Michelangelo Pistoletto è tornato a Pistoia. Non si può affermare che non sia stato un ritorno intenso: l’artista biellese ha ricevuto un’accoglienza calorosa da parte delle istituzioni e, soprattutto, della cittadinanza. Il legame tra Pistoletto e la città toscana è molto forte, fu proprio a Pistoia che l’artista, nel 1994, presentò il suo “Manifesto di Progetto Arte“. Gli appuntamenti che l’hanno visto protagonista, la conferenza al Palazzo dei Vescovi, il “viaggio” del Terzo Paradiso e l’inaugurazione della mostra e sui quali ci focalizzeremo – la conferenza al Palazzo dei Vescovi, il “viaggio” del Terzo Paradiso e l’inaugurazione della mostra – sono stati incredibilmente partecipati. Il successo non è stato solo dettato dalla massiccia presenza dei pistoiesi, ma anche dalla varietà e dal coinvolgimento degli stessi: diverse generazioni hanno ascoltato e incontrato Pistoletto con diverse sfumature di entusiasmo, ma con lo stesso ardore artistico. Il contesto era ottimale per ospitare gli incontri del maestro: Piazza del Duomo, fulcro della città, si è rivelato il teatro storico perfetto per gli appuntamenti in programma. Come anticipato (e scritto in un nostro precedente articolo) la giornata è iniziata al Palazzo dei Vescovi, dove, nella Sala Sinodale, si è tenuta la presentazione del nuovo libro di Pistoletto – o meglio, l’ultimo manifesto politico – “Ominiteismo e demopraxia”.
L’appuntamento è cominciato alle 12, in una sala gremita in ogni ordine di posto. L’artista biellese ha presentato il volume insieme all’ambasciatrice di Pistoia Chiara Belliti, che ha collaborato alla realizzazione del libro. Sono state toccate diverse tematiche, come arte e Terzo Paradiso, politica e demopraxia, religione e ominiteismo. “Nella prima parte il volume tratta di ominiteismo – ha esplicato Pistoletto – che nasce dall’idea che ogni persona debba riuscire a ottenere autonomia e responsabilità delle proprie azioni, fattori spesso assegnati a esseri superiori. Con questi elementi è possibile connettersi con la società arrivando a un equilibrio. Ominitesismo è quindi emanciparsi da entità sovrannaturali e vuol dire che tutto quello che abbiamo proiettato in una ‘verticolarità’ divina deve assumere ‘orizzontarietà’ del noi”.
Il maestro si è poi focalizzato sul suo segno-simbolo: “Il Terzo Paradiso mette in connessione natura e artificio, è l’equilibrio tra due elementi contrari e opposti che si uniscono fino a creare una condizione che prima non esisteva. L’esempio? Ossigeno e idrogeno, messi insieme, originano l’acqua. O l’uomo e la donna, che possono generare un bambino. Questa è la trinamica, la dinamica del numero tre; combinazione di due unità che ne dà vita a una terza distinta e inedita, rappresentando sempre una nascita. Sommando uno e uno, quindi, non si ottiene due, ma tre”. La parte finale del volume è incentrata sul passaggio da democrazia a demopraxia. Nell’intervento Pistoletto ha messo in luce il fallimento della democrazia, sottolineando come il potere del popolo (dal greco demos significa ‘popolo’ e kratos ‘potere’) sia utopistico, considerando che i rappresentanti di questo sono troppo distanti dalle esigenze della gente. Ha così identificato la demopraxia come soluzione (il termine, coniato dal direttore di Cittadellarte Paolo Naldini, si focalizza sulla praxis, che significa ‘azione’, nel senso di ‘fare’), mettendo al centro proprio le azioni della gente per ottenere libertà ed equilibrio sociale. A questo proposito, Chiara Belliti ha letto in anteprima ai presenti l’ultimo capitolo incentrato sulla demopraxia.
Dopo la conferenza, il maestro si è recato nella sala del Palazzo che ospita l’Arazzo Millefiori, dove è stato sistemato un Terzo Paradiso frutto di una realizzazione collettiva fatta di riuso, creata dalle donne della cooperativa sociale Manusa. Pistoletto, sullo sfondo delle due opere, si è prestato alle foto di rito con i presenti.
Nel pomeriggio è iniziato il “viaggio” di questo Terzo Paradiso: l’opera è stata trasportata dal Palazzo dei Vescovi alla Galleria Vannucci attraversando le vie cittadine. Il percorso stesso è stato una performance collettiva: il passaggio dell’opera di grandi dimensioni, trasportata da alcuni volontari, ha attirato e incuriosito molte persone, che, a loro volta, si sono unite all’itinerario o hanno dato il loro contributo a portare il Terzo Paradiso. Michelangelo Pistoletto ha guidato i partecipanti verso la galleria d’arte.
L’arrivo dell’opera nella location artistica ha dato il via all’inaugurazione della mostra “Pistoia 30 settembre 2017 – Michelangelo Pistoletto presente“. Perché questo nome? “Il titolo ha un doppio uso – si legge nel catalogo dell’esposizione – perché dà il nome e il senso alla mostra e ricorda il filo che lega Pistoletto alla nostra città. Un filo che parte da lontano e non si è mai perduto. Per la nostra galleria, Michelangelo Pistoletto è presente ora e ieri, anche se per la prima volta ospitiamo le sue opere. L’artista biellese è un maestro che all’intimità dello studio ha preferito le voci della comunità. E nello specchio ha cercato sé e ha trovato l’altro. Arte e/è vita”.
Un nutrito pubblico ha visitato la mostra e ha incontrato Pistoletto, che si è messo a disposizione per dialogare con i presenti che non hanno perso l’occasione di scattarsi moltissime foto insieme all’artista.
Dopo oltre 20 anni nulla è cambiato: il legame artistico tra Pistoletto a Pistoia è rimasto immutato, anzi, dopo la giornata di sabato, è ancora più forte.
Ricordiamo gli appuntamenti della giornata sono stati organizzati grazie a: Comune di Pistoia, Fondazione Valore Lavoro onlus, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto , Musei dell’Antico Palazzo dei Vescovi, Alce Nero, Cooperativa Manusa, Cooperativa Arkè, Innovo Architettura Tessile e Galleria Vannucci. Gli organizzatori, inoltre, hanno rivolto un ringraziamento speciale alla Galleria Continua di San Gimignano.