Dalla galleria Luhring Augustine di New York alla “Simon Lee” di Londra: questo il “viaggio” di “Scaffali”, mostra di Michelangelo Pistoletto che andrà in scena nel Regno Unito a partire dal 23 febbraio e sarà visitabile fino al 7 aprile 2018. Dopo la tappa nella Grande Mela partita il 3 novembre scorso (come scritto in un nostro precedente articolo), anche i londinesi potranno scoprire da vicino la selezione dei quadri specchianti recenti, in cui la raffigurazione di magazzini industriali presenta una tensione tra estetica e funzionalità. L’artista biellese sarà protagonista anche il giorno precedente al lancio della mostra, il 22 febbraio: oltre al vernissage, in programma dalle 18 alle 20, è in programma una conversation (incontro/dialogo) pubblica con Nicholas Cullinan, direttore della National Portrait Gallery che ospiterà l’evento all’interno del “Ondaatje Wing Theatre”. L’incontro tra Pistoletto e Cullinan, in programma dalle 16 alle 17, verterà sull’analisi della pratica artistica del maestro biellese, addentrandosi, nello specifico, sulla mostra “Scaffali”. L’iniziativa è gratuita, ma è necessario prenotarsi (maggiori info nel sito della biglietteria, qui). Non si terrà solo la conversation del 22, ma è stata organizzata anche un’altra talk con il maestro biellese come ospite d’eccezione: il 21 febbraio alle 17 è in programma un incontro al Wimbledon College of Arts, che vedrà Pistoletto dialogare con Chiara Messineo.
Focalizzandoci sui contenuti della mostra, tra gli oggetti rappresentati figurano arnesi e contenitori che appartengono a diversi mestieri, come latte di vernice, parti di apparecchi fotografici e pezzi di ricambi per automobili. Queste opere sono realizzate con l’applicazione di immagini serigrafate su acciaio inossidabile lucidato a specchio. Pistoletto ha sempre fatto affidamento sulla proprietà riflettente dello specchio per integrare senza pause lo spazio pittorico con quello fisico dello spettatore, ma, in questo caso, i quadri di Scaffali paiono complicare questa relazione. Gli scaffali, infatti, fanno riferimento a una nozione di inattività e staticità, e, in quanto immagini fotografiche, evocano un tempo e un luogo fissi. La riflessione del presente nello specchio con la sua capacità di introdurre contenuti continuamente in flusso, quindi, sfida la stabilità intrinseca imposta dalla struttura dello scaffale. In considerazione del fatto che gli scaffali occupano la maggior parte del piano pittorico, minimizzando quindi la partecipazione dello spettatore, queste opere mettono in primo piano il loro stato di oggetto e impongono una forte presenza scultorea.