Diffondere la cultura del riuso e del riutilizzo dei materiali, sottolineando come i rifiuti, oltre ad essere raccolti, debbano essere sempre più riconosciuti come importanti risorse che possono acquisire un valore economico tramite il recupero e il riutilizzo dei materiali, anche attraverso una valenza creativa con il riciclo artistico o la realizzazione di opere di eco-design: è su questo, in sintesi, che s’impegna una realtà attiva da 16 anni e consolidata nel mondo dell’arte contemporanea, RiArtEco. Quest’ultima, attorno alle tematiche su cui opera, ha organizzato la mostra Il riconoscimento del rifiuto dal 6 al 18 ottobre presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma. “La celebrazione del rottame, inteso nella più ampia accezione di quanto ‘scartato dalla società’ indipendentemente dalla sua natura di materiale, oggetto o persona reso inutilizzabile, da conferire in discarica o da ‘alienare’ – si legge nella presentazione dell’esposizione – è il tramite per il quale l’artista viene insignito del ruolo di portavoce del cambiamento, coinvolgendo nella pluralità di linguaggi espressivi e tecniche compositive sia il visitatore sia le istituzioni; tutto nel comune impegno etico-sociale sulle scelte impattanti che riguardano l’ambiente, il benessere e lo stato di salute dei cittadini. L’attuale visione utilitaristica viene metabolizzata e rielaborata attraverso l’arte del riciclo, al pari di quanto accadeva al ceramista antico che, con rudimentali modalità, ma grande senso estetico ed artistico, modellava forme e pensieri”. In quest’ottica, come spiegato da RiArtEco, è la ricerca di significati ciò che affascina il visitatore perché gli oggetti consegnano alle loro forme e al loro utilizzo le varie filosofie di vita del periodo nel quale sono state create.
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Il messaggio sociale e ambientale
Le opere presenti alla mostra hanno comunicato, attraverso forme e colori differenti, visioni del mondo declinate in storie di uomini proiettate verso un’azione corale di conversione ecologica degli stili di vita e dei processi produttivi. “L’interazione delle attività umane legate con modelli di sviluppo non sostenibili – ha avvertito lo staff di RiArtEco – sta producendo il collasso delle economie mondiali, riducendo la qualità della vita sul Pianeta per tutti gli esseri viventi e, in particolare, per le minoranze etniche e le porzioni economicamente deboli delle popolazioni”. Lo scopo della mostra è stato chiaro: diffondere la cultura del riuso al fine di educare al rispetto dell’ambiente e delle specie viventi, riducendo così le disuguaglianze sociali e culturali. Una delle chiavi per il successo di questo processo si ottiene “ponendo lo ‘scarto’ come pietra angolare su cui edificare comunità sostenibili e responsabili, capaci di svilupparsi dall’incontro e dal confronto reciproco, riconoscendosi nell’affermazione delle reciproche differenze, senza prescindere dall’intenzione di mettere a servizio del bene comune l’intelligenza umana per trovare soluzioni ai laceranti contrasti etici, sociali, etnici e culturali che soffocano la nostra società”.
Da rifiuto a dono grazie all’arte
RiArtEco invita a rimodulare la nostra esperienza di vita mediante la trasformazione di oggetti destinati allo scarto, grazie alla collaborazione con il progetto CirKula.r. “Le mani degli artisti per mezzo dell’intima propria sensibilità – viene specificato nella nota stampa – rimodellano e danno nuova vita al rifiuto, ne fanno un dono inaspettato offerto come opportunità alla comune cultura”. L’esposizione si pone inoltre in linea con coi 17 obiettivi dell’Agenda 2030 e si propone come un’unità culturale che ha il desiderio di rimuovere le cattive pratiche per riappropriarsi della cultura millenaria alla base della propria storia.
I video-interventi e il Terzo Paradiso
Sabato 10 ottobre si è tenuta l’inaugurazione della mostra con un ricco programma di interventi dei protagonisti dell’appuntamento artistico. Tra i relatori era presente anche Saverio Teruzzi (nella foto sopra), coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso, che ha tenuto un intervento spiegando nel dettaglio i principi del simbolo trinamico. Alla mostra, infatti, erano esposte due installazioni olografiche del Terzo Paradiso. Anche il direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Valentino Nizzo soffermandosi sui temi ispirati alla manifestazione, ha congiunto il segno-simbolo di mp all’interno del vincolo di circolarità e reciprocità del ‘dono’. Vi proponiamo, di seguito, il video-intervento di Nizzo e il filmato di una delle due installazioni olografiche del Terzo Paradiso.
DIA EVENT – TECH si è occupata di realizzare il video e l’installazione olografica del Terzo Paradiso.