Un evento incentrato sull’arte contemporanea che si è articolato attraverso la presentazione di un’importante ricerca – di cui si sentiva la mancanza nel panorama nazionale – e alcuni interventi di esperti del settore: giovedì scorso a Roma, presso la sede dell’Associazione Civita. In occasione dell’appuntamento sono stati messi in luce ruoli, funzioni e attività di quasi tutte le principali realtà italiane private attive nell’arte contemporanea.
Le organizzazioni private dell’arte contemporanea in Italia: ruoli, funzioni e attività, questa la ricerca realizzata su iniziativa congiunta del Comitato Fondazioni Arte Contemporanea, Intesa Sanpaolo e Associazione Civita. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Sabrina Donadel, e come scritto in un nostro precedente articolo, intendeva far conoscere e valorizzare il ruolo delle principali realtà di natura privata che in Italia sviluppano stabilmente una programmazione qualificata, orientata alla promozione e produzione artistica contemporanea e destinata alla pubblica fruizione. Tra i relatori Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte.
“Ci sono – ha esordito Naldini – tre assi essenziali. Il primo è il tema del museo generatore, e quindi la sua sede, nel nostro caso Biella, non è un luogo in cui si staccano i biglietti d’ingresso alle mostre. Come si vive un museo del terzo millennio? Anche l’Osservatorio Culturale del Piemonte ha accolto il nostro invito a innovare le modalità di misurazione della frequentazione dei musei generatori civici e non soltanto luoghi di conservazione ed esposizione di collezioni. I musei sono alveare, hub di organizzazioni della società civile di diverso tipo, prevalentemente ma non solo industrie creative culturali. Questi luoghi (a loro volta rigenerati da usi e funzioni di altri tempi) diventano rigeneratori di tessuto civile , una specie di filatura sociale. I tanti e diversi fili del territorio, si intrecciano ai nervi del sistema economico e con il resto del territorio (anche lontano) e giocano la propria ragione d’essere. Produzione è dunque la dimensione essenziale, nelle sue modalità materiali e immateriali, comprese l’apparato consolidato quale le mostre, performance e incontri”.
Dopo il primo asse riguardante il museo generatore civico, Naldini è passato al secondo: “L’asse numero due – ha argomentato – è il progetto globale. Prendersi cura del mondo concentrandosi sul proprio specifico contesto. Cittadellarte, in relazione a questo secondo asse, sviluppa il progetto del Terzo Paradiso: questo comporta l’istituzione di centinaia di ambasciate nel mondo che si rappresentano come referenti – nel proprio territorio – della visione che Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte hanno sintetizzato, in questi decenni, nel simbolo trinamico dei tre cerchi, la sintesi tra gli opposti, simbolo di un programma vasto quanto il mondo. Sono più di tre milioni i partecipanti agli eventi realizzati nel mondo, in quasi 200 ambasciate ubicate in 27 paesi e persino nella ISS – Stazione Spaziale Internazionale, grazie alla straordinaria collaborazione dell’astronauta Paolo Nespoli che ha adottato il Terzo Paradiso come simbolo della Missione VITA. Gli eventi, da quelli più propriamente realizzati nella sfera pubblica a quelli consumati nel ventre delle singole organizzazioni che compongono tessuto e corpo sociale, che si realizzano nel segno di questo progetto sono più di mille. Il progetto nasce naturalmente a Biella, città pericentrale come ogni luogo in cui le cose avvengono, e abbraccia una globalità attraverso processi e sistemi anche innovativi di federazione”.
Naldini si è poi concentrato sul terzo asse, che riguarda il tema delle agenzia educativa e della formazione: “Il museo moderno, come i suoi precursori classici, nascendo in quanto custodi di patrimoni culturali, assume fin da subito una funzione educativa. La nostra epoca in cui occorre re-imparare tutto, ma soprattuto occorre imparare a imparare, chiama il Museo a riattivare con grande intensità la proprio missione educativa. Cittadellarte – racconta – nasce come scuola del progetto Arte di Michelangelo Pistoletto e poi della comunità che si è aggregata intorno a lui negli anni ’90 e 2000; l’obiettivo, fin da subito, è stato vivere l’arte come connettore degli ambiti sociali, quasi una parafrasi a livello sociale del Principio dei vasi comunicanti. Così, tra i differenti settori sociali si possono creare canali per far passare fluidamente le istanze, le possibilità, le risorse, i sogni e i bisogni. Progetto per cui occorre un programma formativo. E una pedagogia. Spazi, luoghi, tempi: questa scuola, infatti, in 20 anni, ha lavorato con oltre 3mila alunni realizzando oltre 800 progetti. Biella, attraverso Cittadellarte, si è trasformata in una palestra di innovazione sociale attraverso l’arte. Abbiamo lavorato con credo tutte le realtà possibili: terzo settore, industrie e imprese artigiane, ospedale, i municipi, le circoscrizioni, i sindacati, le scuole… Quindi il territorio diventa il primo luogo in cui esercitare la ricerca e la pratica della scuola. Direi che il territorio diventa museo dell’opera che dal museo si espande”.
Il direttore di Cittadellarte conclude mettendo in luce la relazione tra la pratica e la ricerca di Cittadellarte con il recente ingresso di Biella nel Network Unesco Creative Cities: “Come reagisce il territorio a questi vent’anni di semina e di agricoltura civile cioè di cultura? Una risposta che sembra appropriata è il simbolo della nomina di Biella, diventata Città Creativa Unesco, la città si riconosce nel progetto e nel simbolo del Terzo Paradiso. Quest’ultimo, nato dall’arte, entra nel mondo reale”. Naldini presenta quindi l’innovativo progetto di fruizione del bene Cittadellarte, inaugurato in occasione di Arte al Centro 2019: “Stiamo lavorando da 2 anni all’idea delle Terme Culturali, un luogo di benessere – parafrasando Benito Oliva – in cui massaggiare il muscolo atrofizzato della cultura. Ecco dunque, come il Museo – organizzazione privata – può assumere, attraverso l’adozione di una missione civile, il valore di politica pubblica. E dobbiamo riconoscere che il Comitato creato da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e dalle altre fondazioni che vi hanno aderito come noi dalla sua nascita, abbiano esattamente giocato questo passaggio: da politica a politica pubblica. Questo è il segno della nostra età. È anche la chiave della Demopraxia, il programma di Cittadellarte che pienamente esplicita la funzione costituente, produttrice, generatrice di tessuto sociale, di demos, che l’arte è chiamata a svolgere oggi”.