Quando l’arte innesta i semi della rinascita sociale e ambientale: in Liguria, lungo la mulattiera che da Manarola porta a Volastra, da alcune settimane è presente una nuova installazione del Terzo Paradiso, ubicata su un muretto a secco che sorregge un uliveto. Dietro la realizzazione di questa opera c’è un percorso costellato da storie di tradizione, passione, amore per il territorio e sostenibilità, che vede come protagonisti Maria Capellini e il marito Antonio Barrani. La coppia ha messo ‘anima e corpo’ (tra arte e agricoltura) al servizio della natura, attraverso una serie di interventi volti al recupero delle terre incolte. I due non hanno solo seguito le orme dei genitori di Maria, che hanno lasciato loro gli appezzamenti di famiglia, ma hanno ridato vita ai terreni limitrofi che si trovavano in stato di completo abbandono. Questi ultimi, precedentemente di proprietà ecclesiastica (ottenuti dalla chiesa in seguito a delle donazioni) sono stati acquistati dai due artisti con un’obiettivo: “I terreni – ha affermato Maria ai nostri microfoni – erano abbandonati da una cinquantina d’anni e versavano in condizioni di disagio, pieni di sterpaglia di ogni genere. Io e mio marito, così, li abbiamo comprati per trasformarli. Non ci siamo limitati a pulirli, ma abbiamo fatto ricrescere un vigneto collegando al nostro, su cui mio padre aveva lavorato anni fa”.
In questa area è presente anche un uliveto, dove, su un muretto a secco, è stata posizionata l’opera ispirata al simbolo trinamico, composta da cerchi di botte (saldati insieme) presi dalle cantine di un paese vicino. “Per mio marito ed io, in quanto artisti, il Terzo Paradiso è perfetto per rappresentare lo sforzo che alcune persone stanno facendo con coraggio e fatica per il paese e la natura. L’opera la rappresentiamo così: in un cerchio – spiega – immaginiamo il territorio, il selvaggio, ciò che la natura spontamentente offre, l’incolto; nell’altro il dominio dell’uomo sul verde (asfalto, costruzioni selvagge, strade) e tutto ciò che deturpa il paesaggio. Nel mezzo, infine, troviamo la confluenza tra la natura del posto e un’opera umana che è rispettosa dell’ambiente, l’unione armonica tra natura e artificio”. Sulla destra dell’installazione è stato anche posizionato uno speciale pannello informativo, ovvero una doga di botte, dove Maria e Antonio hanno riportato la didascalia, Il Terzo Paradiso – Michelangelo Pistoletto. Progetto Rebirth/Terzo Paradiso Cittadellarte-Fondazione Pistoletto Onlus, scritta in rilievo utilizzando il legno.
Un lavoro significativo, considerando la situazione in cui versano le zone in questione, come specificato da Maria: “Il territorio delle Cinque Terre è particolare, perché si regge sui terrazzamenti, che sono un sistema di coltivazione per il quale la terra viene contenuta da dei muretti a secco, che sono a rischio di frana. Questo perché sono tenuti insieme da pietre, pietrisco e terra. Quindi, quando piove, l’acqua ‘gonfia’ il terreno ed è facile che il muretto a secco caschi e quindi risulta fondamentale la manutenzione. Lo spopolamente delle zone non turistiche, inoltre, ha peggiorato la situazione. Per cambiare la situazione bisogna avere forza di volontà e fisica, perché il territorio è impervio. Il contesto è critico, ma i semi di ripresa ci sono: alcune famiglie e comunità lottano ancora per l’identità del nostro territorio, la cui trasformazione responsabile passa anche attraverso la coltivazione e la manutenzione delle terre”. Missione, in parte, già riuscita: nel sentiero da Volastra o Manarola, la nuova installazione del Terzo Paradiso è ora simbolo di speranza, tradizioni, natura e rinascita.