I programmi di residenza UNIDEE 2020-2022 sono incentrati sugli aspetti della “pratica artistica integrata”. Potremmo pensare a questa come a un sottogenere della disciplina dell’arte socialmente impegnata, anche se ciò che speriamo di ottenere attraverso questa serie di programmi di apprendimento guidati da pari è un’esplorazione collettiva di pratiche diverse di non facile categorizzazione.
Le residenze sono forum per l’esame, lo sviluppo e l’applicazione della pratica artistica e della ricerca-azione situata, sensibile al contesto e spesso collaborativa o co-prodotta: ciò che Paul O’Neill e Clare Doherty hanno descritto come ‘arte pubblica durevole’ nel loro libro “Locating the Producers” (2011). Il termine “integrate” indica anche quelle pratiche che mirano a diventar parte del tessuto sociale di un luogo o, come dice InSitu, mirano a “far parte della vita quotidiana… come la panetteria sotto casa”. All’interno di questa cornice possiamo considerare anche le pratiche informali, auto-organizzate e meno visibili che esulano dai radar del mondo dell’arte istituzionale – la ‘materia oscura’ creativa, come l’ha definita Gregory Sholette – e le pratiche interdisciplinari che stanno alla base della visione di Cittadellarte e di Pistoletto di ‘arte al centro’ di un mondo infinitamente connesso.
Il programma UNIDEE 2020 “Pratiche artistiche integrate in un futuro post-pandemico” ha riunito oltre quaranta residenti da tutto il mondo che hanno partecipato a un programma ibrido (di presenza virtuale e fisica) di dieci settimane per esplorare questioni legate a quale sarà il futuro delle pratiche integrate nelle condizioni di sviluppo create dalla pandemia di COVID-19. I residenti hanno portato il proprio progetto di “ricerca-azione indipendente”, che hanno condiviso, analizzato e sviluppato nel corso del programma attraverso critiche di gruppo, creazione di tracce e passaggi di consegna. Questo processo è stato facilitato da seminari e workshop condotti da mentori invitati come ospiti del programma, tra cui l’architetto e ricercatrice Sandi Hilal, le curatrici e ricercatrici di Arte Útil Gemma Medina Estupiñán e Alessandra Saviotti, la curatrice e organizzatrice come artista Eva Rowson (Bergen Kjøtt), il professore d’arte Mick Wilson (Hdk-Valand Academy), Nadia Moreno Moya e Fernando Escobar Neira (School of Arts, National University of Colombia) e molti altri.
Il programma 2021 mirava ad ampliare e approfondire questa conversazione con un focus specifico su strutture, ecologie e forme organizzative alternative per progetti artistici socialmente impegnati e sulle basi necessarie per costruirli e sostenerli. Abbiamo iniziato con alcune domande generate nella residenza del 2020 che sono poi state esplorate da un gruppo di 36 artisti e professionisti attraverso una ricerca-azione localizzata in Italia, Irlanda, Ghana, Australia, Filippine e oltre. Gli ospiti invitati includevano la geografa economica Katherine Gibson; l’artista Jeanne Van Heeswijk; Cráter Invertido, un collettivo con sede a Città del Messico; Wharf Chambers Co-operative Club, un luogo culturale gestito da una cooperativa di lavoratori a Leeds, nel Regno Unito; Pyramid, un collettivo di circa 150 artisti con e senza difficoltà di apprendimento; e Gregory Sholette, artista, attivista e autore di “Art as Social Action”. Il programma includeva anche workshop e discussioni con il collettivo di fumettisti Samandal, con sede a Beirut, e con organizzazioni a Cittadellarte e Biella tra cui Let Eat Bi, l’Arte della demopraxia, Hydro, Ambienti d’apprendimento e Pacefuturo.
I programmi 2021 e 2022 continueranno questa indagine collettiva sulla pratica integrata attraverso una serie di laboratori di una settimana incentrati su “strumenti e tecnologie per la pratica integrata”; una residenza per artisti in due parti per conoscere le speranze e il futuro dei giovani biellesi attraverso la lente dell’ospitalità e del turismo sostenibile, in partnership con Fondazione Zegna; e una residenza conclusiva a tema “come sostenere le pratiche artistiche integrate”.
Le residenze di pratiche integrate UNIDEE hanno dimostrato il valore e la necessità per i professionisti che lavorano a progetti iperlocalizzati di condividere a livello globale ciò che stanno facendo. In questo senso le residenze mirano meno all’avvio, all’accelerazione o al completamento di nuovi progetti, ma piuttosto allo sviluppo di una rete di supporto per la riflessione critica sulla pratica situata in corso, a volte anche permanentemente. Speriamo quindi di aver stabilito entro la fine del programma (nel 2022) una comunità internazionale e in continua espansione di professionisti integrati impegnati nella trasformazione responsabile della società attraverso l’arte.