Responsabilità dell’artista e arte come tessuto sociale
Nella hall della sede milanese de "Il Sole 24 Ore" è stata installata la "Sfera di giornali" di Michelangelo Pistoletto, donata dal maestro al giornale per un anno. Su questa scia, domenica 7 aprile il quotidiano ha pubblicato un contributo di Pistoletto e Paolo Naldini (direttore di Cittadellarte): vi proponiamo l'editoriale a doppia firma. “L’opera che rotola per strada - hanno scritto - non è più l’oggetto tolto duchampianamente dalla vita comune per essere nobilitato e sacralizzato nel tempio museale. Ma è la nobiltà sacrale dell’arte che esce dallo studio dell’artista per divenire manifestazione da tutti partecipata”.

C’era una sfera di giornali, anzi ci sono sfere di giornali che rotolano per le strade e le piazze del mondo spinte da adulti e bambini.
La Sfera di Giornali, un metro di diametro, è un’opera nata nel 1965 e uscita dallo studio dell’artista nel 1967 per poi moltiplicarsi in innumerevoli sfere che corrono tra la gente, nello spazio e nel tempo della nostra vita. È nata nel laboratorio dell’artista, ma è diventata un oggetto comunemente praticato. Esso contiene tuttavia una valenza simbolica che dall’arte entra nella vita. Infatti, gira e corre come la sfera del caso, che dalla roulette al campo di calcio magnetizza continuamente l’umanità ed elettrizza la società. I giornali della sfera sono l’informazione e la comunicazione che quotidianamente e ormai istantaneamente uniscono le persone del mondo attraverso la stampa, la televisione e la tecnologia digitale. L’opera che rotola per strada non è più l’oggetto tolto duchampianamente dalla vita comune per essere nobilitato e sacralizzato nel tempio museale. Ma è la nobiltà sacrale dell’arte che esce dallo studio dell’artista per divenire manifestazione da tutti partecipata. A Torino, nel 1967, intorno alla sfera di giornali, gli artisti si incontrano e scendono in strada sfondando le sbarre dello Zoo istituzionale che contiene, oltre alle diverse specie di animali, anche le diverse discipline artistiche con le quali entrano nella vita facendo direttamente parte del teatro quotidiano che comprende l’intera società. Mentre la sfera continua a correre, anche realizzata da adulti e bambini, nasce a Biella la Cittadellarte, una istituzione atta a realizzare praticamente le aspirazioni che avevano portato gli artisti fuori dalle istituzioni.

Cittadellarte esordisce nel 1991 e si sviluppa come nuova scuola, improntata sul Manifesto Progetto Arte, 1994, firmato Pistoletto, nel quale si esplicita: “È venuto il momento che l’artista prenda su di sé la responsabilità di porre in comunicazione ogni altra attività umana, dalla economia alla politica, dalla scienza alla religione, dall’educazione al comportamento, in breve tutte le istanze del tessuto sociale”. Le diverse discipline artistiche si uniscono ai diversi settori che compongono la società. Nella seconda metà degli anni 90 viene formandosi, a Cittadellarte, l’Università delle Idee basata sul Manifesto Progetto Arte. Una residenza collettiva per artisti, architetti, designer, imprenditori, amministratori, politici, scienziati. Il programma è fondato sui metodi per cui l’arte porta a trasformare in senso responsabile i nostri modi di vivere. Si studiano i primi progetti di Arte di Comunità, la cosiddetta New Genre Public Art, le innovazioni nel sistema dell’arte come la famosa Culture in Action del 1993 a Chicago, dove si sfida la concezione convenzionale dell’arte pubblica, in collaborazione con la popolazione locale. Ma a Cittadellarte la scuola produce qualcos’altro: un laboratorio che sperimenta e mette in pratica le ricerche al centro della scuola stessa. Con Unidee Università delle Idee, nasce il progetto del Terzo Paradiso, il nuovo mito con duemila eventi a cui partecipano oltre 5 milioni di persone nel mondo, dedicato alla applicazione della Formula della Creazione, dualità natura-cultura, per addivenire alla pratica di un equilibrio (dinamico e vitale) anche là dove imperano sistemi di conflitto distruttivo.

Con Cittadellarte e con la rete delle sue oltre 250 ambasciate in 50 Paesi del mondo, si sviluppano collaborazioni con imprese, istituzioni governative e non, comunità, scuole, ospedali, amministrazioni, fondazioni, università. Centinaia di Constituencies a latitudini e scale le più diverse interagiscono per una riarticolazione armonica della società. Nasce così un programma articolato, teso ad attuare le promesse della democrazia, contenute nello stesso termine che ereditiamo dalla Grecia antica dove nasce, embrionalmente, il concetto di ‘governo del popolo’. Constatiamo oggi che questo non si può realizzare se il popolo è composto da individui separati. A meno che una persona aspiri, come accade, a formare e governare uno Stato totalitario, come nazismo e bolscevismo.
A Cittadellarte si opera sulla facoltà di creare collaborativamente intesa partendo non dalla singolarità delle persone, ma dall’incontro duale. Infatti, la maggior parte della vita di gran parte della gente è trascorsa in gruppo. Assumiamo piena consapevolezza che le persone sono già unite all’interno delle organizzazioni che compongono la società stessa: associazioni, fondazioni, imprese, enti pubblici e privati, gruppi di lavoro e ogni altra forma di collaborazione organizzata. In esse infatti le persone trascorrono giornate e anni prendendo decisioni che concretamente impattano sulla loro vita di lavoratori, di imprenditori, di fornitori, di clienti, di aderenti e membri di una famiglia. Ogni organizzazione è già di per sé un microgoverno o un micro-parlamento distribuiti nel tessuto sociale. Quando queste ‘comunità di pratica’ assumono coscienza del loro potere allora la democrazia può in effetti avverarsi, in accordo con forme istituzionali e metodi che pongono in connessione le diverse organizzazioni. Nel 2018 esce a Cittadellarte il Manifesto Arte della Demopraxia che sostituisce la parola praxis pratica alla parola cratos potere, dove si propone il metodo per realizzare queste connessioni. Esistono esperienze di applicazione demopratica a Cuba, a Roma, a Ginevra e in altri luoghi del mondo tra cui naturalmente Biella, città/territorio che viene designata dall’Unesco Città Creativa. Proprio a partire dal simbolo del Terzo Paradiso. Le nuove generazioni trovano in questa scuola e in queste pratiche una possibile risposta concreta alla sfida e alla responsabilità che hanno di fronte.

Michelangelo Pistoletto – Paolo Naldini

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