È dalle piccole cose, dal basso, che si inizia a mettere radici: ce lo insegnano le piante, gli alberi, il lento e costante moto terreno, così lontano dal ritmo assurdo, dissoluto e dissociante che la società di oggi prevede quale mezzo di raggiungimento di obiettivi che hanno poco a che vedere con il quotidiano.
Quando, in qualità di Ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso, in rappresentanza della Fondazione Pistoletto, siamo stati incaricati dal Museo Madre di Napoli di coordinare il progetto di realizzazione dell’opera sociale del segno del maestro Pistoletto a Teggiano nel Vallo di Diano – nell’ambito di una più ampia ricollocazione voluta dalla Regione Campania, di quell’area del salernitano nel percorso artistico dall’ampio respiro di un ritrovato turismo culturale – non ci saremmo mai immaginati di trovarci a dover lavorare in un borgo tanto affascinante quanto degno di silenzio ed attenzione. La gente di Teggiano è fiera, forte della propria memoria, spesso dura come la famosa pietra di Teggiano, ma, al contempo, aperta al futuro che la storia di quel borgo le promette con la sua bellezza e la sua posizione nel Vallo.
Camminare per Teggiano significa respirare uno spazio di altri tempi, dai vicoli e dalle case, addossati l’uno all’altro, alle 13 chiese e tante piazze (è incredibile per un piccolo borgo!), alle mura del Castello Macchiaroli, fino alle scuole, ai licei e agli studenti, consapevoli testimoni di quel retaggio che non cederà mai al nemico della nostalgia.
C’è un tempo, a Teggiano, che non era ‘quella volta’: il quotidiano ci ha mossi e commossi, spinti ed accolti in una comunità aperta al presente. Una comunità montana ricca e fiorente, dove la politica fatica a fare i conti con il futuro dei giovani, nella convinzione che soltanto da loro possa nascere l’impegno a restare.
È così che è nata, davanti ai nostri occhi, l’idea dei paletti: le forze e le energie, la diversità e la differenza, costituiscono una linea di luce in un campo aperto al giorno e al futuro.
I ragazzi del Liceo Artistico Pomponio Leto hanno accolto con entusiasmo l’idea, felici di esserne parte: hanno fatto un lavoro difficile in appena una settimana, producendo, di fatto, tutti insieme, la loro prima installazione collettiva. Questa ha già iniziato a ‘fare chilometri’, venendo presentata, lo scorso Rebirth-Day, presso il Macro Asilo di Roma (sempre nell’ambito del giorno della rinascita), perché le differenze percorressero, sin da subito, e percorrano il cammino del confronto.
Tiziana De Tora e io vorremmo ringraziare l’assessore Corrado Matera: senza la sua lungimiranza nulla si sarebbe mosso e tutte quelle ‘manovalanze pubbliche e private’ (Sindaco, Comunità Montana, giornalisti, dirigenti scolastici, professori, bidelli e proprietari di castelli!), non avrebbero offerto e non avrebbero continuato a dare il proprio supporto, con le proprie capacità e secondo le diverse possibilità.
Ma l’opera, che ci piace definire un’operazione, non terminerà con l’installazione degli studenti. Essi, infatti, saranno gli attori e i co-autori del work in progress, essendo, di fatto, prevista la nascita, in seconda prossima fase, di un giardino del Terzo Paradiso. Quest’ultimo andrà a riqualificare uno spazio comunale in disuso, perché la natura non assista soltanto nel senso del servire, ma serva a dare e conservare il senso e i sensi; un giardino di piante aromatiche, quindi, del quale gli studenti dell’adiacente Liceo Artistico di Teggiano si prenderanno cura, passandosi il testimone nel tempo.