Pistoletto è considerato uno dei protagonisti dell’Arte Povera. Innanzitutto per le sue opere, dagli Oggetti in meno, che precedono la nascita ufficiale del movimento, a quelle che ne costituiscono quasi l’emblema, come i lavori con gli stracci (ad esempio La Venere degli stracci del 1967), materiale utilizzato inizialmente da Pistoletto per la pulitura dei quadri specchianti e successivamente in diverse azioni dello Zoo. Non meno importante è il suo ruolo di catalizzatore, svolto fin dai primi anni Sessanta, di quel gruppo di artisti torinesi – e di ponte fra questi e quelli romani – che darà vita all’Arte Povera.
Venere degli stracci, 1967
Calco di Venere classica in cemento, stracci, mica, cm 130 x 100 x 80
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Mussat Sartor
Lo stesso teorico dell’Arte Povera, Germano Celant, che conosce Pistoletto in occasione dall’esposizione degli Oggetti in meno nello studio dell’artista, gli riconoscerà tale funzione: “Come intellettuale il suo ruolo è stato quello di intrecciare uno spartito europeo di contatti tra artisti, facilitando la mostra delle Armi di Pino Pascali [nel gennaio del 1966 a Torino] e la conoscenza dell’arte italiana, mediante la creazione del Deposito D’Arte Presente e, in seguito, di una collezione d’artista, quanto rendendo possibile il dialogo tra gallerie, in particolare Ileana Sonnabend e Gian Enzo Sperone, che ha dato avvio alla circolazione della Pop Art in Italia e dell’Arte Povera in Francia, Germania e Stati Uniti.” (G. Celant, in Un’avventura internazionale, Charta, Torino 1993, p 14).
La collezione cui fa riferimento Celant è quella di Arte Povera esposta da Pistoletto nella sua abitazione nel corso del 1971 ed attualmente visitabile presso Cittadellarte.