Denunciare l’inquinamento da rifiuti plastici marini nel Mediterraneo, celebrare il potere trasformativo dell’arte come gesto di responsabilità collettiva, affermare una visione alternativa del mare Mediterraneo non più solo associata ai flussi migratori, ma come cuore della nostra civiltà e finestra dell’Europa sul mondo: sono questi, in sintesi, gli obiettivi del progetto-evento* Un mare di plastica, che si articolerà e svolgerà a Catania. Le attività si terranno nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Ambiente (che ricorre oggi, 5 giugno) e delle numerose iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione che stanno interessando l’Italia e il mondo intero. Tra le criticità più urgenti a livello globale, insieme al cambiamento climatico, c’è infatti quella legata all’inquinamento marino, in massima parte causata dal cosiddetto marine litter, ovvero i rifiuti plastici. L’iniziativa artistico-sociale è promossa da Fondazione OELLE Mediterraneo antico, a cui dal 2017 l’imprenditrice Ornella Laneri – con una nuova governance – dà il proprio imprinting allo scopo di valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale del Mediterraneo; tutto attraverso i linguaggi dell’arte, il recupero della memoria civica e la responsabilità sociale d’impresa.
L’installazione del Terzo Paradiso
Cuore del progetto-evento, curato da Cesare Biasini Selvaggi e Carmelo Nicosia, sarà il simbolo trinamico di Michelangelo Pistoletto: a Catania, infatti, il Terzo Paradiso sarà per la prima volta realizzato in mare con rifiuti di plastica recuperati dall’ambiente marino. L’opera, nello specifico, sarà molto scenografica e con un forte impatto visivo, anche grazie alle sue dimensioni di circa 20 metri di lunghezza. L’evocativa installazione vuole innestare una sensibilizzazione sociale sui temi ambientali, come suggerito da Pistoletto: “Quale azione – si è chiesto l’artista – deve fare ognuno affinché la plastica non finisca in mare?”. Un messaggio chiaro da parte dal maestro biellese: in riferimento a una responsabilità sociale, non solo è necessario ‘pulire’, ma occorre assumersi la responsabilità di non inquinare.
In quest’ottica, il progetto-evento ha preso il via a fine maggio e continuerà fino a questa settimana con un articolato percorso di iniziative territoriali, rivolte in particolare ai giovani. A questo proposito, in preparazione dell’installazione composta da materiale plastico, negli ultimi giorni sono stati ultimati i lavori per la realizzazione dell’opera, creata riutilizzando i rifiuti recuperati in mare o abbondonati nell’ambiente con la partecipazione di cittadini, associazioni, istituzioni e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania. La mattina dell’8 giugno (dalle 9.30 alle 13) il Terzo Paradiso sarà presentato ufficialmente, mentre Pistoletto in persona ultimerà l’opera, che si trova presso la Passeggiata del molo Foraneo di Levante del Porto di Catania. L’installazione verrà collocata su un ‘ponte’ galleggiante, in una piattaforma di 800 mq, dove resterà esposta fino al 15 luglio.
Il riconoscimento a Pistoletto
Alle 11 del 7 giugno, presso l’aula magna in via Vanasco 9, Michelangelo Pistoletto terrà una lectio magistralis dedicata al Terzo Paradiso presso l’Accademia di Belle Arti di Catania; dopo l’appuntamento, il maestro riceverà la laurea honoris causa in arti visive. In occasione del conferimento dello speciale Diploma Accademico, interverranno Vincenzo Tromba (Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catania), Ornella Fazzina e Giuseppe Frazzetto (storici dell’arte) e Cesare Biasini Selvaggi (curatore e direttore editoriale di Exibart), che modererà l’incontro.
Il commento di Ornella Laneri
“La performance alla base del progetto – spiega la presidente della Fondazione OELLE Mediterraneo antico, Ornella Laneri – intende sottolineare la responsabilità collettiva verso la salute del mare e un ruolo del Mediterraneo come luogo di diffusione e transito di culture millenarie che guardano al futuro in positivo, con una visione alternativa al percepito delle cronache esclusivamente problematiche, in particolare associate al tema dei flussi migratori e in cui la Sicilia e il territorio catanese sono snodo. Come Fondazione che punta a rilanciare la ricchezza culturale, i valori storici, sociali e ambientali del territorio italiano, a partire dalla Sicilia dove noi operiamo, siamo convinti che il linguaggio dell’arte contemporanea sia il più adatto per accendere i riflettori sulle grandi questioni ambientali che oggi devono essere al centro della responsabilità sociale d’impresa, dell’azione delle istituzioni e della coscienza collettiva, in particolare dei giovani”.