Arte dell’equilibrio #17 | Rita Brugnara, come ti nutrirai?
La scrittrice, manager nel mondo dell'editoria e consulente sulla comunicazione in ambito d'innovazione sociale, è la diciassettesima ospite de “Arte dell’equilibrio / Pandemopraxia” lanciata da Cittadellarte. Rita Brugnara, prima di rispondere alla domanda dell'iniziativa, riflette su cosa sarà possibile fare concretamente per dirigersi verso un equilibrio di prosperità sostenibile e responsabile. Nella sua narrazione mette in luce iniziative virtuose (Good Land, con il progetto "Stare Vicini") e altre esperienze a suo avviso non positive ("Shops" di Facebook). "Come ci nutriremo sarà in relazione a quanto vogliamo sentirci terrestri e non marziani. Abbiamo bisogno di nutrirci fisicamente e mentalmente".

Durante il Covid il pensiero che più mi ha assillato era immaginare cosa sarebbe accaduto alla ripartenza dopo il lockdown. Mi spaventava pensare alla concorrenza che si sarebbe scatenata per riprendere in mano il business. Pensavo alla fatica di chi era piccolo nelle dimensioni in particolare. E posso dire che non mi sbagliavo. Oggi scopro che nei due mesi di sosta, Mark Zuckerberg e i suoi si sono dedicati a trovare una soluzione per i piccoli, appunto. I piccoli e la produzione/vendita di tutto quanto ci occorre.
Il nome del progetto è Shops di Facebook. L’idea è che ogni piccola impresa possa facilmente avviare uno shop online su questo social network. “I negozi di Facebook sono gratuiti e facili da creare(…). Quando configurerai la tua vetrina, sarà visualizzata sui tuoi account Facebook e Instagram per iniziare e presto anche su Messenger e WhatsApp(…). Presto lanceremo anche nuove funzioni di shopping in diretta su Facebook e Instagram che ti permetteranno di acquistare su Live in tempo reale”.

Tutto è risolvibile da lontano e in tempo reale. Ma sono fuori tema. Non so se essere fiduciosa nel cambiamento verso un equilibrio di prosperità sostenibile e responsabile. Penso sarà importante saper rifiutare ad esempio servizi come quelli offerti da Facebook o da Amazon. Perché mi auguro questo? Perché noi dobbiamo creare vicinanza fisica. Vicinanza fisica tra le persone, tra città e campagna, tra chi produce e chi consuma, tra chi cura il paesaggio e chi ne fruisce. Sono ottimista di natura, ma serve un lavoro importante che ci unisca anziché separarci.

Un percorso che metta al centro la comunità anche se piccola ed elettiva. Non mi piace immaginare che tutto ci arrivi direttamente a casa come è accaduto, per forza maggiore, durante il lockdown. Non mi piace perché non ha niente a che fare con l’equilibrio, la prosperità sostenibile e responsabile. Preferisco pensare che le strade in città si trasformino in piste ciclabili e che i corrieri vengano sostituiti da servizi più intelligenti.
Good Land, ad esempio, durante l’emergenza Covid-19, con il progetto Stare Vicini ha sperimentato presso l’Ospedale San Orsola di Bologna un servizio click and collect: l’acquisto dei prodotti era online, ma il ritiro avveniva sul luogo di lavoro, in ospedale per l’appunto. Attivare il delivery non è mai sostenibile.

La domanda “Come ti nutrirai?” ha a che fare con il mio lavoro. Ho la responsabilità di comunicare i valori legati a Good Land, società che si occupa di rigenerazione rurale dando valore ai territori attraverso la produzione e commercializzazione di prodotti alimentari mirati alla salute dell’uomo e dell’ambiente.
Come ci nutriremo sarà in relazione a quanto vogliamo sentirci terrestri e non marziani. Abbiamo bisogno di nutrirci fisicamente e mentalmente e penso sia importante ritrovarne il valore intimo. Gregory Bateson, antropologo e scienziato britannico, nel suo libro Verso un’ecologia della mente scriveva “stiamo imparando sulla nostra pelle che l’organismo che distrugge il proprio ambiente distrugge sé stesso”. Il mio augurio è che l’austerità che ci attende faccia spazio a uno nuova consapevolezza di chi siamo e del nostro posto sul pianeta Terra.


Foto di copertina: Rita Brugnara.
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