Continua il viaggio alla scoperta dei partner Let Eat Bi che tutti i mercoledì mettono in vendita le proprie specialità nel mercatino di Cittadellarte. Dopo aver messo sotto i riflettori Il frutteto di Bersej, Oro di Berta, Riunci Insù, l’Orto da Asporto, Cascina Bozzola, Green Italy S.r.l. e Harambee, questa settimana è la volta dell’azienda agricola Ca’ nel Bosco.
Quando la natura e l’amore per il verde cambiano non una, ma due vite: questa è la storia dei milanesi Barbara Depedri (originaria di Trento) e Giampaolo Rossi (originario di Verona), ex dipendente di una multinazionale e di una casa editrice la prima, ex odontotecnico il secondo, che hanno lasciato le mura dei loro uffici per passare al verde della campagna. Un salto geografico e cromatico che li ha portati alla vita da allevatori in frazione Gila, a Portula, dove, hanno aperto la ‘Ca’ nel bosco’. Come si evince dal nome dell’azienda agricola, la struttura è immersa nella natura ed è ubicata a pochi chilometri dall’area naturalistica Oasi Zegna. Tra i servizi offerti alla clientela figurano anche quelli del pernottamento e della cucina, siccome si tratta anche di un agriturismo. Il ristorante, nello specifico, propone piatti di cucina naturale, casalinga e tradizionale, in un mix di genuinità e accoglienza. “Abbiamo pochi posti a sedere – spiegano – ma i nostri clienti sono come ospiti invitati a casa nostra, in un clima familiare e caldo”. Oltre alle specialità culinarie artigianali, è possibile alloggiare in tre stanze, quella dei rododenri, delle ortensie o delle orchiedee, per un’esperienza unica di relax e a contatto con la natura.
La Ca’ nel Bosco.
Passando alle peculiarità dell’azienda agricola, sono le capre la vera eccellenza: “Oltre ai conigli e alle galline, attualmente – spiegano – alleviamo 32 ‘Saanen bianche’ e il latte da loro prodotto viene trasformato in formaggi. Questi hanno tutto il bollino CE (marchio europeo che permette di venderlo ovunque previa analisi mensile del latte e annuale del formaggio). Lo proponiamo anche in città o fiere italiane, come a Milano, a Golosaria ad Alessandria, nei mercatini della Coldiretti e di Slow Food”. Produzioni apprezzate anche al di fuori del biellese quindi, che fanno della qualità e della varietà i propri punti di forza: “Da noi – raccontano – si possono acquistare bresaole, salami e formaggi di capra freschi e stagionati. Ne produciamo di 14 particolari tipologie: uno che ricorda il Taleggio, che noi chiamaiamo Capreggio; uno dal gusto simile alla fontina a cui abbiamo dato il nome di Morbidoso; uno con lo zafferano, usando quello di Coggiola; uno avvolto nelle foglie di verza; uno pepato; uno con noci e miele; uno coi pistacchi; un ‘grana’ di capra; uno con la trebbia della birra del Birrificio Jeb. Oltre a questi, non mancano il brie e la robiola e, proprio di quest’ultima, vorremmo realizzare una varietà: un formaggio a cuore morbido, con il miele in mezzo”.
Le capre dell’azienda agricola.
La sostenibilità e la qualità contraddistinguono il lavoro dei due allevatori, che allevano le capre con un fieno biologico e con uno speciale mangime non OGM. : “Gli animali – affermano – sono la nostra ricchezza e sono seguiti minuziosamente. Tutti sono coccolati e, anche se stallati, vivono liberi”. Barbara e Giampaolo investono tempo ed energie anche in una ricerca delle materie prime del territorio, in una rete di eccellenze con aziende agricole che ne condividono la filosia sostenibile: “I nostri formaggi – argomentano – non contengono conservanti. Anche il latte che vendiamo non ha subito alcun trattamento dannoso e ha una carica batterica bassa. Abbiamo un caseificio piccolo e lavoriamo sempre il latte fresco (quest’anno abbiamo ne abbiamo prodotto circa 14mila litri). Rispetto a quello di mucca, anche se ha proprietà simili, risulta più digeribile”.
I due allevatori proseguono focalizzandosi su Let Eat Bi: “Da poche settimane veniamo al mercatino. Abbiamo già constatato che è una buona occasione per tutti i consumatori che ricercano la qualità e la genuinità dei prodotti, non acquistabili nei supermarket”. Barbara e Giampaolo concludono soffermandosi sulla loro ‘professione 2.0’: “L’inizio del lavoro alla Ca’ nel Bosco è stato un cambio di vita. Abbiamo condiviso la stessa passione per le cose semplici, con giornate meno frenetiche e cittadine. Ha vinto la la passione per la natura e l’amore per la montagna: il nostro sogno nel cassetto si è realizzato”.