Un evento nato dalla necessità di sviluppare stili di vita sostenibili per ritrovare l’equilibrio perduto del rapporto tra uomo e natura, ridefinendo il senso e ruolo dei bisogni e prodotti artificiali che si è sviluppato con la tecnologia e la scienza: il riferimento è a Paradiso Urbano, appuntamento – in programma per domenica prossima dalle ore 11 alle 13 al Casale Garibaldi di Roma – che mira a far sperimentare ai partecipanti nuove forme relazionali tra uomo, natura e artificio, costruendo elementi per la rigenerazione dello spazio. Coloro che prenderanno parte all’iniziativa, nello specifico, saranno coinvolti in una performance immersiva nel parco del Casale, a cui seguiranno dei laboratori curati da Linaria – Associazione per la Bio e Bibliodiversità – tesi alla creazione di dispositivi per la sostenibilità. L’iniziativa è stata organizzata dall’interior designer operante nel campo del co-design per la rigenerazione urbana Marta Malsegna, che nei contenuti dell’attività si è ispirata al Terzo Paradiso. Una scelta non casuale, ma frutto di un’esperienza formativa: è stata, infatti, studentessa della seconda edizione del master in design, creatività e pratiche sociali di POLI.design e Accademia Unidee. “Dopo il Covid-19 è emerso – ha affermato – quanto sia importante vivere la natura, non solo per il benessere psicofisico che ne deriva, ma anche per l’urgente crisi ambientale che richiede azioni concrete da parte di tutti. Quando si parla di sostenibilità spesso si delega la responsabilità ai governi e alle grandi imprese che producono inquinando. In realtà ognuno di noi può avere un ruolo nel processo di innovazione sostenibile, adottando nuovi comportamenti del vivere quotidiano”. L’evento, inoltre, si svolge nell’ambito del progetto Erasmus + “Art Is Us – Art for Local Innovation” che mira a utilizzare la forza trasformativa della cultura per la rigenerazione della comunità; Art is us intende rispondere al grave impatto che la pandemia ha avuto sia sugli artisti che sul settore culturale e sull’inclusione e coesione sociale.
Ispirandosi al simbolo trinamico, Paradiso Urbano intende promuovere best practices: “Citando Michelangelo Pistoletto, ‘Occorre innanzi tutto riformare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune’ e l’obiettivo deve essere quello di coltivare, piuttosto che sfruttare, le risorse per il nostro futuro”. Paradiso Urbano partecipa al progetto Rebirth/Terzo Paradiso, è a basso impatto e attento alle questioni ambientali. Non solo: promuove un modello di sviluppo indirizzato alle pratiche del minor consumo di risorse ed è basato sulla libera collaborazione di individui e comunità in tutto il mondo. Cosa prevede, nello specifico, l’attività? A dare inizio alla giornata è prevista una performance di Viola Margaglio, dottoressa in Psicologia Scolastica e di Comunità, nonché artista spoken word, che, con le sue parole, racconterà quella che è la sua visione della relazione tra natura e artificio, che può essere conflittuale, ma anche armonica. A seguire, come accennato, si terrà una performance partecipativa: Marta Malsegna proporrà ai presenti una camminata silenziosa su un’installazione da lei realizzata in precedenza, ossia un Terzo Paradiso di foglie. “L’idea – ha sottolineato ai nostri microfoni – è quella di riproporre nel parco urbano una pratica meditativa che di solito viene fatta nella foresta, durante il forest bathing; ho fatto questa esperienza proprio durante il master con i docenti Andrea Caretto e Raffella Spagna e, in questa occasione, ho sentito una risonanza con questa pratica e ho voluto riproporla in un contesto urbano avvalendomi del simbolo del Terzo Paradiso”. L’interior designer, durante la camminata, inviterà le persone a riflettere sul loro lato naturale e su quello artificiale, proprio mentre percorreranno i rispettivi cerchi del simbolo trinamico; una volta arrivata a quello centrale, ai partecipanti verrà chiesto di soffermarsi sul significato di equilibrio tra gli opposti. Seguirà una fase di raccolta dove si chiederà di portare degli elementi presenti nel parco proprio all’interno del terzo spazio del segno-simbolo. “Così si creerà un’installazione dentro l’installazione, ma mentre la mia sarà definita, quella dei partecipanti sarà entropica e costruita secondo la loro esperienza. La performance finirà – ha concluso Marta – con una restituzione che si articolerà attraverso uno scambio di riflessioni e sensazioni nate dall’esperienza”. Subito dopo ci saranno i laboratori di costruzione di bombe di semi e casette per gli uccelli e, al loro termine, i partecipanti potranno scegliere di restituire i loro artifici al parco urbano, piantandoli e appendendoli dove possibile, chiudendo così un ciclo di pratiche mirate alla rigenerazione dell’ambiente.