L’Accademia Unidee dà voce a “Seminare l’immagine/Terzo Paradiso Rebirth”: quando l’arte incontra la natura e la responsabilità sociale
L’Universario della Fondazione Pistoletto ha ospitato ieri mattina, in presenza e in remoto, gli studenti e i docenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e di Catania e dell’Accademia Unidee di Cittadellarte in un dialogo che ha toccato diverse tematiche, dall’arte alla natura, dal Terzo Paradiso alla demopraxia. Per l’occasione è stato presentato il cortometraggio documentaristico curato dall'Accademia di Belle Arti di Napoli, che ha permesso un’ampia riflessione sull’importanza di ritrovare l’equilibrio con il mondo naturale ispirandosi al simbolo trinamico.

L’arte di Napoli e Catania si è immersa il 30 maggio negli spazi di Cittadellarte nell’incontro Seminare l’immagine/Terzo Paradiso Rebirth, in cui numerose voci hanno dato luce a un dialogo coinvolgente intorno al tema dell’arte partecipata.
Il bisogno di ripensare allo statuto della disciplina di decorazione nelle accademie di belle arti è la riflessione con cui ha esordito Michele Cerruti But, coordinatore dell’Accademia Unidee, durante l’intervento introduttivo del dialogo. “È necessario – ha precisato – riconsiderare la decorazione come materia che si occupa di arte nello spazio e nella sfera pubblici”: questo bisogno è stato uno tra i motivi di accordo tra l’Accademia di Belle Arti di Napoli e la stessa Accademia Unidee, che, insieme, durante la pandemia, hanno attivato un progetto di didattica sperimentale a distanza intitolato Connessioni. Grazie alla professoressa e ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso Stefania Perna e a numerosi contributi di docenti, artisti, curatori e practitioner è stato possibile “costruire un curriculum di confronto con gli altri e con le loro esperienze”.

Alla presentazione di Michele Cerruti But è seguita la visione del video-documentario Seminare l’immagine/Terzo Paradiso Rebirth, illustrato da Luigi Barletta, professore e coordinatore del Corso di Cinematografia e Audiovisivo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli: “Il cortometraggio – ha specificato – racconta le fasi progettuali dell’iniziativa, che non sarebbe stata possibile senza l’apporto di molte persone”.
Il filmato è un susseguirsi di testimonianze sul progetto, introdotte dalla voce di Stefania Perna, che racconta come nel 2022, immersi nella natura della Riserva Naturale Oasi WWF Cratere degli Astroni, studenti, tutor e docenti siano diventati dei giardinieri: collettivamente hanno lavorato a un’opera site specific ispirata al Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto costituita da girasoli. “Il progetto – sottolinea la docente nel video – non è di natura unicamente estetica, bensì anche sociale e rigenerativa: il lavoro, infatti si autogenera, perché i semi che avanzano dalla semina vengono distribuiti agli studenti che li semineranno a loro volta, oppure li regaleranno”. Il seme, dunque, genera vita, nutrimento e bellezza, ma diviene anche forte elemento legato al concetto di arte partecipata.
Come aggiunge durante il documentario l’ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso Davide Carnevale, esiste un binomio tra arte e territorio, fra trasformazione sociale, culturale ed economica: “Con questo progetto stiamo creando un equilibrio tra artificio e natura, messaggio veicolato dal simbolo trinamico di Pistoletto”, conclude. Anche Armona Pistoletto, responsabile di Let Eat Bi, Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, e Francesco Saverio Teruzzi, coordinatore delle ambasciate e degli ambasciatori, hanno espresso il loro entusiasmo di fronte all’operato di Seminare l’immagine/Terzo Paradiso Rebirth. “È bello vedere – così Armona Pistoletto – che i giovani si avvicinano alla natura grazie a questo progetto artistico”; Francesco Saverio Teruzzi sottolinea l’importanza della biodiversità, “che rappresenta il nostro futuro”, mentre Paolo Naldini rimarca quanto questa iniziativa marchi il primo passo di un lungo percorso che farà scoprire a noi esseri umani un “nuovo pianeta sulla nostra stessa Terra, un pianeta dove rigenerare una vita insieme agli altri esseri che lo abitano”.

Anche Fabrizio Canonico, direttore della Riserva Naturale Oasi WWF Cratere degli Astroni, ha sottolineato durante l’incontro quanto l’arte possa impattare sulle scelte quotidiane, attivando comportamenti più sostenibili dal punto di vista ambientale: “Una comunicazione costruita sulla paura – ha precisato – non può generare un cambiamento positivo, mentre il linguaggio dell’arte è molto più adatto a questo scopo”. Il direttore della riserva ha inoltre illustrato le fasi del progetto, dall’individuazione dell’area adatta ad ospitare un Terzo Paradiso di girasoli, fino a ciò che accade dopo la loro sfioritura: le teste dei fiori vengono poste al sole per poi staccarne i semi, “che sono grandi e fertili”, ha precisato. Una parte di sementi viene riutilizzata per mettere a dimora nuove piante, un’altra parte è destinata ad essere distribuita nelle scuole. È però soprattutto la natura a beneficiare di questa installazione: “I fiori di girasole sono stati graditi dagli insetti che ne hanno raccolto il polline”.
Il modello del progetto è quindi didattico/educativo, come sottolinea Francesco Saverio Teruzzi, collegandosi al coinvolgimento delle scuole: “Spero che si riescano a creare sempre più protocolli simili”, ha auspicato.

Il dialogo con Michelangelo Pistoletto: arte povera, competizione, scienza e decorazione
La mattinata ha lasciato spazio al dialogo tra Stefania Perna e Michelangelo Pistoletto, introdotto dalle riflessioni sul valore educativo dell’arte e dell’educazione che la pratica artistica veicola. In particolare, è stata affrontata la differenza tra “istruzione” e “formazione”: la prima viene definita come l’acquisizione di conoscenza attraverso processi di ricezione o di insegnamento sistematico, mentre la seconda include anche aspetti di apprendimento di abilità pratiche, di livelli emotivi, culturali e di caratteristiche comportamentali. La formazione, spiega Stefania Perna, è quindi una caratteristica dinamica, sempre in progresso, sinonimo di un processo individuale di movimento perpetuo. Perciò, l’ambasciatrice ha domandato a Michelangelo Pistoletto quale sia il ruolo dell’artista oggi e come si inserisce nella società contemporanea, sulla scia del progetto Seminare l’immagine/Terzo Paradiso Rebirth, anch’esso in continua evoluzione.
Per rispondere all’input dell’ambasciatrice, il maestro ha esordito con un riferimento all’arte povera: ’Povero’ non è sinonimo di ‘minimale’, ma di ‘radicale’, termine che ci ricollega alla radice di un albero. La radicalità – ha proseguito – è rappresentata dalla terra e dal seme che si mette nella stessa. Dunque, l’albero dell’arte e l’albero della natura si intrecciano nell’arte povera”. Viene quindi aperto il parallelismo del seme con il Terzo Paradiso: “Il seme è un’unità che si divide in due parti, che rappresentano i due cerchi laterali del simbolo. Queste due parti si ricongiungono al centro e producono fermentazione e germogliazione”. Il simbolo rappresenta quindi secondo l’artista l’unione di due elementi diversi, ma già presenti nello stesso seme: “È un continuo unirsi e disgregarsi e nel documentario che abbiamo visionato oggi questo processo è evidente”.

Il dialogo tra Stefania Perna e Michelangelo Pistoletto è proseguito con la lettura di alcuni estratti dal Manifesto della Decorazione ambientale, redatto da Stefania Perna nel 2018, approvato e sottoscritto dal maestro alla fine dell’incontro:
“2 – L’artista ambientale deve essere artista giardiniere, promulgatore di eventi e risorse, intese come esaltazione del necessario e del preesistente. L’artista, seminatore di semi, foglie, elementi naturali, oggi si confronta con il principio della ecosostenibilità, che diventa elemento di ricerca, per soluzioni artistiche installative site-specific, temporanee e non invasive.
5 – Promuovere la ricerca e sviluppare partecipazione e interazione con il pubblico fruitore, sviluppando una linea didattico performativa; tale pratica, va intesa come divulgazione di un approccio sistematico ed esperenziale, dove il soggetto fruitore e il soggetto creativo a volte si scambiano le parti.
7 – Noi diciamo: ‘l’arte è l’unico strumento non coercitivo di rieducazione al sociale’”.

Il dialogo ha successivamente toccato la sfera della competizione, spesso presente nelle accademie e nel mondo scolastico: il concetto è stato rivisitato da Pistoletto ed è stato reso elemento chiave per il raggiungimento di un equilibrio e di una sinergia nella società contemporanea. “Competere non significa ‘andare contro’, ma ‘andare insieme verso qualcosa’ – ha precisato il maestro –. Le nostre forze, insieme, si accordano per creare una possibilità di convivenza e che si declina in politica, società, economia”.

L’artista ha poi rimarcato quanto sia fondamentale raggiungere il Terzo Paradiso grazie all’aiuto della scienza: “Per rispettare la natura noi esseri umani non dobbiamo tornare allo stato primordiale e primitivo, ma dobbiamo andare avanti grazie alle soluzioni avanzate della scienza e recuperando ciò che la natura stessa può offrire”, anche per merito della tecnica. Quest’ultima è, secondo Pistoletto, lo strumento necessario perché un’idea si traduca in realtà pratica.

Il discorso è infine ritornato all’argomento della disciplina della decorazione, che, secondo Michelangelo Pistoletto, “nasce da un rapporto con la natura” e si lega fortemente alla religione. Secondo le parole dell’artista, “le decorazioni sono dei simboli, generalmente delle forme che cercano equilibrio e armonia. Io – ha affermato – ho preso una decorazione che arriva dai tempi più remoti e le ho dato un significato scientifico: ora questo simbolo rappresenta la creazione”.


Fase di realizzazione del simbolo del Terzo Paradiso, foto di Daniela Petrone, 2022.

Il dialogo con Paolo Naldini: autore, automa, demopraxia, arcipelago
Il direttore di Cittadellarte ha inizialmente preso in considerazione il concetto di “autore”: “Il termine indica colui che pone se stesso nel mondo. La capacità umana di essere autori e, quindi, di creare – ha precisato – appartiene a tutti, è una pulsione esistenziale, e avviene tramite oppure senza l’arte”. Ciò che viene creato spesso viene mantenuto in memoria e reintegrato nella quotidianità: “La natura rende ciò che impariamo incorporato in noi come automatismo, in modo da poterci sempre dedicare a nuove creazioni”. L’essere umano, quindi, come spiega Paolo Naldini, è autore e automa: “Il rapporto tra autore e automa che alberga in ognuno di noi è frutto di un equilibrio dinamico, ma anche di squilibrio”. Con la progressiva implementazione dell’intelligenza artificiale, infatti, che è in grado di generare testi, immagini e altri prodotti, si pone in questione il nostro essere autori: “La formula della creazione, che rappresenta l’equilibrio, è utile in questo senso per riappropriarsi quotidianamente dell’autorialità, dell’apprendimento e dell’automatizzazione, per sviluppare una continua negoziazione tra le nostre due facce di autore-automa”.

Chatrin Ponticelli, tutor del progetto dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha poi domandato quali fossero i principi dell’Arte della Demopraxia, collegandosi all’autorialità e alla libertà di espressione che vivono in tutti gli esseri umani. “Non si impara solo negli spazi di apprendimento – ha sottolineato Paolo Naldini –, ma in tutte le organizzazioni sociali: quando le politiche private, attraverso la vita delle organizzazioni, diventano politiche pubbliche, si contribuisce a dare forma all’intera società in cui viviamo”. L’essere umano, come rimarcato nel corso dell’intervento, nasce infatti per vivere in un gruppo che crea dei luoghi di apprendimento, libertà e responsabilità: “L’arte, inseminando questi luoghi, li rende degli splendidi giardini come quello che abbiamo potuto vedere grazie al progetto ‘Seminare l’immagine’”.
Esiste una “pratica” che unisce le persone e viene individuata da Paolo Naldini nella “comunità di pratica” del sociologo Étienne Wenger: “Le pratiche hanno un impatto diretto sulla vita dei cittadini, perciò la stessa nozione di democrazia può essere arricchita grazie alla declinazione delle pratiche, giungendo così alla demopraxia”. La demopraxia nasce nell’arte e assume in sé la trinamica: “La mia idea – chiarisce con un esempio il direttore – è tanto valida quanto la tua. Insieme dobbiamo trovare una terza idea che assuma le posizioni di entrambe le precedenti per creare qualcosa di inedito”.
Paolo Naldini conclude con un riferimento alla città che ha ospitato il dialogo intorno a Seminare l’immagine/Terzo Paradiso Rebirth, Biella Città Arcipelago, “dove la natura è intramezzata rispetto a tutti i centri abitati e li unisce. Questi ultimi – ha illustrato – rappresentano un arcipelago perché fanno parte di un sistema, ovvero il distretto industriale, e sono ‘inter-tessuti’ con la natura”, ha concluso.

I contribuiti video
L’incontro è proseguito con le proiezioni di due filmati da parte degli ospiti collegati da remoto da Catania. Innanzitutto, si è visionato il trailer Terzo Paradiso Rebirth in merito al progetto sviluppato nel 2019 dalla Fondazione OELLE presso il porto di Catania: i rifiuti plastici estratti dal mare crearono un grande Terzo Paradiso su una piattaforma galleggiante. Michelangelo Pistoletto fu ospite dell’iniziativa, giungendo in barca fino alla banchina dove, come ha raccontato Ornella Laneri, presidente della fondazione, “fu accolto dagli studenti con un canto mediterraneo, dando così luce a un’esperienza condivisa”. Riguardo al materiale plastico raccolto nelle acque, Ornella Laneri ha aggiunto: “Agire insieme nella ricerca di plastica ci ha fatto comprendere quanto male noi esseri umani stiamo causando alla Terra e quanto, quindi, sia necessario intervenire”.

Successivamente si è lasciato spazio al video-documentario del flash mob organizzato a Catania in occasione della call to action di Michelangelo Pistoletto, 21 marzo 23 Sentiero Rebirth. I docenti Carmen Cardillo, Marco Lo Curzio e Gianluca Lombardo hanno portato i saluti del direttore Gianni Latino, per poi esprimere il loro entusiasmo nei confronti dell’iniziativa. “L’esperienza collaborativa e sinergica ha rappresentato – così Gianluca Lombardo – l’importanza dell’arte partecipata dal punto di vista didattico e, soprattutto, umano”.

Impronte lasciate di Biagio Salvati
La mattinata si è conclusa con un calco delle mani di Michelangelo Pistoletto, a cura dell’artista Biagio Salvati, studente del corso di Scultura della professoressa Rosaria Iazzetta dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. “Il mio progetto – ha illustrato – intende raccogliere impronte di grandi artisti che hanno lasciato un apporto fondamentale alla nostra società”: una mano sarà impressa in un calco e l’altra sarà in dinamismo e rappresenterà un gesto. “Da una parte il calco e dall’altra il gesto, da un lato l’azione volitiva dell’artista che lascia la sua impressione in materia, dall’altro la memoria”, ha concluso Biagio Salvati, prima di procedere con la sua opera.


Foto di copertina: Stefania Perna, Girasole/ Terzo Paradiso, tecnica mista su carta, dim. 36 x 45 cm, 2022.