A Châtillon, comune francese situato nel dipartimento dell’Hauts-de-Seine nella regione dell’Île-de-France, un insegnante ha portato una ventata di cambiamenti all’insegna della sostenibilità nella scuola dove lavora, ispirandosi alle pratiche di Cittadellarte e ai concetti del simbolo trinamico. Il rifermento è a Joël Auxenfans, che, nelle doppie vesti di docente e ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso, da due anni ha dato un’altra forma alle sue lezioni. “Nei primi 13 anni in cui facevo questo mestiere – ha esordito ai nostri microfoni – ero meno incline a portare avanti idee di trasformazione responsabile. Ma da due anni, quando ho scoperto il segno-simbolo di Pistoletto, tutto è cambiato”. Come spiegato dallo stesso Joël, i suoi corsi erano già in precedenza improntati sulla sostenibilità, ma è da quando ha ‘usato’ il Terzo Paradiso nella sua pedagogia che è arrivata una svolta nel suo collegio. Ha coinvolto in prima persona in attività pratiche i suoi alunni, intorno a progetti che riguardassero tematiche quali ambiente, moda e arte, tutte aventi come comune denominatore la sostenibilità in tutte le sue sfumature. Il docente insegna arti visive ad alunni di 12 e 13 anni al Collège Paul-Eluard a Châtillon (académie de Versailles), non distante da Parigi. “L’anno scorso – ha raccontato Joël – ho cominciato a far lavorare i miei alunni sulla tematica del Terzo Paradiso e sulla mission di Cittadellarte. A partire dalla conoscenza teorica, ho deciso di mettere in pratica a nostra volta – attraverso una serie di iniziative multidisciplinari – ciò a cui la realtà biellese lavora da anni”.
Il primo grande passo che ha portato il collegio a far fiorire i semi del Terzo Paradiso è stato fatto a settembre 2018, quando è partito un concorso lanciato dalla scuola che prevedeva di ideare dei soggetti grafici per delle t-shirt. Ma questa iniziativa non aveva un’impronta culturale e quindi il docente ho proposto ai suoi alunni di lavorare alla creazione di un nuovo logo del collegio ispirandosi proprio al segno-simbolo di Pistoletto. “Non era un compito semplice – rivela l’insegnante – perché gli studenti non dovevano inventare un logo completamente nuovo, ma ispirarsi al Terzo Paradiso (già esistente) e coglierne ogni aspetto sul piano pedagogico, educativo e sostenibile”. La partecipazione è stata considerevole: su oltre 300 bozze realizzate, l’ambasciatore ne ha selezionate nove; il consiglio scolastico ha poi scelto quella ‘finale’ (nell’immagine sotto e in quella di copertina). Il nuovo logo della scuola è poi entrato in funzione fin da subito: “È raro – spiega – avere la possibilità di cambiare quello che è a tutti gli effetti un marchio storico dell’istituto. Ma ciò che è rilevante, oltre al fatto che ora il Terzo Paradiso sia il soggetto del disegno, è che con questa iniziativa insegnanti e studenti hanno potuto portare avanti e ultimare un progetto promosso da loro stessi, non rientrante nella tradizione accademica. È stata una grande vittoria per tutti, non solo per me”.
L’altro tema su cui l’insegnante ha fatto lavorare i suoi alunni è la moda sostenibile: “Ho mostrato agli studenti – continua – il docu-film Made in Forests, che si è rivelato molto efficace e impattante. I ragazzi, con questa visione, hanno compreso l’importanza di non comprare abiti di bassa qualità, che possono rivelarsi dannosi per l’ambiente, l’economia e la salute”. Joël, inoltre, ha preso come riferimento anche l’operato di Fashion B.E.S.T. per approfondire questo topic con i ragazzi. Dopo la parte teorica, l’insegnante ha dato il via a un progetto didattico che ha portato gli studenti a lavorare sull’anatomia del corpo (per una migliore resa a livello artistico) e poi sull’abito. La prima parte ha fatto registrare alcune problematiche: ci sono voluti i permessi della scuola per mostrare le sculture del Louvre di nudo artistico, ad esempio. “Col permesso di mostrare le varie opere senza ‘censure’, abbiamo anche combattuto contro il puritanesimo e l’integralismo. Per poter disegnare dei vestiti, infatti, è importante conoscere e riappropriasi della rappresentazione del corpo”. Anche in questo caso sono stati coinvolti oltre 300 alunni che hanno disegnato numerosi abiti (come si può vedere nell’immagine sotto). “Dopo i modelli – aggiunge – vorremmo lavorare su una linea di moda fatta di viscosa e da polpa di legno per realizzare creazioni sostenibili”.
Una selezione di lavori del progetto ‘Moda del terzo paradiso’.
Dopo arte e moda, si è passati… alla natura. Il rinnovamento del collegio non è stato estetico con il nuovo logo, ma era cominciato già tre anni fa con una serie di lavori agli spazi e al giardino della struttura scolastica. Il dipartimento aveva già iniziato dei lavori tesi a far piantare degli alberi in questa zona, ma il docente ha iniziato un lavoro didattico con gli studenti sul fronte ambientale. “Ho voluto che gli alunni, in vista di una serie di lavori al giardino*, conoscessero e scoprissero al meglio la terra, il clima, la biodiversità, l’alimentazione e l’economia locale”. Gli scolari, così, hanno lavorato come architetti per ideare e disegnare diversi modi di piantare gli alberi nell’area verde. “Per ottenere le risorse per sviluppare questo progetto – sottolinea Joël – è stato fondamentale l’apporto economico dei colleghi e delle casse scolastiche”. Il risultato? Sono stati piantati 68 alberi da frutta di pera, albicocca, mela, prugna e frutti di bosco. “Anche in questo caso – aggiunge – docenti e studenti sono intervenuti direttamente nel giardino del collegio. Anni fa era impensabile: non c’era questa importanza attorno alla tematiche della protezione dell’ambiente e del clima e di questa urgenza ad agire direttamente in questo ambito. Ora, invece, possiamo proporre le cose e attuarle, un processo efficace e funzionale che si deve anche al metodo demopratico. Questo, per me, è progresso! E tutto ciò insegna agli alunni quanto conti nella vita avere una partecipazione critica e creativa”. A livello operativo, si è occupato Joël in persona della piantumazione, insieme a un professionista e a una decina di esperti del settore di un altro collegio. “Probabilmente l’anno prossimo anche gli alunni potranno lavorare ‘manualmente’ a questa iniziativa”.
Bozza del progetto di piantumazione nel giardino del collegio.
Joël continua citando un’ultima iniziativa ispirata al simbolo trinamico: “Una mia alunna, nel contesto di un programma didattico, ha pensato di installare un’opera – racconta – che ritraesse il Terzo Paradiso nel cortile della scuola, mettendo su carta la sua idea. Il segno-simbolo dovrebbe essere composto da differenti piante, ma non è possibile fare buchi nel cortile. Ovvieremo al problema posizionando degli oggetti dipinti ogni 3 metri, che comporranno l’installazione di circa 50 metri. Sarebbe fantastico se tutto il personale scolastico e gli studenti potessero letteralmente camminare attorno al Terzo Paradiso. Sto portando avanti questa idea affinché sia possibile da realizzare l’anno prossimo”.
Il disegno dell’alunna che ritrae il Terzo Paradiso nel cortile della scuola.
Il docente conclude mettendo in luce la valenza che ha avuto il simbolo trinamico nel suo lavoro degli ultimi anni: “Il Terzo Paradiso, con i suoi principi, è stato fondamentale nel mio percorso didattico ed educativo nel collegio e sono riuscito a sviluppare progetti in modo costruttivo su clima, inquinamento e sostenibilità. Il concetto di arte al centro di una trasformazione sociale responsabile, infatti, l’ho messo nella mia pedagogia grazie al segno-simbolo di Pistoletto e Cittadellarte. E così ha preso un’altra forma ed è cambiato, a livello umano e professionale, anche il mio ruolo di insegnante”.
Il progetto del Terzo Paradiso nel cortile della scuola.