Quando la cultura incontra la coltura: un’assonanza, con singola vocale di differenza, che rende il legame tra questi due ambiti profondo già a partire dal nome. Nel concreto, sarà Let Eat Bi a generare una connessione tra i due mondi in questione con l’iniziativa Colture conviviali, che mira a favorire occasioni d’incontro collettivo in cui si promuovono buone pratiche, sia attraverso momenti di condivisione dei saperi e di formazione, sia dando spazio ai produttori locali impegnati nella cura della terra e dei suoi frutti. Proposta con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, la rassegna si articolerà attraverso un poker di appuntamenti, uno per ogni stagione, con attività declinate sulla base del periodo in cui verranno proposte. Si alzerà il sipario con il primo evento sabato prossimo: intitolato Festa d’autunno, si terrà – a ingresso gratuito – dalle 15.30 alle 18.30 in via Serralunga 27 a Biella, tra il parcheggio interno della Fondazione Pistoletto e il giardino officinale del Terzo Paradiso. Si tratterà, nello specifico, un’apertura straordinaria del mercatino settimanale del mercoledì, consentendone dunque la fruizione a un bacino d’utenza più ampio.
Le proposte e i produttori
Cosa offrirà dunque il pomeriggio? Un workshop per famiglie sulle arti circensi dell’ASD CirkoBiloba, curato da Lara Miglietti ed Erica Castagnetti (insegnanti di questa disciplina anche all’Open School del Terzo Paradiso); una tavola rotonda sul tema della diversità bioculturale, intitolata Colture conviviali in riferimento al nome della rassegna, curata dall’Accademia Verde di Let Eat Bi, con relatori Fabio Porta (dottore forestale) e i referenti di Gattinera Farm ed Erbass (un progetto culturale curato da EGDA – Ethnobotany and Gastronomic Diversity Association, associazione culturale che promuove la riscoperta la salvaguardia etnobotanica e gastronomica nelle Alpi occidentali Italiane); un aperitivo a 10 euro che comprenderà alcune eccellenze del mercatino e una bevanda (prenotazione consigliata scrivendo una mail a leteatbi@cittadellarte.it o un messaggio su WhatsApp al +447542406140); un intrattenimento musicale con la chitarra acustica di Riccardo Stura, produttore del Pane di Oz; una serie di produttori, compresi quattro banchetti mai stati prima al mercatino. Scopriamo dunque le nuove realtà presenti per l’occasione: Cascina la Grà, che proporrà tisane, piante officinali, trasformati da raccolta spontanea e piante coltivate; La Cooperativa del Mulino, con oleoliti e unguenti dalla piante coltivate alla Trappa di Sordevolo; Namasca, con vestiario per bambini, sartoria e piccolo arredo; Erbass, che, come accennato in precedenza, si occupa di promozione e divulgazione nel campo della fitolimurgia, l’etnobotanica e la diversità bioculturale. Non mancheranno, inoltre, alcune aziende agricole partner del mercatino: L’Orto d’Asporto, con verdura di stagione, conserve e fermentati; Andrea Marostegan, con la kombucha e l’aceto; il Pane di Oz, con diversi tipi di pane e focaccia integrale; l’Azienda Agricola Lavino Zona, che propone birre artigianali; L’Aperitiva, con il miele biologico altre specialità; Gattinera Farm, con pasta di grano saraceno biologico, fiocchi d’avena e lenticchie; l’Azienda Agricola Peraldo, con formaggi vaccini e salumi; Food for Life, con biscotti vegani.
La voce di Let Eat Bi
“Perché Colture Conviviali? Colture Conviviali vuole essere uno spazio – ha sottolineato Francesca Castagnetti, responsabile di sviluppo di Let Eat Bi – curato da Accademia Verde e Let Eat Bi in cui scoprire e riscoprire una cultura di cura della terra incentrata sulla convivialità e basata su una relazione di reciprocità e condivisione di saperi orizzontale piuttosto che su un’impartizione di nozioni dall’alto al basso. Chi desidera coltivare e allevare attraverso pratiche che ‘nutrono’ la terra anziché ‘estrarre risorse’ necessita di conoscenze profonde sulle piante, gli animali, il suolo, l’acqua, eccetera. Con la Festa d’Autunno desideriamo celebrare questi saperi, i frutti della terra e le persone che se ne prendono cura sapientemente ogni giorno. Tutto nonostante le difficoltà con cui si devono scontrare le realtà agricole per sopravvivere in un’economia di mercato dove l’imperativo è massimizzare il profitto e la figura dell’agricoltore è svilita. Cultura – ha concluso – deriva proprio da ‘colere’, coltivare, e riteniamo che il mestiere del contadino esprima pienamente quest’etimo”.