Michelangelo Pistoletto, viaggio alla scoperta dell’arte del maestro #6
Continua il percorso a tappe che mette in luce la cronistoria artistica di Pistoletto, tra opere, manifesti, mostre e progetti di ogni tempo. Questa puntata è dedicata agli "Oggetti in meno".
Tra la fine del 1965 e il gennaio del 1966 Pistoletto produce ed espone nel proprio studio, un’ex tipografia in via Reymond a Torino gli Oggetti in meno. Sono opere create attraverso un processo di lavoro legato alla spontaneità e alla contingenza. Con questi lavori, ognuno diverso dall’altro, come se si trattasse di una mostra collettiva, viene infranto quel dogma per cui ogni opera di un artista deve essere stilisticamente riconoscibile, come un marchio commerciale standardizzato. Gli Oggetti in meno sono infatti accolti molto freddamente dalla critica, tanto che determinano un congelamento del valore di mercato dei precedenti quadri specchianti che avevano ottenuto grande successo in Europa e negli USA. Anche rispetto ai galleristi Sonnabend e Castelli, con i quali Pistoletto lavorava, la produzione di queste opere costituisce un motivo di incomprensione e infine di rottura del contratto che li legava.
“Arrivato alla fine del 1964, Leo Castelli mi dice: sbrigati a fare quadri perché sono stati tutti venduti e piazzati nei musei, voglio fare una tua mostra subito. Allora ho lavorato come un matto, sono partito e arrivato a New York, mi ricordo che nel taxi c’erano, da una parte Solomon, che aveva curato il padiglione americano alla Biennale di Venezia del 1964, quando aveva vinto Rauschenberg, e dall’altra Leo Castelli. Quest’ultimo afferma: ‘Senti, devi venire negli Stati Uniti oppure per te qui non c’è più niente da fare. Stai avendo un grande successo, però o entri nella nostra grande famiglia o non è possibile continuare’. Da quella volta non sono più andato per quindici anni negli Stati Uniti. Questo per dire come sia ritornato in Italia a fare gli Oggetti in meno e abbia reagito ad una concezione di mercato che rendeva potente un dominio culturale e pratico che ti forzava a sentirti o parte di un clan o solo. Ho scelto di essere solo, perché forte della mia convinzione che quanto avevo sviluppato era un lavoro nato su un territorio culturale non diseredato, ma di profonda eredità”. (Michelangelo Pistoletto Pistoletto, intervista con Germano Celant, op. cit., p 31)
Oggetti in meno, 1965-1966
Studio di Pistoletto, Torino 1966
Foto: P. Bressano
Oggetti in meno, 1965-1966
Studio di Pistoletto, Torino 1966
Foto: P. Bressano
“Mi pare, con i miei recenti lavori di essere entrato nello specchio, entrato attivamente in quella dimensione del tempo che nei quadri specchianti era rappresentata. I miei recenti lavori testimoniano la necessità di vivere e agire secondo questa dimensione, cioè secondo l’irripetibilità di ogni attimo, di ogni luogo e quindi di ogni situazione presente (…) I lavori che faccio non vogliono essere delle costruzioni o fabbricazioni di nuove idee, come non vogliono essere oggetti che mi rappresentino, da imporre o per impormi agli altri, ma sono oggetti attraverso i quali io mi libero di qualcosa – non sono costruzioni ma liberazioni – io non li considero oggetti in più ma oggetti in meno, nel senso che portano con sé un’esperienza percettiva definitivamente esternata”. (M. Pistoletto, Gli oggetti in meno, op. cit.)
Quadro da pranzo, 1965
Legno, cm 200 x 200 x 50
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Rosa bruciata, 1965
Cartone ondulato bruciato e vernice a spruzzo, cm 140 x 140 x 100
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano
Per visionare il testo integrale degli Oggetti in meno cliccare qui.
Articolo tratto da http://www.pistoletto.it/it/crono06.htm.
Didascalia immagine di copertina:
Oggetti in meno, 1965-1966
Studio di Pistoletto, Torino 1966
Foto: P. Bressano.
Colonne di cemento, 1965
Cemento, 4 elementi, cm 240 x 45 x 45 ciascuno
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Paesaggio, 1965
Cartone, velina, stracci, figurine da presepe, cm 70 x 40 x 20
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Lampada a mercurio, 1965
Allumininio dipinto e lampada a mercurio, cm 80 x 45 x 45
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano
Piramide verde, 1965
Legno (1 tavolo, 4 sedie), cm 130 x 150 x 150
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Specchio, 1965
Acciaio inox lucidato a specchio e alluminio, cm 85 x 45 x 2
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Pozzo, 1965
Cartone ondulato, tele e telai spaccati, cm 100 x 140
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Semisfere decorative, 1965-1966
Plastica colorata, 9 elementi, cm 214 x 234
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Teletorte, 1965-1966
Tempera su tela, 3 elementi, cm 230 x 120 ciascuno
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Bagno, 1965-1966
Fibroresina, cm 60 x 200 x 100
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Mobile, 1965-1966
Legno, velluto e tela, cm 86 x 86 x 86
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Fontana luminosa, 1965-1966
Olio su tela, cm 80 x 100
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Mica, 1965-1966
Mica su tela, cm 120 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Ti amo, 1965-1966
Acrilico su tela, cm 60 x 70
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Struttura per parlare in piedi, 1965-1966
Ferro verniciato, cm 120 x 200 x 200
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Letto, 1965-1966
Alluminio, velluto, specchio, legno, ferro, cm 80 x 200 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Vetrina, 1965-1966
Legno, vetro, ferro e indumenti, cm 235 x 100 x 80
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Corpo a pera, 1965-1966
Masonite, cm 210 x 177 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Casa a misura d’uomo, 1965-1966
Legno e smalto, cm 200 x 100 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Sfera sotto il letto, 1965-1966
Legno, tela, poliuretano, faretto, giornali pressati, cm 60 x 100 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Scultura lignea, 1965-1966
Scultura antica in legno, plexiglass e base in legno, cm 170 x 30 x 25
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Foto di Jasper Johns, 1966
Fotografia su carta, cm 250 x 100
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano
Sarcofago, 1966
Legno, cemento e mica, cm 154, x 200 x 76
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Sfera di giornali, 1966
Giornali pressati, cm 100
Grande sfera di giornali (progetto per un museo), 1966
Giornali pressati, dimensioni variabili a seconda dell’ambiente
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano
Metrocubo d’infinito, 1966
Specchio e corda, cm 120 x 120 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Le orecchie di Jasper Johns, 1966
Fotografia su carta, 2 elementi, cm 250 x 80 ciascuno
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano
Portico, 1966
Legno e acciaio inox lucidato a specchio, due elementi, cm 240 x 45 x 130 ciascuno
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Vetrina specchio, 1966
Legno, specchio, ferro, cm 235 x 100 x 80
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Corpo a pera specchio, 1966
Masonite e specchio, cm 190 x 177 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Pozzo specchio, 1966
Specchio, cm 140
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Pozzo cartone e specchio, 1966
Cartone ondulato e specchio, cm 100 x 150
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Cinque pozzi, 1966
Fibroresina e specchio, 5 elementi, cm 103 x 167 ciascuno
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Pellion
Pozzo nero, 1966
Fibroresina, specchio, cm 103 x 167
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid
Foto: P. Pellion
Mappamondo, 1966-1968
Giornali pressati, tondino di ferro, cm 180
Collezione Lia Rumma, Napoli
Foto: P. Pellion
Bagno barca, 1966-1968
Fibroresina, acciaio inox lucidato a specchio, stracci, lampadine, acqua, sali da bagno,
cm 100 x 200 x 100
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano
Pozzo culla, 1966-1968
Fibroresina, specchio, garza, cm 300 x 167
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: M. Jodice
La terra e la luna, 1966-1968
Giornali pressati, corda, tondino di ferro, cm 180 x 180 x 240
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Mussat Sartor