Quando l’arte incontra l’educazione civica: gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Stienta (Rovigo) alla scoperta del Terzo Paradiso
La docente di arte e immagine Anna Contati delle scuole secondarie di I grado di Stienta e Ficarolo ha improntato alcune lezioni sul segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto. I suoi alunni hanno poi realizzato una serie di opere - con differenti linguaggi - ispirandosi al Terzo Paradiso per veicolare temi come l'ecologia, l'uguaglianza e il riciclo.

Un simbolo può alimentare la creatività e permettere di approfondire argomenti di rilevanza sociale tra le giovani generazioni? La risposta, ancora una volta, è affermativa: la dimostrazione arriva da una scuola della provincia di Rovigo, dove una sessantina di studenti hanno potuto conoscere il Terzo Paradiso e dare una personale chiave di lettura sui suoi significati attraverso dei lavori. Un processo artistico articolatosi grazie alla professoressa di arte e immagine Anna Contati dell’Istituto Comprensivo di Stienta in provincia di Rovigo, che ha deciso di improntare le ore di educazione civica della sua materia all’arte povera e alla land art.



Dopo avere approfondito queste correnti agli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Stienta e Ficarolo, ha fatto scoprire loro il simbolo trinamico. “Quest’anno – ha spiegato la docente ai nostri microfoni – per l’insegnamento dell’educazione civica alle classi terze ho ritenuto interessante parlare del Terzo Paradiso, cercando di trasmetterne il significato e più in generale il rapporto tra forza comunicativa dell’espressione artistica e messaggi ecologici, ambientali e sociali. Ho poi chiesto agli studenti di realizzare una loro versione del simbolo mettendo in luce una tematica secondo loro rilevante. La proposta li ha entusiasmati e alcuni lavori, a mio avviso, sono risultati molto interessanti”.




Gli alunni hanno incentrato i propri progetti su differenti tematiche, come l’ecologia, la tutela ambientale, la diversità di genere, l’importanza dell’istruzione, l’integrazione sociale; tutti gli elaborati, accompagnati da una scheda descrittiva, sono stati realizzati con differenti linguaggi quali installazioni, disegni, fotografie, ed è stata significativa anche la varietà di materiali utilizzati, come piante ed oggetti riciclati. La docente ha inoltre spiegato cosa ha lasciato l’attività del Terzo Paradiso alle classi: “Dal mio punto di vista – ha spiegato – abbiamo proposto qualcosa di diverso e inclusivo. La condivisione dei lavori ha anche permesso di discutere su alcune problematiche e difficoltà che ci troviamo ad affrontare nella vita di tutti i giorni. Il simbolo ha consentito agli studenti di capire che le tematiche trattate possono essere espresse e interpretate dall’arte con una funzione sociale e civica”.


La professoressa ha poi sottolineato che l’attività si è rivelata formativa e inclusiva anche per gli studenti in condizioni di fragilità che. tramite la realizzazione di opere personali. hanno partecipato allo scambio di idee esprimendo il proprio messaggio alla classe. Il successo riscontrato dall’iniziativa è stato collettivo: “Anche gli studenti che con tecniche tradizionali solitamente non riuscivano a esprimersi appieno – ha concluso la docente – sperimentando nuove forme d’arte e altri mezzi espressivi come installazioni, foto o video, si sono rivelati molto bravi e si sono impegnati particolarmente. Il Terzo Paradiso ha unito, alimentato la creatività e aiutato a trattare temi sociali importanti”.