Michelangelo Pistoletto, viaggio alla scoperta dell’arte del maestro #5
Prosegue - con questo episodio - il percorso a tappe che mette in luce la cronistoria artistica di Pistoletto, tra opere, manifesti, mostre e progetti di ogni tempo. Questa uscita è dedicata a "I Plexiglass".

Nel 1964, presso la Galleria Sperone, espone un gruppo di sette lavori in plexiglass e fotografia. Il muro, ad esempio, è costituito da una semplice lastra di plexiglass appoggiata alla parete. Scala doppia da due lastre di plexiglass sulle quali sono riportate le fotografie delle due rampe che costituiscono la scala. Tavolino con disco e giornale è un parallelepipedo in plexiglass su cui sono applicate le foto di un tavolino, un disco e un giornale. Queste due ultime opere riprendono il soggetto di due quadri specchianti dello stesso periodo. Si tratta di un primo passo nell’esplorazione, all’interno dello spazio reale, di quella nuova dinamica spaziale scoperta con i quadri specchianti. Allo stesso tempo di una presa di posizione rispetto all’utilizzo di oggetti comuni in ambito artistico praticato in quegli anni e di una prima dichiarazione di ‘concettualità’ dell’arte.

Il muro, 1964
plexiglass trasparente, cm 180 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella

Foto: P. Bressano

Filo elettrico appeso al muro, 1964
fotografia su plexiglass trasparente, cm 180 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano

Mi trovo nel quadro, oltre il muro bucato dallo specchio, anche se non materialmente. Anzi, siccome mi è impossibile entrarci, per indagare nella struttura dell’arte devo fare uscire il quadro nella realtà, creando la finzione di trovarmi oltre lo specchio. È facile in questi anni equivocare sull’identità tra oggetto-reale e oggetto-arte. Una “cosa” non è arte; l’idea espressa della stessa “cosa” può esserlo.” (M. Pistoletto, I plexiglass, Galleria Sperone, Torino 1964).

Scala doppia appoggiata al muro, 1964
fotografia su due lastre di plexiglass trasparente, due elementi, cm 180 x 120 e 150 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella

Foto: P. Bressano

Filo elettrico caduto, 1964
fotografia su plexiglass trasparente, cm 180 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano

Di seguito il testo integrale del maestro biellese sull’argomento (Michelangelo Pistoletto, I Plexiglass, Galleria Sperone, Torino 1964):
La parete esiste come principio e come fine di questa mia storia. Sulle pareti si appendono sempre i quadri, ma è sulle stesse pareti che si mettono anche gli specchi. Credo che la prima vera esperienza figurativa dell’uomo sia il riconoscere la propria immagine nello specchio, che è la finzione più aderente alla realtà. Ma subito dopo il riflesso dello specchio incomincerà a rimandare le stesse incognite, le stesse domande, gli stessi problemi che ci pone la realtà; incognite e questioni che l’uomo è spinto a riproporre sui quadri.
La mia prima questione sulla tela è stata la riproduzione della mia immagine, appena accettata l’arte come una seconda realtà.
Il mio lavoro per un periodo è consistito intuitivamente nel tentativo di avvicinare le mie due immagini, quella proposta dallo specchio e quella proposta da me.
La conclusione è stata la sovrapposizione del quadro allo specchio: la pittura si sovrappone e aderisce all’immagine della realtà.
L’oggetto figurativo che ne nasce mi dà la possibilità di proseguire la mia indagine all’interno del quadro come all’interno della vita, visto che le due cose sono figurativamente legate. Infatti mi trovo nel quadro, oltre il muro bucato dallo specchio, anche se non materialmente. Anzi, siccome fisicamente mi è impossibile entrarci, per indagare nella struttura dell’arte devo fare uscire il quadro nella realtà, creando la finzione di trovarmi oltre lo specchio.
È facile in questi anni equivocare sull’identità tra oggetto-reale e oggetto-arte. Una ‘cosa’ non è arte; l’idea espressa della stessa ‘cosa’ può esserlo.
Estetica e realtà si possono identificare, ma ciascuna restando nella sua vita autonoma. Non si possono sostituire l’una all’altra senza che una delle due rinunci alla sua necessità di esistere. È perciò che finisco questa presentazione del mio lavoro rimanendo all’idea del muro. Perché all’idea del muro può stare attaccata l’idea del quadro, a cui può essere legata l’idea di un soggetto.
In questo momento per me la ‘cosa’ è la struttura dell’espressione figurativa, che ho accettato come realtà. L’invadenza fisica del quadro nell’ambiente reale, portando con sé le rappresentazioni dello specchio, mi permette di introdurmi tra gli elementi scomposti della figurazione.

 


Articolo tratto da: http://www.pistoletto.it/it/crono05.htm
Immagine di copertina: I Plexiglass, Galleria Gian Enzo Sperone, Torino 1964. Foto: P. Bressano.

Segnale rosso su plexiglass, sul muro, 1964
disco di plexiglass rosso su plexiglass trasparente, cm 180 x 120
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano

Tavolino con disco e giornale, 1964
plexiglass dipinto e fotografia, cm 35 x 60 x 60
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano

Pila di dischi, 1964
fotografie su undici plexiglass trasparenti, 40 x 40 cm ciascuno
Fondazione Pistoletto, Biella
Foto: P. Bressano