Il Dalai Lama spiega al mondo che bisogna trovare un’etica oltre le religioni. Io ho sempre pensato che l’Arte abbia questo compito. Nel manifesto Progetto Arte del 1994 scrivevo:
L’Arte è l’espressione più sensibile e integrale del pensiero ed è tempo che l’artista prenda su di sé la responsabilità di porre in comunicazione ogni altra attività umana, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dall’educazione al comportamento, in breve tutte le istanze del tessuto sociale.
Cittadellarte nel 1998 è nata sulla base di queste premesse. Un laboratorio formato da artisti, da ricercatori ed esperti nei vari settori del tessuto sociale con lo scopo di ispirare e produrre un cambiamento responsabile nella società.
Il nome Cittadellarte incorpora due significati: quello di cittadella, ovvero un’area in cui l’Arte è protetta e ben difesa, e quello di città, che corrisponde all’idea di apertura e interrelazione con il mondo. Cittadellarte, infatti, persegue l’obiettivo di coniugare le qualità estetiche dell’Arte con un sostanziale impegno etico, per produrre una reale trasformazione della società civile in ogni suo ambito. Con questa determinazione Cittadellarte contribuisce a indirizzare responsabilmente e proficuamente le profonde mutazioni in atto, estendendo, così, l’idea iniziale di Città a quella di Civiltà dell’Arte. Si entra in una nuova fase della società, della cui creazione siamo tutti coautori.
(Nell’immagine di copertina un momento della presentazione del 6 ottobre scorso del libro “Ominiteismo e Demopraxia”, andata in scena alla libreria “La Feltrinelli Libri e Musica” di Piazza Duomo a Milano)
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