Attraverso le lezioni di arte contemporanea tenute dalla professoressa Antonella Micaletti, previste all’interno del piano di studi dell’indirizzo Nuove Tecnologie dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Urbino, Enrico Lisnardi ha potuto scoprire e avvicinarsi alla vita e all’arte del fondatore di Cittadellarte. La successiva visita ad Arte Sella, svolta l’estate scorsa dal 22enne residente a Lugo, a Ravenna, è stata rivelatrice e di grande ispirazione grazie all’incontro con l’installazione di land art del simbolo trinamico di Michelangelo Pistoletto. È stato, poi, attraverso l’ultimo volume de La Formula della Creazione, ricevuto in dono dalla madre, che Enrico ha potuto approfondire i significati e i valori del Terzo Paradiso.
“Sentivo la necessità di addentrarmi personalmente in questa formula – ha spiegato il giovane Lisnardi ai nostri microfoni – sentivo la necessità di interiorizzarlo, così ho voluto metterlo al centro di un mio progetto universitario”.
Il progetto unisce la fotografia all’editoria d’arte e porta il titolo di Kokorozashi che, tradotto dalla lingua giapponese, significa “in direzione del cuore”. Tutto il contenuto fotografico è nato in giornate apparentemente casuali, ha raccontato Enrico, iniziando a fotografare porzioni di cielo che stimolavano la sua sensibilità, indipendentemente dal tempo atmosferico, dalla luce o da una visione estetica d’impatto.
“Per certi punti di vista – racconta Lisnardi – il cielo ci lega tutti. È interessante pensare in quante diverse dimensioni e percezioni possiamo concepire il cielo, e questa sensazione di estensione mi ha ricordato la vastità delle possibilità che possono generarsi all’interno del terzo e grande cerchio della creazione del Terzo Paradiso”.
Con lo stesso principio ha voluto sperimentare l’editoria sviluppando un personale approccio alla stampa fotografica. La consultazione del volume infatti appare quasi vuota e priva di ogni elemento, se non per la presenza del nome, la dimensione, lo spazio cromatico o il peso del file digitale, elementi che enunciano solo la crittografia della foto, celandone il reale aspetto visivo. Il volume consiste infatti in un libro “contro-fascicolato” con una rilegatura particolare, anti-convenzionale alla normale consultazione. Il metodo di lettura e di visione delle 97 fotografie contenute al suo interno avviene infatti solo attraverso la rottura delle pagine unite o attraverso lo spiraglio di spazio che si crea tra queste, all’interno del “cuore” e nel “centro” della piegatura che la carta genera.
Pur non considerandosi un fotografo, Enrico utilizza il mezzo fotografico come puro strumento espressivo poiché concede la possibilità di catturare un momento, che indiscutibilmente diventa passato, il quale torna sotto un’altra dimensione in futuro come parte del presente. Un ricordo fisso, una testimonianza dell’esistenza. Catturare una parte visiva è un pensiero reso tangibile. Allo stesso tempo, con il titolo del progetto, Enrico omaggia la cultura giapponese per la sua grandezza nell’esprimere con una parola un significato estremamente esteso rispetto al vocabolario della cultura occidentale, evidenziandone un parallelismo con la dimensione simbolica, in questo caso del Terzo Paradiso. “Kokorozashi è anche questo, guardare attraverso la vastità dello spazio per vedere dove arriva il nostro cuore. Così come il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto ci insegna: il Noi avviene soltanto quando l’Io e il Tu si incontrano a metà strada”.