Creare un evento compartecipato per dare al pubblico l’opportunità di riconoscere la propria identità nazionale insieme a quella degli altri, come parte di un contesto territoriale e culturale, ampio e unitario, dove ognuno ha un ruolo fondamentale per il corretto mantenimento degli equilibri: è questo, in sintesi, l’obiettivo de La Bandiera del Mondo di Michelangelo Pistoletto e Angelo Savarese. L’opera dei due artisti, già proposta in diverse occasioni in ogni parte della nostra penisola, è inoltre collettiva nella realizzazione: al momento dell’allestimento i presenti sono invitati a comporre un simbolo trinamico utilizzando le bandiere Flags di Angelo Savarese in rappresentanza di tutti i Paesi delle Nazioni Unite. L’ultima tappa del viaggio artistico dell’opera è stata il 7 ottobre nella capitale, nell’ambito di un evento organizzato dalla Città metropolitana di Roma Capitale, dalla Consigliera delegata alle Pari Opportunità, Politica sociale, Cultura, Partecipazione, Trasparenza e Anticorruzione Tiziana Biolghini e dal Presidente della XII Commissione Turismo, Moda, Relazioni Internazionali Mariano Angelucci, all’interno della seconda edizione di Insieme Siamo Arte. Per l’occasione, prima della realizzazione de La Bandiera del Mondo, si è tenuto un incontro in Aula Giulio Cesare a Palazzo Senatorio, curato da Francesco Saverio Teruzzi (coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso) e Fortunato D’amico, che ha visto Pistoletto e Savarese mettere in luce il percorso di vita e artistico che li ha portati a condividere e co-progettare l’opera.
Ai nostri microfoni Savarese è intervenuto per offrire un bilancio dell’evento: “Nella splendida cornice di piazza del Campidoglio si è tenuta l’ennesima performance del nostro progetto artistico-culturale. Anche in questa occasione Michelangelo e io abbiamo avuto conferma di quanto questa iniziativa trovi consenso e voglia di partecipazione da parte delle persone: sono infatti emersi con forza l’entusiasmo e la voglia di esserci, di far parte, tutti insieme, di un unico e grande abbraccio”. L’artista ha poi rivolto lo sguardo al futuro: “Continueremo con la nostra arte e con altre performance a far ‘intraprendere a tutti un concetto’ molto caro al maestro, ossia la pace preventiva. Siamo infatti tutti chiamati – ha concluso – a far sì che questo mondo possa essere un luogo dove tutti si sentano amati, affinché le differenze di razza possano diventare, un giorno, un ricordo di un passato finalmente passato”.
Ripercorriamo la giornata – dalla conferenza alla realizzazione dell’opera – attraverso un filmato di Alessandro Morelli.