un grande Terzo Paradiso composto da centinaia di pallets usati e recuperati per questa occasione.

Attraverso la rete la cittadinanza, sollecitata tra già altri dall’associazione Manifattura Urbana che ha coordinato le operazioni di cantiere, è stata chiamata a progettare e prendersi cura di uno degli elementi di cui è costituita quest’opera temporanea che porta il segno del Terzo Paradiso. Numerose le iniziative che si sono susseguite nei mesi in cui l’installazione è stata esposta, tra cui un affollatissimo forum dedicato alla rigenerazione urbana, che ha dato avvio ad un nutrito dibattito data la molteplicità dei punti di vista, che ha reso possibile riesaminare il progetto della piazza. Ancora oggi gli echi di quell’incontro continuano ad animare le discussioni dei cittadini parmigiani”.