Michelangelo Pistoletto, durante il Rebirth Forum di Roma, nell’esprimere il suo pensiero ha affermato che il Terzo Paradiso è il simbolo della creazione che nasce da una relazione: quella tra ‘io’ e ‘tu’, che diventa ‘noi’, per far germogliare il seme del cambiamento nella realtà fattuale attraverso la reciproca conoscenza. Così, da ambasciatrice di questo meraviglioso progetto, ho girovagato per dialogare con un ‘tu’ diverso da me ed ho incontrato Angelo Lussiana. La mia prima sensazione è stata quella di ‘entrare’ in una favola di antica leggerezza, depositata nella memoria di una società in cammino verso il mito del progresso economico e destinata a circondarsi di oggetti inutili, ridotti a loro volta in scarti.
Angelo ama definirsi ‘riciclatore per necessità’: “Da piccolo, nelle mie scorribande creative – ha raccontato – le cassette della frutta, allora solo in legno, diventavano aeroplani; le latte dell’Orzoro eliche per questi. Selezionavo ed ispezionavo ogni oggetto, separandone i materiali. Allo stesso modo facevo con gli ingranaggi dei giocattoli, che dovevo assolutamente smontare per capirne il funzionamento. Ho tutto ancora oggi, persino un campanello su base di legno con elettrocalamita e battacchio a rilascio alternato”.
In un contesto culturale segnato dalla progressiva erosione di valori (quali la reciprocità, la solidarietà e l’interdipendenza tra l’io e l’altro), i ricordi d’infanzia di Angelo ci restituiscono la visione dell’artista di oggi e la pugnace necessità di instaurare un nesso empatico con il suo l’interlocutore per rendere visibile ‘l’anima delle cose’. Va sottolineata anche la profondità dei legami tra i singoli pezzi, in un sottile parallelismo con le relazioni umane e delle infinite combinazioni degli elementi, tutto per dare forma e contenuto nuovo a quanto (forse) scartato. Lussiana ha scelto il cartone per dare corpo e sostanza alle sue opere, rigorosamente proveniente da fonti di recupero o certificato FSC (con un’attenzione al rimboschimento e al maggior utilizzo possibile della polpa da riciclo). Quello che è stato utilizzato è indistruttibile e di facile reperibilità, trovabile anche gratuitamente in negozi o aziende.
Un materiale umile solitamente associato all’idea imperante di scarsa durata; eppure la fantasia di Lussiana riesce a trasformarlo in composizioni dal contenuto filosofico e concettuale per interrogarsi sulle questioni che affliggono l’uomo contemporaneo. Un esempio, a questo proposito, è il caso di “Non Eris, Nec Fuisti” (Seneca, lettere a Lucillo), in riferimento alla transitorietà del vivere e all’ineluttabilità del tempo. Il tempo non ci appartiene, dice Seneca: “Non sarai, né sei stato: il tempo di entrambi è sconosciuto”. Conta solo il presente, che è fugace perché nell’atto di compiersi diventa passato, mentre per l’attimo trascorso era futuro.
L’uomo, infatti, non può controllare il tempo: la sua natura è fuggevole, tanto simile alla sabbia che scorre tra le dita delle mani. ‘L’immigrato’ (nella foto a sinistra) è un’istallazione minimalista di Lussiana, pregna di realismo poetico e dallo straordinario impatto emotivo, tutto raccolto nel gesto di quella mano che chiede l’elemosina dietro l’angolo buio di una strada. Un gesto naturale ed autentico che è diventato sinonimo di povertà ed emarginazione e risulta accentuato dalla corporeità del cartone nei confronti dello straniero. L’intento dell’artista, però, non è giudicare. Lo scopo è invitare a considerare le intime connessioni ad unire le persone nella comune fragilità e caducità dell’essere, lontano da letture stereotipate e partecipi della medesima umanità. ‘Battito Cartoniaco’, altra opera di Lussiana, può essere letta come una metafora sulla perfezione dell’ordine naturale, ove il movimento ipnotico degli ingranaggi – nel simulare il funzionamento del cuore – induce il riguardante a meditare sulle proprie azioni e a non considerarsi in posizione dominante rispetto alla natura, bensì parte integrante di un meccanismo complesso e interconnesso.
L’inesauribile vena creativa di Angelo si apprezza anche in oggetti di uso comune come borsette, papillon, valigette portadocumenti e accessori di moda dal design accattivante che, senza rinunciare a funzionalità ed eleganza, innovano i modelli produttivi secondo i concetti dell’economia circolare e contribuiscono al diffondersi di un nuovo paradigma economico sensibile alla causa ambientale. La base di partenza è sempre il cartone, tagliato a sezioni modulate al fine di ricavare i vani interni delle valigette o le pareti delle borsette (rivestite internamente di tetrapack, un agglomerato di carta, alluminio e polietilene), che Lussiana recupera dall’involucro protettivo delle lastre tipografiche (con funzione isolante ed idrorepellente) e da un’ulteriore finitura in crosta di pelle o stoffa. La pelle, utilizzata anche per gli inserti sui fianchi o per il rivestimento dei manici, è ottenuta dagli sfridi di lavorazione per la copertura di divani e degli arredi delle barche di lusso. Alcuni modelli sono poi completati da parti in legno, di preferenza legni di pregio, ma autoctoni e nel rispetto del ‘Km 0’. Vecchie cravatte di seta tagliate e confezionate dall’abilità artigianale di una sarta, diventano, invece, collarini per i papillon, dal fiocco rigorosamente in ‘tessuto di cartone’.
Per riferimenti www.angelolussiana.com
Facebook Angelo Lussiana – cartone e design
Silvia Filippi Ambasciatrice Progetto Rebirth-Terzo Paradiso di Cittadellarte Fondazione Pistoletto ONLUS, Cerveteri (Roma).