Continua il viaggio alla scoperta dei partner Let Eat Bi che tutti i mercoledì mettono in vendita le proprie specialità nel mercatino di Cittadellarte. Dopo aver messo sotto i riflettori Il frutteto di Bersej, Oro di Berta, Riunci Insù e l’Orto da Asporto, questa settimana è la volta della Cascina Bozzola. Si tratta di un’azienda agricola di Occhieppo Inferiore (comune in provincia di Biella), gestita da Marco Maffeo. Il titolare, ai nostri microfoni, ha esordito mettendo in luce la storia della sua attività: un percorso lungo più di cent’anni che ha origine nel 1914, quando il nonno di Marco comprò la cascina. “In famiglia – racconta – fu lui il primo contadino e lavorava già con la frutta. Passò poi il testimone a mio padre che, vivendo l’epoca della meccanizzazione agricola, preferì occuparsi delle mucche e sradicò molte piante. Dopo il papà toccò a me: all’inizio degli anni ’80 tornai a occuparmi della frutta continuando la strada intrapresa da mio nonno”.
(Marco Maffeo)
Un lavoro che ha portato il titolare della cascina a recuperare moltissime varietà di frutta del territorio. Una strada colma di passione (Marco è il solo di quattro fratelli ad aver fatto questa scelta professionale), ma con qualche ostacolo. “Ero considerato – continua Maffeo – lo ‘scemo del villaggio’. La gente, 30 anni fa, non aveva idea di cosa fosse la biodiversità. Quando andavo alla ricerca, per prati e valli locali, di vecchie piante e meli da far rinascere, le persone mi vedevano come un pazzo che recuperava ciarpame dalle discariche…”
I fatti hanno dato ragione a Marco, che, oggi, ha a disposizione e può riprodurre, grazie al suo lavoro trentennale, quasi 700 differenti varietà di mele e 250 di pere che differiscono in sapore, consistenza della polpa e, naturalmente, colore della buccia. Una sorta di museo della frutta a disposizione del contadino e dei suoi clienti.
“Al contrario della piante da orto – argomenta il contadino – che vanno seminate annualmente, l’albero da frutta è longevo. Senza il mio lavoro non sarebbero più esistite antiche varietà di frutta locali e, così, avremmo perso un pezzo del nostro territorio. Non si trovano più, infatti, molte piante madri di melo e pero che ho recuperato, spaziando dall’arco alpino a quello appeninico”.
Alcune varietà di mele saranno in vendita anche al mercatino di Cittadellarte: “Il prossimo autunno probabilmente porterò una trentina di mele di differente tipologia al punto vendita di Let Eat Bi. Sono felice di essere tornato, contribuirò ad arricchire l’iniziativa dell’associazione biellese portando, come altre aziende partner, frutta e verdura locale e naturale. Saranno in vendita per i nostri clienti, ovviamente, solo prodotti di stagione. Questo è il periodo, ad esempio, delle susine, delle albicocche e poi delle pesche e delle pere. Ad agosto, invece, sarà la volta delle mele”.
Un puzzle di eccellenze locali che, però, come afferma lo stesso Maffeo, meriterebbe più seguito: “È cambiata la società, non esistono più le figure della massaia e della casalinga, che si occupavano della spesa e della scelta di cosa portare nelle propria tavola, cercando la qualità e la naturalezza. Ormai sono sempre più le persone, magari per mancanza di tempo, che si recano ai market e acquistano lo stessa varietà di un prodotto, senza mai variare: abituati, ad esempio, a un certo tipo di mela comprano sempre quella, senza nemmeno considerarne altre, magari naturali e del proprio territorio. Quelli dei supermercati, spesso, sono prodotti provenienti dall’agricoltura intensiva, dove non esistono contadini, ma solo imprenditori agricoli. I contadini come il sottoscritto, invece, sanno raccontare quello che vendono, mettendo il luce la storia, le caratteristiche e il lavoro dietro ogni frutto od ortaggio proposto. Consiglio ai biellesi – conclude – di assaggiare i miei prodotti al mercatino e li invito citando il motto dei celebri spot pubblicitari del compianto Giorgio Aiazzone: provare per credere!”
Photo credit: Chiara Pieri